È sinceramente stucchevole il teatrino mandato in scena in questi giorni dalla politica sul tema se Renzi abbia o meno mantenuto gli impegni per quanto riguarda il Gargano.
Il centrosinistra dice di sì (ma non senza qualche preoccupazione sul futuro), il centrodestra dice no. E in molti sembrano dimenticare che sullo sfondo resta una difficile ricostruzione da affrontare, con risorse finanziarie che a quanto pare di capire non sarà facile reperire.
Bisognerebbe far quadrato, piuttosto che mettersi a litigare.
Da una parte (quella del centrosinistra), non è il caso di esultare: la dichiarazione dello stato di emergenza fa parte dell’ordinaria amministrazione di uno Stato che si rispetti. Le risorse messe a disposizione (10 milioni e mezzo di euro) rappresentano poco più del 4 per cento della somma totale stimata per la ricostruzione. Meno male, è stata recuperata in zona Cesarini la concessione del differimento delle imposte statali, che aveva visto il Gargano escluso in un primo momento dal beneficio. I 74 milioni annunciati dal Ministro dell’Agricoltura, Martina, riguardano gli anticipi della domanda unica PAC: soldi che sarebbero comunque finiti ai produttori agricoli, mentre restano da quantificare i risarcimenti che spetteranno loro a seguito della dichiarazione di eccezionale avversità atmosferica.
Dall’altra parte, quella del centrodestra, non è il caso di gufare: la situazione della finanza pubblica è quella che è e nessuno in seno al Governo possiede la bacchetta magica per trovare risorse che non ci sono. Bisognerà avviare un serio confronto con l’Unione Europea, almeno per quel che riguarda la possibilità di scorporare gli interventi di ricostruzione dal patto di stabilità (il che significa che comunque lo Stato dovrà investire risorse proprie, ma almeno in deroga ai vincoli di cassa imposti dalla normativa comunitaria).
A mantenere i piedi per terra è soltanto l’assessore regionale alla protezione civile, Guglielmo Minervini. Rilevato che la cifra di 10,5 milioni stanziata dal Governo “permette di iniziare solo con una parte di quegli interventi che hanno assoluta urgenza”, Minervini auspica “in tempi brevissimi un nuovo provvedimento da parte del Governo che consenta al Gargano di avviarsi verso una situazione di normalità.”
La strada è ancora lunga. E purtroppo in salita. Per questo occorrerà lavorare fianco a fianco, seriamente, superando gli interessi di parte, monitorando costantemente, quotidianamente, l’andamento degli interventi. Per il Gargano è cominciato il conto alla rovescia: arrivare in ritardo alla stagione turistica 2015 potrebbe significare aggiungere la beffa al danno.
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