Foggia bella o brutta? Interviene nella discussione Michele Lauriola, fondatore e promotore della rete ProCapitanata. Ecco il suo intervento.
Quando un osservatore pone l’attenzione sulle questioni esteriori di un
“contesto”, il giudizio risulta distorto. La premessa è d’uopo per
poter entrare nel vivo della discussione sul giudizio sommario del
contesto territoriale, quale è quello dello Spazio Foggia, che viene
fuori dai commenti.
Il punto di vista dell’osservatore è l’elemento che
discrimina un giudizio dall’altro e, comunque, sono la risultante delle
valutazioni soggettive dell’osservatore. Essi sono tanto più
“suggestivi” quanto più elevato è il livello culturale di chi li
esprime. Quello di Volpe è sicuramente tale.
La realtà, però, è altra
perché il giudizio complessivo di un contesto è quello che non si scrive
e non si dice ma che si percepisce in tutte le persone che quel
contesto lo vivono quotidianamente. Centosessantamila persone circa
vivono lo Spazio Foggia e lo vivono perché il loro giudizio è
sicuramente quello di uno “Spazio bello”. È ovvio quanto dice Volpe:
“il tema della bellezza di una città è tema complesso, non legato solo ad
architettura e urbanistica, ma a senso civico, a solidarietà, a etica, a
cultura, etc.”.
Allora la vera discussione, Davide Leccese, che andrebbe
fatta è se i centosessantamila cittadini dello Spazio Foggia hanno
abbastanza senso civico, sono capaci di fare solidarietà, hanno etica e
cultura, etc . Geppe Inserra ha scritto molto su questi temi e molto
interessante risultò un altro dibattito più o meno dello stesso tenore:
“Resto al Sud”.
[La foto che illustra il post è di Andrea Omizzolo]
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Caro Michele, dare ed avere, con continuo interscamnbio di ruolo: città vissuta se vivibile; città vivibile se vissuta. Gli spazi non sono solo luoghi fisici ma soprattutto luoghi mentali, affettivi e…culturali. Il senso civico non è un sacramento che agisce "ex opere operato" (dall'alto il valore e gli effetti) ma soprattutto "ex opere operantis" (con la cooperazione di tutti).