Domenico La Salandra, sulla bacheca del gruppo Facebook Liberta è partecipazione – Troja così risponde alla domanda che ponevo in una recente lettera meridiana : “perché non è mai decollata l’intuizione che stava alla base di tutti i recenti progetti di sviluppo, e cioè che la Capitanata possiede in se stessa, nel suo territorio, nella sua posizione geografica le potenzialità per sprigionare un modello di sviluppo autopropulsivo, multisettoriale, integrato? ”
A mio modesto avviso, – scrive La Salandra – lo sviluppo di un territorio è direttamente proporzionale al numero di imprenditori presenti sullo stesso. Purtroppo la terra di Capitanata, finora, ha partorito pochi imprenditori. Alcuni esistenti sono campani e baresi. Occorre potenziare la scuola dell’imprenditorialità ed eliminare quella della fatalità.
Sono d’accordo con quanto sostiene La Salandra. Recentemente il tema è stato rilanciato dall’ex sindaco di Foggia, nonché egli stesso imprenditore, Gianni Mongelli, che ha messo in evidenza come il peso specifico della classe dirigente e imprenditoriali e del capoluogo vada facendosi sempre più leggero: non c’è nessun foggiano ai vertici di Confindustria Foggia e se il capoluogo annaspa, quanto a rappresentatività, sono evidenti le difficoltà d’una classe dirigente provinciale a perseguire obiettivi di sviluppo forti e strategici.
La Salandra è di Troia, e se devo citare un posto in Capitanata particolarmente emblematico del mancato decollo di quella intuizione di cui alla domanda iniziale questo è proprio la cittadina del Rosone: le enormi potenzialità sono rimaste al palo in questa città d’arte per vocazione ed eccellenza, cuore medievale autentico e straordinario della Puglia settentrionale. Basta pensare che solo da qualche anno sta tentando operazioni di marketing territoriale attorno al suo vitigno, il Nero di Troia, che nel frattempo si produce e vende alla grande in tutto il resto della Puglia e perfino nel Salento.
Ma qualcosa si sta muovendo. A Troia e nel resto della provincia.
Per esempio è troiano il neo vicepresidente del gruppo giovani di Confindustria Foggia, Nicola Altobelli, di cui Lettere Meridiane ha pubblicato di recente un articolo sulla ricostruzione del Gargano e sulla filosofia imprenditoriale e politica che dovrebbe governarlo. Dalle sue parole traspare finalmente una classe d’impresa più consapevole del suo ruolo, che non è soltanto quella di fare profitti ma di prendere parte allo sviluppo complessivo di un territorio
Un’altra notevole intuizione sul futuro del Gargano è giunta da un altro giovane imprenditore, il presidente della Camera di Commercio di Foggia, Fabio Porreca, che nella sua qualità del presidente del Gruppo di azione lacunare di Lesina ha fatto una proposta in apparenza semplice ma in realtà rivoluzionaria: utilizzare la rimodulazione dei finanziamenti europei per sostenere la pesca a Lesina e Varano, colpita dall’alluvione.
Per fare tutto questo ci vogliono progetti, e far la differenza sarà proprio la capacità di questi giovani imprenditori a sorreggere le loro intuizioni con progetti in grado di attrarre investimenti. Non è semplice, ma dobbiamo crederci, se vogliamo avere speranze di futuro.
Views: 0