Gli amici e i lettori di Lettere Meridiane continuano l’appassionata discussione sull’alluvione del Gargano, sulla cause che l’hanno originata e, in particolare, sul ruolo della “mano umana” nel determinarla. Non convince tutti la tesi sostenuta prof. Franco Ortolani, docente presso l’Università di Napoli, secondo il quale si è trattato di un “disastro idrogeologico” provocato dall’eccezionale andamento pluviometrico, senza specifiche responsabilità da parte dell’uomo.
Molti concordano, altri distinguono. Maurizio Marrese, altro esponente di primo piano del mondo ambientalista (a proposito, la sua foto di copertina sul profilo facebook è tra le più belle che abbia mai visto, riecheggiando il set di Into the wild, un film che amo molto e che andrebbe riscoperto, per capirci di più sul rapporto tra uomo e natura) contesta la filosofia della relazione del docente partenopeo: “Non
ho ancora letto la relazione ma leggo subito che l’antefatto è
sbagliato. Non è che l’alluvione e stato causato dall’uomo, ma sono i
danni a cose e persone che sono attribuibili ad una pessima gestione del
territorio. Ovvero se non ci fosse stato l’abusivismo etc. avremmo
avuto molti meno danni. Dico quindi che l’abusivismo, la pessima
gestione del territorio, non è la causa ma è semplicemente lo
“strumento”.
Dello stesso tenore il commento di Giuseppe Nicoletti, ambientalista da sempre e docente all’Università di Foggia: “Il
punto in discussione non è l’eccezionalità dell’evento, bensì
l’operato degli uomini. La natura ha bisogno dei propri spazi e questi
non devono essere occupati da manufatti, perchè poi accade che se li
riprende. Dunque sia che si tratti di opere autorizzate ovvero abusive
la verità è che non siamo capaci di comprendere queste cose elementari.
all’eccezionalità dell’evento e che è stato ovvio che i torrenti
esondassero. Il problema quindi è che quelle opere non dovevano essere realizzate in quell’area.”
anche per il Gargano di “bomba d’acqua” e i dati dello scienziato stanno
lì a confermarlo.
alla capienza e alla scorrevolezza di canali e torrenti che devono
smaltirla, il danno sarà maggiore se l’acqua incontrerà nel suo percorso
ostacoli di varia natura (rifiuti, occlusioni, case, aziende,
stabilimenti balneari ecc.).
Se fosse piovuto anche solo il 20% della
quantità d’acqua precipitata, i campeggi e i lidi spazzati via dalla
furia delle acque avrebbero fatto la stessa fine, perché ubicati laddove
non dovevano!
Ma mentre Giove pluvio non lo si può arrestare, tanti idioti avremmo dovuto assicurarli alla Giustizia per tempo…”
A prendere le parti del professore napoletano è Michele Lauriola, che però sollecita una normativa urbanistica più semplice, ma anche più efficace: “il pregio degli scienziati sta proprio nella capacita’ di capire i limiti dell’uomo.. A proposito della tua ultima lettera meridiana che argomenta sull’evento meteorologico che si e’ abbattuto sul Gargano, sulla imprevedibilità dello stesso e sulla impossibilita’ di poterlo fronteggiare, in sintonia con quanto ho scritto al riguardo e che tu hai avuto modo di pubblicare, lo scienziato riafferma il concetto che la presunzione dell’uomo, sia che operi bene o male, e’ ben poca cosa rispetto alla potenza infinita dell’universo. La mia personale riflessione, anche alla luce di tutto quello che si sta dicendo nel merito, e’ che bisogna allentare la morsa di leggi, leggine, regolamenti, norme tecniche, autorizzazioni varie, etc e pensare ad una legge quadro fatta di pochi articoli semplici e comprensibili per la disciplina dell’uso del suolo in modo sostenibile.”
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Scusa Geppe, solo per precisare.
Laddove ho scritto: "Ma mentre Giove pluvio non lo si può arrestare, tanti idioti avremmo dovuto assicurarli alla Giustizia per tempo…", i "tanti idioti" cui facevo riferimento – con la scarsa eleganza che talvolta mi contraddistingue – riguardava chi ha presentato e presenta discutibili progetti, a chi li approva e a chi – non guardando in faccia niente e nessuno – fa dell'abusivismo uno stile di vita.
Non mi riferivo, insomma, al professore universitario che ha realizzato lo studio!
(Cordialmente (m.d.t.)
In un'epoca in cui abbiamo fatto del cemento il nostro dio e abbiamo dimenticato le lezioni silenziose e sapienti dei nostri avi, analfabeti eppur capaci di leggere il territorio, costruire adagiandosi su esso rispettandolo, in un'epoca in cui si declinano le responsabilità e si pongono troppe firme senza chiedersi quali conseguenze portino … leggere questo puntuale articolo mi rincuora e mi incoraggia a credere ancora nella capacità umana di imparare dai propri errori (spero). Daniela Pirro, una cittadina Garganica