Nella discussione su Foggia bella o brutta interviene su Lettere Meridiane anche Davide Leccese, assessore comunale alla cultura negli anni Settanta e successivamente dirigente scolastico del liceo classico Lanza (che ha anche un bel blog, che vi suggerisco di visitare). Ad aprire la discussione era stato, sul suo profilo Facebook, proprio il prof. Leccese, sollecitando una opinione su alcune affermazioni rese dall’ex rettore dell’università di Foggia, Giuliano Volpe (qui il post).
Scrive Davide Leccese.
Rispondo a Geppe, qui e non sul mio post, avendo lasciato – come abitudine – che ognuno esprimesse le sue valutazioni senza condizionamenti pre-interpretativi da parte mia.
Giusto: Non ha senso parlare di una città bella o brutta se non la si contestualizza al vivere bene o al vivere male, all’accettare le regole di una convivenza “regolata” da sani principi di condivisione del permesso e del negato.
Poi si fanno anche considerazioni urbanistiche, logistiche, di servizi e di buon governo.
Volpe – a mio parere – avendo scelto di essere “foggiano” – ha sposato la causa dell’accorato appello a fare della propria città un luogo in cui si vive e non solo un luogo in cui si abita. Il che comporta una compartecipazione responsabile espressa dalla rivendicazione dei diritti dopo il rispetto dei doveri. Esiste a Foggia questo senso civico partecipato?
Ho le mie riserve. Io, nel mio piccolo, quando ero amministratore, ho cercato di farlo. Ora, come cittadino, nel mio piccolo, cerco di farlo. In conclusione sono fiducioso perché credo che un rigurgito di orgoglio foggiano stia riemergendo.
Leccese ha postato un commento anche alla nota di precisazione inviata a Lettere Meridiane dal prof. Volpe, che contiene una proposta interessante (sulla quale, forse, lo stesso social network potrebbe diventare un utile strumento di partecipazione.
Da sempre mi batto – con scarsa fortuna – per un’analisi approfondita che distingua, anche urbanisticamente, tra “Foggia antica” – “Foggia Storica” – “Foggia vecchia”. Tale analisi favorirebbe, anche in vista del PUG (Piano Urbanistico Generale) decisioni specifiche e coraggiose su cosa conservare, cosa eliminare e cosa esaltare. Chissà che prima o poi…..
Nella discussione è intervenuto anche Vincenzo Concilio, con una lucida ed articolata riflessione sulla bellezza come categoria non solo estetica, ma anche civica.
Views: 12
A codicillo riflessivo – sull'obbligo "umano" di non fare della città un luogo di "cose-case" ma una dimensione di persone, cito Marguerite Yourcenar:"“Costruire, significa collaborare con la terra, imprimere il segno dell'uomo su un paesaggio che ne resterà modificato per sempre; contribuire inoltre a quella lenta trasformazione che è la vita stessa delle città.”