Vandalismo conseguenza della disgregazione e della crisi delle famiglie

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Fanno discutere, eccome, le lettere meridiane sui ripetuti atti vandalici che hanno abbruttito la villa comunale. E la sensazione è che il tema della sicurezza sia assai più percepito di quanto non si creda. Anche se nel confronto prevalgono spesso l’ideologia e il pregiudizio.
Sulla bacheca del gruppo Facebook dell’Auser, Fernando Faleo punta il dito contro gli extracomunitari: “I rumeni ed i bulgari rubano tutto ciò che è rame, bronzo, ferro e non hanno rispetto di nulla e di nessuno; non mi meraviglierei se asportano anche la statua di U.Giordano e delle sue opere compreso la recinzione.”
A Faleo replica Raffaele de Seneen, che accusa invece lo scarso senso civico degli “indigeni”: “Gli attacchi vandalici ai monumenti in villa iniziano ben prima della “calata” di bulgari, rumeni, ecc. Ancora oggi sono esclusivamente targati e firmati: “Giovane nullafacente, che fa sega a scuola, foggiano”. A proposito del busto dei F.lli Biondi, l’unica cosa che mi consola è che non si tratti di “attacchi politici” se non in pochi casi, in quanto molti ragazzi/giovani foggiani assommano in se incultura, non conoscenza di fatti, personaggi e storia, e questo passi fino ad un certo punto, ma anche mancanza di educazione e scarsa fantasia nel divertirsi. Nella villa non c’è controllo e va bene, ma neanche nella centralissima e apertissima piazza Giordano, dove l’intero compendio monumentale è trasformato in parco giochi e palestra.”
Chiarastella Fatigato non ha dubbi: “Fanno salasso a scuola e si divertono così. Altro che bulgari e rumeni. Foggianissimi.”
Inquietante la testimonianza di Antonietta Pistone, e profondamente vera: “Ho provato per due mattine di seguito ad andare a leggere in villa ma ho potuto constatare che è diventata un luogo popolato da debosciati che bevono birra fin dalle 11. Sono stata importunata e al terzo giorno ho scelto i giardini di piazza Padre Pio molto più tranquilli. Che peccato per Foggia!”

Sulla  bacheca degli Amici della Domenica, che tantissime energie hanno speso per la rivitalizzazione della villa, come puntualmente ricorda e sottolinea Cesare Rizzi (autore della foto di sopra),  interviene con un ponderato commento Mario Salvemini:  “Certamente se in giro ci sono tanti cretini che si divertono a imbrattare, a rovinare e a distruggere tutto ciò che ci sta attorno, poi non ci possiamo lamentare se la città di Foggia è agli ultimi posti in merito alla qualità della vita, non possiamo prendercela con questa o quella amministrazione se le cose non vanno.” 
Sul post iniziale in cui avevo dato notizia degli atti vandalici ai danni dell’altorilievo dedicato ai due fratelli partigiani, si era sviluppato un interessante confronto sulla bacheca del gruppo Foggia: ricordi del cuore.
Alessandro Mastrodomenico ha scritto: “Peccato! Eppure a Foggia ci sono tanti giovani davvero bravi…”
Interessante ed accorata la riflessione di Vinicio Di Gioia: “Ti assicuro che questa Città non era così. Non conoscevo questo vandalismo di importazione. Sicura è la voglia di protagonismo dei neo foggiani.” Secondo Milly Pellegrini, “la stupidità e la voglia di protagonismo non finiranno mai, purtroppo.” Anche Giuma Sologiuma punta il dito contro “la demenzialità che dilaga tra i giovani che mostrano la sindrome della inutilità.” Giuma se la prende anche con l’assenza di valori nelle famiglie, aggiungendo: “La causa di questa degenerazione è la famiglia e il suo contesto.”
Tutto vero, e tutte le opinioni sono condivisibili. Mi sembra che il tratto comune dei diversi commenti sia rappresentato dalla consapevolezza che di fronte all’inciviltà non basta la repressione: occorre un’azione preventiva che passa per la ricostruzione di quei valori di convivenza e di solidarietà che una volta la città possedeva, ma che si sono ormai rarefatti.

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Author: Geppe Inserra

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