Il Governo dichiarerà lo stato di calamità per le aree del Gargano colpite dalla bomba d’acqua e dalla successiva alluvione che negli scorsi giorni hanno provocati enormi danni al promontorio.
La ha assicurato il ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, che assieme al presidente del governo regionale Nichi Vendola ha sorvolato in elicottero le zone colpite dal disastro. Il governatore pugliese, che in precedenza assieme all’assessore regionale alla protezione civile, Guglelmo Minervini, si era recato a Carpino e a Peschici, ha detto di aver chiesto al Ministro un provvedimento affinché vengano congelate le rate dei prestiti agricoli per almeno due anni e venga prevista una ulteriore rateizzazione, a partire dal terzo anno.
Dal canto suo, la Regione Puglia coprirà gli interventi di somma urgenza decisi dai Comuni e, impegno particolarmente rilevante, tutte le politiche regionali daranno priorità al Gargano.
Duro Nichi Vendola sulle scelte urbanistiche non sempre oculate che hanno cementificato aree che non dovevano esserlo. “I danni – ha detto il governatore – sono ingentissimi e forse non sono percepiti immediatamente. Gli uliveti sono allagati e si sono trasformati in immense petraie e rischiano ora di morire di asfissia. Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, potremo renderci conto dei danni”. “Noi siamo la Regione d’Italia che ha speso tutti i fondi nella lotta al dissesto idrogeologico – ha aggiunto – il punto è che abbiamo a che fare con un territorio abusato, con ferite che vengono da un modello di urbanizzazione tra gli anni Settanta e gli anni Novanta soprattutto, che ha prodotto cose inaudite. Ci sono costruzione che impediscono il decorso naturale delle acque e quello va radiografato in profondità”.
La stima precisa dei danni verrà effettuata dai tecnici della protezione civile regionale. Ma si parla di centinaia di milioni. Il sindaco di Peschici, che risulta tra i comuni maggiormente danneggiati, azzarda una previsione: i danni alle strutture pubbliche ammontano a 4-5 milioni nella sua sola cittadina. Sommando a questa cifra le spese per il ripristino delle strutture private e i mancati introiti della stagione turistica, si giungere ad una previsione di diverse centinaia di milioni. Ma probabilmente si tratta di una stima per difetto.
La foto che illustra il post è tratta dalla galleria d’immagini sul disastro di Youreporter.it, e mostra la baia di Peschici, dopo che è tornato a splendere il sole. L’innaturale colore del mare mostra l’enorme quantità di fango sversata nella baia. Si nota anche il torrente esondato, con evidenti segni degli immani danni provicati falla furia devastatrice dell’acqua.
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