L’identità nascosta di Foggia città mariana

Foggia è una città mariana per eccellenza. Non sono molti i luoghi che possano vantare tanta grazia, tante apparizioni e tanti miracoli della madre di Dio, segno di una predilezione di Maria verso i foggiani, del tutto ricambiata. La prima, nel bosco del Cervaro, al pastore Strazzacappa, nell’aprile del 1001. Quindi il 22 marzo del 1731, all’indomani del terribile terremoto che distrusse la città, ai fedeli riuniti nella Chiesa dei  Cappuccini, dov’era stata trasferita l’Iconavetere a causa del parziale crollo della Cattedrale. Infine il prodigio della liberazione del Colera, accompagnato da movimenti e lacrimazioni della statua della Madonna dell’Addolorata, nel mese di luglio del 1837.
Nel caso della Madonna dei Sette Veli, la religiosità popolare vuole che l’apparizione fu accompagnata dalla promessa che mai più nessuno foggiano sarebbe morto a causa di un terremoto. L’apparizione del 22 marzo 1731 fu la prima di una lunga serie, che richiamò a Foggia tanti fedeli provenienti anche da altre zone. Di alcune fu testimone Sant’Alfonso dei Liguori, che ne lasciò un dettagliato resoconto e che fu anch’egli protagonista di un evento miracoloso: durante un’apparizione della Vergine, Sant’Alfonso avrebbe lievitato, sollevandosi dal pavimento. Nella foto un dipinto che illustra quel fatto prodigioso.
La devozione popolare per la Madonna dei Sette Veli si è sviluppata oltre gli stessi confini della città di Foggia, anche se non sono molti i foggiani che lo sanno e se, fino ad oggi, non vi sono state particolari iniziative volte a valorizzare quello che potrebbe diventare un itinerario della Madonna dei Sette Veli che parte del capoluogo dauno.

La patrona di Foggia è infatti venerata, oltre che a Foggia, anche a Bisignano, cittadina in provincia di Cosenza e a Maschito, in provincia di Potenza.
Il culto della madonna foggiana fu esportato in Calabria da mons. Vincenzo Ricotta, che dopo essere stato presule a Foggia fu mandato a svolgere la sua missione pastorale nella diocesi consentina. Mons. Ricotta commissionò la realizzazione di un quadro dedicato alla Madonna foggiana (giudicato di originalissima fattura) e di un altro dedicato alla Madonna dell’Addolorata, liberatrice dal colera. La sede di Bisignano dell’Archeoclub d’Italia così descrive il quadro, ubicato nella navata destra della cattedrale del centro calabrese: “Nell’opera sono in evidenza una mano e la testa. all’interno dello spazio che delimita il volto sono contenuti sette veli”.
Nel libro La pietà popolare in Italia viene riportato l’estratto di un articolo di Luigi Falcone, comparso nell’ottobre del 1987 sul giornale l’Unione, che racconta la storia del culto della Madonna dei Sette Veli a Bisignano. Secondo Falcone, il quadro di Bisignano sarebbe la copia esatta di quello di Foggia, ma stando alla descrizione dell’Archeoclub, così non è.
All’origine della fama della Madonna dei Sette Veli di Maschito, un piccolo comune della provincia di Potenza vi è un altro evrnyo miracoloso. La storia è stata ricostruita da Donatella e Bruno Di Biccari in un articolo Tre città unite dalla devozione / Foggia, Maschito, Bisignano comparso sul n.11 del 23 marzo 2012 del settimanale dell’Arcidiocesi, Voce di Popolo.
A esportare in Lucania la devozione verso la Madonna protettrice di Foggia fu il Vicario Curato di Maschito, don Donato Pazzariello, che – come si legge nell’articolo – “si fece confezionare dal pittore foggiano Luigi Consagro su un quadro l’immagine della Madonna dei Sette Veli da portare al suo paese per farla venerare.”
L’apparizione si verificò il 15 agosto 1939. “Il quadro coperto dai sette strati di stoffa – scrivono i due autori – mostrò improvvisamente il volto della Madonna. Ancora una volta la Madonna volle prediligere proprio dei bambini nel mostrare il suo bellissimo volto. I veli che coprivano l’immagine della Madonna, si distaccarono l’uno dall’altro e si disposero in modo tale da formare una corona e da rendere visibile il volto della Vergine”.
Il 5 settembre del 1960, la Madonna dei Sette Veli fu riconosciuta Patrona di Maschito da Papa Giovanni XXIII che accolse la richiesta dei cittadini del centro lucano che la Madonna “dei sette veli” fosse la loro Patrona.
“Attualmente – scrivono ancora Donatella e Bruno Di Biccari  –  la Madonna dei Sette Veli si presenta senza nessuno strato di stoffa, in quanto il 5 ottobre 1989 nella Chiesa Madre ignoti cosparsero i veli di liquido infiammabile, ma per miracolo la preziosa tavola non andò in rovina.”
Come si è detto, non sono state molte, fino ad oggi, le iniziative rivolte a valorizzare questo itinerario di fede e di grazia. Un paio di anni fa, l’associazione Capitanata Mia per sensibilizzare l’opinione pubblica foggiana sul culto della Madonna dei Sette Veli, all’indomani di gravi episodi di teppismo che si erano registrati al Parco dell’Iconavetere (dove sorgono i ruederi del Convento dei Cappuccini teatro dell’apparizione del 1731) promosse un gemellaggio con la città e la Pro Loco di Maschito.

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Author: Geppe Inserra

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