L’estate culturale volge al termine, ma resta l’impressione con cui era cominciata. A fronte di un impoverimento dell’offerta culturale nei grandi comuni della piana e purtroppo anche di quelli a maggior vocazione turistica, ha retto più che bene quella del resto della Provincia, dai Monti Dauni (Orsara, Biccari, Accadia, Deliceto, Troia, Pietramontecorvino e non solo, come vi dirò tra poco) al Gargano (Carpino, San Marco in Lamis, Rodi Garganico), dove sempre più la cultura va sposandosi con lesuggestioni di un possibile, nuovo modello di sviluppo.
Occorrerebbe riflettere seriamente su queste best practice per vedere se sia possibile metterle in rete, agganciandole seriamente ad altre opportunità, come il progetto di Eccellenza Turistica dei Monti Dauni, in corso di cantierizzazione.
Esemplare, in questo senso, quanto sta accadendo a Rocchetta Sant’Antonio. Le notizie alla base di questa lettera meridiana mi sono state date da Alfonso Di Stefano, un altro degli “Sparuti pionieri” che con me condivide la necessità di “una nuova idea di sviluppo basata sulla valorizzazione delle risorse endogene e la sostenibilità”.
Nel suo Viaggio elettorale del 1875, Francesco De Santis, colpito dalla accoglienza dei rocchettani, che lo salutarono a suon di chitarra e canti, dalle loro “facce allegre, sincere” e dalla “bella e forte gioventù”, ebbe a definirla “Rocchetta la Poetica”. E fa specie pensare che quasi un secolo e mezzo dopo, al responsabile del Progetto di Eccellenza Turistica dei Monti Dauni, Federico Massimo Ceschin, non sia stato rinnovato il contratto con l’accusa di “fare troppa poesia.”
A Rocchetta si tenta invece – e con successo – di coniugare la poesia (l’identità, la storia, il paesaggio) con il futuro. Lo sviluppo sostenibile non è più una scommessa, ma una consapevole direttrice di sviluppo, messa a punto con una serie di politiche ambientali che hanno permesso di ottenere la certificazione Ambientale ISO 14001, e adesso di puntare alla certificazione EMAS (sono pochissimi i comuni con tali certificazioni e nessuno nell’Italia meridionale).
Le certificazioni ambientali possono sembrare un lusso, ma non è così: proprio a partire da questi riconoscimenti, Rocchetta si è candidata alla Bandiera Arancione, e l’ha ottenuta.
Tali politiche ambientali hanno consentito di affrontare in modo egregio anche la questione, in altri posti drammatica, dell’equilibrio tra la produzione di energia da fonti rinnovabili e la tutela del paesaggio.
Rocchetta è tra i comuni in Italia che producono più energia pulita (circa 90 MGW installati) con una lunga seria di positive ricadute: può contare sulle royalties più alte d’Italia (da cui il Comune incassa annualmente tra 1,2 e 1,4 milioni di euro a seconda della ventosità); la tassazione locale è tra le più basse d’Italia (IMU prima casa 2×1000, seconda casa 5.5×1000, tassa rifiuti a 1.35 euro al mq); le royalties sono servite inoltre a finanziare rimborsi viaggio agli studenti fuori sede, borse di studi agli studenti meritevoli dalle scuole elementari fino all’università.
Superfluo dire che l’amministrazione ha optato per la raccolta differenziata dei rifiuti con il metodo porta a porta, con risultati più che positivi: la percentuale di differenziata è superiori al 50%.
E non è ancora tutto: da diversi anni Rocchetta è partner di qualificate iniziative nazionali di educazione ambientale quali Puliamo il Mondo, Mi illumino di meno; è tra i comuni europei aderenti al Patto dei Sindaci per l’efficientamento energetico degli edifici; è operativo un regolamento comunale per l’efficientamento energetico delle case (casa ad energia zero).
Le politiche culturali si innestano dunque su un sostrato diffuso di qualità ambientale e di qualità della vita. Qui il turismo esperenziale è qualcosa che si può già toccare con mano, proprio come toccò a Francesco De Santis nel suo Viaggio Elettorale.
Il cartellone culturale di Rocchetta Sant’Antonio è tra i più qualificati e radicati dei Monti Dauni. Da quindici anni viene organizzata L’estate rocchettana che trasforma il borgo in un villaggio turistico collinare. Ma non si tratta di un’offerta culturale soltanto estiva. Durante tutto l’anno vengono promosse iniziative promozionali turistiche e culturali, tra cui la giornata Borghi accoglienti del Touring club e il premio letterario al femminile intitolato a Maria Teresa Di Lascia a cui stanno partecipando ogni anno tra i 50 e 70 concorrenti.
Il cartellone estivo 2014 ha proposto e sta proponendo iniziative di notevole interesse e fascino come il Festival dei 5 Continenti (partecipano una serie di artisti di strada provenienti da diverse parti del mondo); l’ormai sempre più radicato festival di cortometraggi Officinema (gemellato al Festival del Cinema Indipendente di Foggia); la notte bianca (Rocchetta è stata tra i primissimi posti d’Italia in cui si è organizzata); la sagra del cinghiale; la giornata medioevale con l’incendio al castello e la cena medioevale.
Com’è successo ad altri comuni dei Monti Dauni (Bovino, Biccari) anche Rocchetta si è trasformata negli scorsi mesi in un set cinematografico, ospitando le riprese del film L’ultima Fermata, incentrato sulla stazione ferroviaria Rocchetta-Avellino. Il film è stato presentato al Taormina Film Fest lo scorso 16 giugno ed uscirà nelle sale il prossimo autunno
C’è n’è abbastanza per considerare Rocchetta Sant’Antonio un caso d’eccellenza per gli aspetti ambientali e culturali così come Orsara di Puglia lo è per la gastronomia. “Far conoscere le buone pratiche è importante per lo sviluppo locale perché innesca effetti imitativi che fanno crescere l’intero territorio”, chiosa Alfonso Di Stefano dopo aver sciorinato scrupolosamente dati e fatti. Verissimo. Il gap di comunicazione su quanto si buono si fa nella nostra terra è uno degli ostacoli più sensibili alla diffusione, alla circolazione, all’intreccio delle buone prassi. Lettere Meridiane cerca di ovviarvi.
[La foto di sopra è di Andrea Gisoldi]
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