Non furono soltanto Joe Louis e Humprey Bogart a venire a Foggia durante l’occupazione americana. Tra i tanti personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo che si prodigarono per tenere alto il morale delle truppe, ci fu anche la sfortunata star di Hollywood, Carole Landis.
L’informazione si trova nel numero del 26 maggio 1946 di Foggia Occupator, il giornale che gli americani stampavano nel capoluogo dauno, e che si rivela un’autentica miniera di dati, non soltanto riguardo ciò che facevano gli occupanti stranieri, ma anche rispetto alla vita di casa nostra.
Il redattore gioca sulla notizia, paragonando Siponto a Hollywood. La località sipontina era frequentatissima dagli americani, in quanto facilmente raggiungibile sia dal capoluogo sia dalle altre località, come Lucera, Cerignola e San Severo, che nei cui pressi sorgevano gli scali del Foggia Airfield Complex.
“L’altro giorno è venuto nei nostri uffici un nostalgico soldato – scrive Foggia Occupator – per controllare se fosse vera la voce che miss Carole Landis, diva di Hollywood, era venuta a Foggia per nuotare nella piscina del Siponto Beach Club. Abbiamo controllato i nostri documenti e abbiamo potuto accertate che la signora Landis, come potete vedere, era ancora a Hollywood.”
In realtà, dalla immagine sembra vero il contrario. L’attrice si fa fotografare proprio a Siponto, e non a caso il trafiletto è intitolato “Vista al Siponto Beach Club”.
Il redattore aggiunge anche dei particolari cromatici sulla mise dell’attrice che ovviamente il giornale non poteva mostrare da solo, essendo in bianco e nero: “Per gli appassionati di moda, diremo che la signora Landis indossava un costume costituito da pantaloncini neri e un reggiseno colorato di blu reale, bianco e nero. I sandali sono in tinta con il resto.”
Carole Landis fu tra le attrici di Hollywood più attive nelle tournée a vantaggio delle truppe americane sui diversi fronti, ed anche per questo diventò particolarmente amata dai suoi connazionali.
Proprio durante una di queste si ammalò gravemente di malaria. La fortuna incontrata negli spettacoli allestiti nei diversi fronti in cui l’esercito statunitense era impegnato non si confermò sul grande schermo.
Difficoltà sentimentali e professionali la gettarono in uno stato di prostrazione che nel 1948, poco più di due anni dopo la bella foto di Siponto, la portarono al suicidio. Tra i film più noti che la videro impegnata Manila Calling (1942), Ciao bellezza! (1943), A Gentleman at Heart (1942).
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