Quello che segue è un esempio – rudimentale, ma di una certa efficacia – di come il social network possa diventare una preziosa fonte di public history, producendo archivi (testuali, fotografici, sonori) che raccolgono e conservano la memoria di una comunità. Come ho già detto altre volte, occorrerebbe una sistematizzazione, per evitare che tutto quanto di buono gruppi facebook, blog e siti stanno producendo, vada a sua volta disperso.
Lettere Meridiane ha avviato da qualche giorno una discussione su Palazzo Trifiletti, uno dei più antichi e artisticamente belli immobili del centro storico foggiano. È stato transennato, assieme all’attiguo Cinema Garibaldi, probabilmente a titolo precauzionale, per evitare danni alla pubblica incolumità. Ma c’è il concreto rischio che venga perso un pezzo importante del cuore e dell’identità della città.
La discussione è stata vivace e ricca, oltre che di opinioni, di contributi sulla storia del Palazzo, nonché immagini su come era una volta.
L’arch. Gianfranco Piemontese, già autore di una lucida riflessione sull’episodio, mi ha anche allegato una serie di fotografie di rara bellezza, mentre Tommaso Palermo, storico foggiano, ha postato un commento nel quale ricostruisce la storia di Palazzo Trifiletti.
Qui sotto il video che mette assieme le belle immagini di Piemontese (quelle in bianco e nero si riferiscono
ad una campagna di schedatura compiuta per conto dell’ICCD, Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, facente parte della Soprintendenza per i beni
architettonici ed artistici). Di seguito il testo di Tommaso Palermo. Guardate il video, lettegete il testo, e come sempre amateli e condivideteli.
Quando, anni fa, fotografai il cortile di palazzo Trifiletti, scostandone il portone, rimasi sconcertato: c’era un’atmosfera quasi esotica, di abbandono, di rovina, cui si aggiungeva una rima di degrado e sporcizia al suono del passo fugace di un abusivo.
La foto, che conservo ancora e che diffusi senza desiderio particolare di paternità, è diventata una sorta di foto ufficiale del caso Trifiletti, al punto da ritrovarla, con piacere, anche nella lettera meridiana che punta il faro su questa oscura vicenda foggiana.
A distanza di anni mi fu impossibile riaprire il portone e l’immagine di quel cortile “alla napoletana” con la vegetazione selvaggia è stata l’ultima visione di un colosso decadente.
Eppure Antonio Vitulli, nelle sue ricerche, identifica nel Trifiletti il palazzo che un tempo si chiamava Caccavelli. Il palazzo era sede della più antica e famosa compagnia filodrammatica foggiana: la Filodrammatica Torelli, dal nome del noto autore drammatico napoletano Achille Torelli.
Non un semplice palazzo, quindi, ma un vero contenitore culturale, sede di una delle numerose compagnie filodrammatiche foggiane, in un clima di grande fervore culturale, seppur dilettantesco.
É il Giornale Patrio, come sottolinea ancora il Vitulli, che ci documenta l’attività della compagnia (di cui poco si sa dei propri componenti) sin dagli inizi degli anni ’70 dell’Ottocento.
Abbandonata a se stessa, la struttura del Trifiletti, sembra, forse, destinata ad un destino già scritto nel suo passato, nel titolo di un’opera del modenese Paolo Ferrari, compresa nel repertorio della filodrammatica che aveva sede a palazzo Trifiletti:”Il suicidio”. Eppure basterebbe la disponibilità dei proprietari per farne un vero “luogo del cuore”, per riportarla in vita…
Tommaso Palermo
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