Un’informazione corretta deve fornire prima di tutto i fatti, sforzandosi di avvicinarsi alla loro verità. Le opinioni vengono dopo. La verità dei fatti, circa l’alluvione che ha stravolto la scorsa settimana, è che la mano umana c’entra poco. Ha fatto tutto la natura. Imprevedibile, implacabile.
Si era avuto sentore che i primi giudizi sommari sulla tragedia annunciata non fossero poi del tutto fondati quando meteoGargano (la comunità di metereologi indipendenti che opera sul promontorio, cui azione di monitoraggio va assolutamente lodata) aveva diffuso i dati sull’eccezionale andamento pluviometrico dei primi giorni di settembre. Roba da record, che porta ad assimilare quanto è successo la scorsa settimana a San Marco in Lamis, Peschici, Rodi Garganico, Carpino e negli altri comuni alluvionati alle maggiori alluvioni che si sono registrate in Italia negli ultimi anni. Segnatamente quelle liguri.
La decisiva conferma giunge da un prezioso documento che meteoGargano ha pubblicato sul proprio sito, scritto da uno scienziato, Franco Ortolani, docente presso l’Università di Napoli. (Può essere scaricato qui, nella sua versione integrale). Lo scienziato parla senza mezzi termini di disastro idrogeologico rilevando che “il giorno 6 settembre 2014 in seguito ad un nubifragio che ha fatto precipitare al suolo numerose decine di mm di pioggia in alcune decine di minuti. Gli alvei dei due torrenti (Chianara ed Ulso, che sfociano nella piana di Peschici, n.d.r.) hanno dovuto smaltire circa 300.000 metri cubi di acqua fangosa in poche ore” determinando “esondazioni ed invasione di aree urbanizzate con conseguente distruzione e danneggiamenti di manufatti. Le zone di foce sono state interessate da accentuata erosione spondale con conseguente ampliamento dell’alveo di piena ed asportazione di ingenti volumi di sabbia della spiaggia.”
L’analisi del prof. Ortolani è approfondita. Ma la chiave sta nei numeri: 300.000 metri cubi d’acqua che si riversano nell’alveo dei due torrenti in poche ore rappresentano qualcosa di assolutamente eccezionale.
Nella relazione si leggono altri due fatti importanti: il Chianara e l’Ulso drenano un bacino idrografico di circa 300 ettari di cui circa l’80% è boscato (dunque anche le considerazioni sull’eccessivo disboscamento sono certamente condivisibili, ma non sembrano applicabili a questa fattispecie); la pianura alluvionale dei torrenti Chianara ed Ulso non era stata classificata a pericolosità idraulica nel PAI dell’Autorità di Bacino della Puglia.
Queste le conclusioni cui perviene lo scienziato: “Molte voci istituzionalmente autorevoli hanno attribuito le cause del disastro all’abusivismo edilizio, alla cementificazione ecc. ecc..
L’analisi geoambientale effettuata evidenzia che le modificazioni antropiche e la cementificazione non hanno determinato apprezzabili modificazioni della superficie del suolo nell’ambito del bacino idrografico dei torrenti Chianara ed Ulso, come si può verificare nella figura 5 (qui sopra, n.d.r.).
La maggior parte del bacino idrografica di circa 300 ettari è ricoperta da bosco come lo era nel 1954-55. Nella pianura alluvionale le modificazioni causate da manufatti sono concentrate nella stretta fascia costiera.
Queste evidenze indicano che la causa dell’evento alluvionale, vale a dire l’enorme quantità di acqua incanalatasi negli alvei, non è da imputare alle attività antropiche svolte nel bacino idrografico.
Certo, sono fatti (e non opinioni) anche l’abusivismo edilizio che ha colpito la splendida costa del Gargano, la scarsa manutenzione dell’alveo dei torrenti e dei canali, l’alterazione di un ecosistema che per le comunità residenti rappresenta la più autentica risorsa di futuro. Ma non sono in relazione con quanto è successo a Peschici, almeno questa volta.
L’importante adesso che sulle polemiche abbia ragione la volontà di ricostruzione, rispetto alla quale c’è da dire che i garganici, i dauni, i foggiani stanno impartendo al Paese una lezione straordinaria. Ed anche di questo toccherà riparlare.
Views: 0
Nessuno contesta l'eccezionalità dell'evento: non a caso si è parlato anche per il Gargano di "bomba d'acqua" e i dati dello scienziato stanno lì a confermarlo.
Ovvio che se la massa d'acqua è eccessiva rispetto alla capienza e alla scorrevolezza di canali e torrenti che devono smaltirla, il danno sarà maggiore se l'acqua incontrerà nel suo percorso ostacoli di varia natura (rifiuti, occlusioni, case, aziende, stabilimenti balneari ecc.).
Se fosse piovuto anche solo il 20% della quantità d'acqua precipitata, i campeggi e i lidi spazzati via dalla furia delle acque avrebbero fatto la stessa fine, perché ubicati laddove non dovevano!
Ma mentre Giove pluvio non lo si può arrestare, tanti idioti avremmo dovuto assicurarli alla Giustizia per tempo…
(Maurizio De Tullio)
il sig. ortolani dovrebbe informarsi un po meglio sui vincoli di natura idrogeologica presenti e dei manufatti a foce e a monte realizzati in barba a tali vincoli come si evince dalle sue stesse foto…