L’exploit di Unza Unza Band alla notte bianca di San Marco in Lamis

“Cchiù fa notte e cchiù fa forte”, la notte bianca di San Marco in Lamis, promette di diventare una delle feste pugliesi più belle e importanti. Buona musica, un’organizzazione eccellente (firmata dall’Arci e dall’Associazione Borgo Magna), un’offerta enogastronomica di buon livello, e per tutte le tasche. Insomma, un’autentica festa popolare da vivere.
Ci sono andato per vedere Tonino Carotone (bravo, un autentico mattatore sul palcoscenico) ma la vera sorpresa della serata me l’hanno regalata gli Unza Unza Band. Scatenati, irriverenti, i quattro ragazzi lucerini (Pierluigi Vannella: chitarre,voce e cavaquinho; Guido Paolo Longo: fisarmonica, cori; Giancarlo Leggieri: basso; Mario Canfora: batteria) hanno letteralmente conquistato il pubblico.
La mission musicale del gruppo è intrigante: si parte dalle canzoni di Matteo Salvatori e della infinita tradizione musicale dauna (che non è solo tarantella, ma tanto altro, come Unza Unza Band dimostra con rara efficacie) per contaminarle con gli arditi arrangiamenti di Vannella e Longo, che mettono insieme tutta una serie di sonorità che vanno dal Sudamerica ai Balcani, passando per il reggae e il gipsy jazz. Più facile a dirsi che non a farsi, con il rischio di confondere e perfino di scottarsi.
Invece i ragazzi di Unza Unza Band raggiungono l’obiettivo. Dietro la loro performance c’è un vago sentore di Goran Bregovitch, ma l’esperimento è assolutamente originale, tanto da dare vita a un nuovo possibile genere, come gli stessi dichiarano nella loro pagina Facebook. Si chiama folk e cos’ (dove cos’ sta per dintorni). Una provocazione che esalta alla fine la tradizione, la rinnova, la fa sorridere.
Il connubio tra i suoni antichi e profondi della terra di Capitanata e il resto del mondo si rivela vincente, accattivante, trascinante, anche per merito della bravura dei musicisti, guidati dalla straripante simpatia di Pierluigi Vannella.
Quanti li hanno persi a San Marco in Lamis, hanno l’opportunità di rivederli venerdì 29 al “Terravecchia festival” a Pietramontecorvino. Non mancate, ne vale veramente la pena.
Per il momento gustatevi Pett tonna, rielaborazione del celebre brano di Matteo Salvatore inserita nell’EP “Unza Unza Band” – 2008 (voce recitante: Dino La Cecilia; chitarra, castagnole, basso elettrico e voce: Pierluigi Vannella; fisarmonica, tamburello e cori: Guido Paolo Longo; cori e voce dub: Katia Mucciarone; batteria : Antonio Siani). Ascoltatela, amatela, condividetela. (E se vi è piaciuta, vi consiglio anche Sempre Poveri, nel sito MySpace del gruppo).

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Author: Geppe Inserra

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