La bellezza c’è, basta saperla vedere, titolava la lettera meridiana in cui rispondevo ad alcune considerazioni di Gianni Pellegrini su questo blog.
Sull’argomento mi scrivono due affezionati lettori, dalla penna fine e dall’intelligenza altrettanto spiccata come Vincenzo Concilio e Maurizio De Tullio. Ecco le loro riflessioni che partono da punti di vista differenti, ma tutto sommato non distanti. Li ringrazio veramente per il loro contributo. E affido il mio commento alla bella foto di Michele Sepalone.
GIUSTO GEPPE MA…
… fino a quando forze avverse e soverchianti non ci sottraggono lentamente i punti di congiunzione, rendendoli evanescenti, mentre tutto s’affievolisce, scompare a poco a poco: un suono, una luce, un angolo di una strada, un vecchio edificio, un’immagine, un profumo, divengono pallidi ricordi…
Solo allora, se intanto non ci vengono meno le forze per le tante battaglie perdute e, le aspirazioni, i sogni e le “cose” ai quali abbiamo dovuto rinunciare pensando che altri nobili fini e beni materiali o immateriali le avrebbero nonostante tutto sostituite prendendone il posto, ci accorgiamo di avere disponibile oramai un quadro d’insieme insoddisfacente per il nostro spirito vitale…
E allora ci sorge il dubbio che il moto delle forze contrarie e la loro risultante prevalente, operando separatamente dalla nostra umanità, non abbiano mai smesso di agire, generazione dopo generazione e che siano invincibili perché indefinite pur avendo luogo nella nostra psiche, in quella di tutti coloro che ci circondano e che dovrebbero avere in fondo i nostri stessi dubbi.
E allora, che cosa ci porta ancora a sperare?
Altre forze operano dentro di noi e nella comunità estesa tutta. Sono forze positive che vogliono il meglio, che amano il bello, che desiderano la prosperità e la pace per sopire tutte le lotte, quelle inutili che non dovrebbero neppure avere luogo se non altro perché abbiamo sperimentato che passando da uno stato di equilibrio ordinato ad uno disordinato la nostra entropia aumenta.
La nostra principale aspirazione?
Rendere queste forze prevalenti opponendoli a quelle negative.
E’ per questo che continuiamo ad operare. Almeno molti lo fanno.
Per mantenere saldi quei punti, per permettere quelle congiunzioni che sono le nostre costellazioni su questa terra…
Vincenzo Concilio
Foggia è una città che avanza al singolare e indietreggia al plurale.
Non ho ricette o medicine miracolistiche per cambiare la situazione (nè, da solo, potrei), però mi baso molto sull’esperienza e cerco di far tesoro del potere incisivo che ha questa forma di osservazione e indagine.
Tornando indietro nei vari periodi trascorsi della mia vita (ho 56 anni, ma la forza mentale di un ventenne), mi accorgo che veramente poco è accaduto e il trend è paurosamente negativo, fatte le solite encomiabili resistenze ed esperienze.
Io non vedo nelle foto del bravissimo Sepalone una Foggia bellissima e suggestiva. Prendete quella che APPARE bella nella foto di piazza Cavour. Lo scatto, i colori, la suggestione poetica producono solo un’immagine. Ma se poco poco gratto quell’immagine (che di per sè, ovviamente, è davvero molto bella) emerge il VERO volto di Foggia e non quello SUGGESTIVO di Sepalone. Quell’immagine non ci fa vedere i barbari che distruggono IN PIENO CENTRO E SOTTO GLI OCCHI (E NEL DISINTERESSE) DI TUTTI addirittura le panchine, i cestini, le vetrine, le piante, piazza Giordano! Non ci racconta di strade-gruviera, di Codice della Strada disprezzato! Non ci fa sentire i clacson impazziti, le autoradio effetto TUNING, i motorini che scorazzano sui marciapiedi! E mi sono limitato al ristrettissimo perimetro del solo pieno centro di Foggia.
Questo per dire cosa? Che se 5 fanno la cosa giusta e 95 no, quale destino potrà mai registrare un reale cambiamento nel DNA dei foggiani?
Le forze prevalenti sono negative anche all’interno di quelle istituzioni, in quegli ambienti che crediamo di ritenere – tutto sommato – operanti per il bene della città.
Non sono così stupido da rinunciare a svolgere con scrupolo e impegno positivo il mio ruolo – di cittadino, di contribuente, di lavoratore, di appassionato ricercatore – ma sono ormai convinto che nulla saprà e potrà invertire questo malefico trend.
Estremizzo: Foggia è una città alla quale è stato diagnosticato un cancro e le metastasi sono ormai in azione su più versanti.
Le encomiabili ‘iniezioni di fiducia’ dei pochi, veri appassionati al bene comune nulla possono contro il devastante processo che quel cancro ha (da decenni) avviato.
Reagire si può?
Reagire si deve sempre, perché ognuno – alla fine dei suoi giorni – deve poter dire: “Io ci ho provato e ce l’ho messa tutta”.
E’ con la propria coscienza che bisogna fare i conti OGNI GIORNO.
Ecco perché quel trend è ormai sempre negativo.
Reagire si deve: con la forza della ragione, con nuove armi che non siano le ‘faccine’ e i ridicoli ‘Mi piace’ di FB.
Quando quei due numeri che citavo (5 e 95) invertiranno il loro peso specifico, solo allora avremo una realtà diversa e largamente significativa.
Per ora si avanza al singolare e si indietreggia al plurale.
Maurizio De Tullio
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