Renzi a Peschici: “Non vi lascerò soli, ripartite da voi e dalla vostra bellezza”

Un bagno di folla ed anche un bel gesto, quello di Matteo Renzi che oggi è stato in Puglia (nel pomeriggio inaugura la Fiera del Levante). Prima tappa Peschici, alla cui popolazione e alle cui istituzioni il premier ha voluto portare la sua solidarietà e quella del Governo, “per il quale la lotta al dissesto idrogeologico rappresenta una priorità”, come ha sottolineato incontrando il consiglio comunale.
Renzi è atterrato in elicottero nella cittadina garganica dopo aver sorvolato le aree del promontorio colpite dall’alluvione della scorsa settimana. Non si è sottratto all’abbraccio della folla, ha stretto cento mani e si è fatto scattare tantissime fotografie.
Un autentico abbraccio all’insegna della simpatia e della solidarietà, tra il presidente del consiglio e la popolazione, cui Renzi si è direttamente rivolto, prima, durante e dopo l’incontro con i rappresentati delle istituzioni (oltre al consiglio comunale di Peschici erano presenti il governatore regionale pugliese, Nichi Vendola, e i sindacati degli altri comuni colpiti dall’alluvioni.
“Il Gargano non è chiuso per lutto, è aperto ai turisti ed è nelle condizioni di essere quel capolavoro di bellezza che è”, ha detto il premier, annunciando che per la dichiarazione dello stato di emergenza è veramente questione di giorni: “In settimana attendiamo la chiusura della procedura.”
Governo e comunità lavoeranno insieme per la ricostruzione: “Credo che per una popolazione – ha aggiunto il presidente del Consiglio – sia fondamentale saper ripartire con lo stimolo e lo slancio che sicuramente il governo ci mette. Noi ci mettiamo la tenacia e la determinazione perché sui punti oggetto di discussione si possa procedere”.
“Non vi lascerò soli”, ha concluso rivolgendo un pensiero alle vittime e alle famiglie. “Il Governo farà la sua parte ma questo non basta: per rialzarsi e ripartire la popolazione deve dire va bene, ci siamo. Perché avete la forza, le qualità per voltare pagina per voi stessi”.

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Author: Geppe Inserra

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