All’inizio sembrava un innocente post, quello pubblicato da Franco Salcuni sul suo profilo fb a proposito della denominazione dell’aeroporto foggiano, quasi uno scherzo. E invece si è rivelato un autentico sasso nell’acqua stagnante. Rivolgendosi a Marialuisa d’Ippolito e Raffaele Vigilante, che da tempo seguono con passione i problemi dello scalo, Franco Salcuni ha scritto: “Un aeroporto che si chiama “Gino” non decollerà mai… non é che il problema dell’aeroporto di Foggia sta proprio nel nome? Io lo chiamerei con il nome di un foggiano che sicuramente ha dimostrato di portare fortuna agli amanti del volo: Fiorello La Guardia! “
Sulla bacheca del dirigente di Legambiente si è scatenato in pochi minuti un vivacissimo dibattito che, diversamente da quanto spesso accade in rete, non ha fatto litigare il popolo di Facebook, ma ha dato la stura ad una valanga di commenti, spesso divertenti.
In realtà, Franco Salcuni ha messo, come si dice, il dito nella piaga. Pochi sanno che ormai un po’ di anni fa la Provincia, allora guidata da Antonio Pellegrino, commissionò uno studio ad una società specializzata per verificare le possibilità di rilancio dell’aeroporto foggiano. Com’ebbe a raccontarmi Matteo Valentino, grande assessore provinciale alle attività produttive (è stato il protagonista indiscusso della stagione della concertazione), gli esperti che studiarono il caso-Lisa manifestarono molte perplessità proprio sulla denominazione dell’aeroporto.
Le loro considerazioni non trovarono posto nel documento ufficialmente consegnato alla Provincia in quanto il loro incarico non riguardava l’eventualità di trovare un nome nuovo all’aeroporto ma di studiare strategie di marketing idonee a migliorarne l’attrattività e di conseguenza a promuovere i voli di linea.
“L’aeroporto di Foggia dovrebbe essere chiamato con un nome più noto di quello attuale – dissero i tecnici all’assessore Valentino – più vicino alla storia, all’identità e alla cultura del territorio, in modo da migliorarne l’appeal.”
Alla domanda dell’assessore su quale possibile intitolazione ritenessero più idonea, gli esperti risposero senza battere ciglio: “Dovreste chiamarlo Aeroporto San Pio… Il Santo di Pietrelcina costituisce un elemento di fortissima attrazione per il territorio servito dall’aeroporto. Inoltre non si tratta di un toponimo, cioè di un nome geografico, che potrebbe dar adito ad equivoci o incomprensioni (aeroporto del Gargano, della Daunia, della Capitanata, di Foggia e basta? tutti toponimo che, per una ragione o l’altra presentano pregi e difetti, n.d.r.) Inoltre il santo è conosciuto in tutto il mondo, il che darebbe allo scalo un respiro internazionale”.
Capito? A Foggia l’idea è rimasta sospesa nel vento. Ma non è per niente un caso che, qualche anno dopo quello studio, a Bari – i cui cittadini hanno evidentemente la vista più acuta della nostra – hanno deciso di cambiare nome all’aeroporto: dall’anonimo Bari Palese nel più attrattivo aeroporto Karol Wojtyla.
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Partendo dal presupposto che il futuro aeroportuale della Capitanata lo immagino nell'area di San Severo, con una struttura realizzata ex novo, provo a suggerire qualche ipotesi di intestazione all'aeroporto che sarà (…quel che sarà).
Intanto il nome del torinese Gino Lisa – che morì in una battaglia – era la scelta di un aviatore e ufficiale funzionale ad un aeroporto militare. Se pure dovesse sopravvivere, l'attuale "Gino Lisa" è invece uno scalo civile. Per cui suggerirei nell'ordine un nome fortemente evocativo, "Federico II", ed uno tecnico, "Pierluigi Torre".
Del primo non c'è molto da dire, fortunatamente. L'altro (1902-1989) – sconosciuto ai più – è stato un grande personaggio, nativo di Vieste, e, soprattutto, un simbolo positivo della creatività e nome di eccellenza della nostra Aeronautica.
L'ingegnere viestano Pierluigi Torre – al quale per primo, nel 2010, dedicai un lungo servizio sulla rivista "Diomede" – inventò la "scatola nera" per gli aerei e, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, propose quel grande sogno che ancora viaggia su due ruote in tutto il mondo: la mitica "Lambretta". Ma in precedenza Torre fece molto altro, come il progetto – insieme all'ing. Marchetti – dell'idrovolante Savoia-Marchetti S.55; così come sarà lui a studiare e progettare il velivolo S.55X usato per compiere, nel 1933, la celebre seconda trasvolata atlantica di Italo Balbo.
E se vogliamo rimanere nel campo dei motori e pensare a un nome che suoni anche bene (e in parte legato anche all'aeronautica) suggerirei il biccarese Ralph De Palma, "campione dei motori e dei valori".
Cordialmente. (Maurizio De Tullio)