Rocco Rampino è un talentuoso giovane foggiano, costretto a cercare lavoro al Nord. Dove, per fortuna, lo ha trovato. Altre volte ha pubblicato su Lettere Meridiane riflessioni anche aspre sul contesto economico e sociale a Foggia e nel Sud, suscitando confronti appassionati e interessanti.
Gli stessi toni e la stessa vis polemica caratterizzano le sue opinioni sulla lettera meridiana di ieri, in riflettevo sulla crescita dell’appeal turistico dei Monti Dauni, certificata dalla bella pubblicazione del magazine Lo Struscio, che raccoglie l’impressione cartellone culturale messo ai campo dai comuni collinari della Capitanata.
Rocco contesta la tesi (che per la verità non sostenevo nell’articolo, ma che è comunque una tesi che si sente circolare molto) che il turismo possa rappresentare un volano di sviluppo per il Mezzogiorno, esibendo i dati di Google sull’andamento del lavoro al Sud, in costante calo.
Sintetizzando, si può dire che la crescita dell’attrattività turistica del Mezzogiorno non ha sprigionato l’atteso incremento dei livelli occupazionali.
Scrive Rocco Rampino: “Come si spiega il fatto che negli ultimi 30 anni si sente sempre dire che al Sud Italia il turismo e la cultura sono il volano della società, dell’occupazione, ma i dati certificano che la disoccupazione oscilla intorno al 50% ? …bisogna forse cominciar a cambiare volano?… oppure imparare a fare turismo e cultura per 12 mesi all’anno e non solo 3?
Siete sicuri di dovervi concentrare sulla gara del paesino che fa più sagre e feste, oppure forse è il caso di cominciare a fare rete, a fare sistema come si fa con successo in altre zone del Nord Italia?
…e se qualcuno non sapesse da dove cominciare, si provi a fare con umiltà qualche visita fuori dal proprio palmo di naso per vedere come lavorano gli altri su questi temi, per prendere spunti e personalizzare le buone idee in base ai propri territori.
Se non si cambia mentalità, si continuerà a guardare sempre il dito che punta alla luna!”
Condivido molte delle osservazioni di Rampino. Molto spesso Lettere Meridiane ha sottolineato la necessità e l’urgenza di fare sistema, per quanto riguarda lo sviluppo del turismo in provincia di Foggia, tenendo presente che soprattutto negli ultimi anni è andata sviluppandosi una forte competizione tra i diversi territori meridionali, che hanno messo in difficoltà il Gargano e la Capitanata. Perciò mi pare che l’analisi vada approfondita e non possa essere generalizzata all’intero Mezzogiorno. Ci sono aree meridionali che stanno crescendo, e aree che stanno decrescendo, purtroppo la Capitanata è tra queste ultime.
Tanto per restare alla sola Puglia, la nostra Regione ha marcato negli ultimi anni un’indubbia crescita della sua attrattività turistica che ha però riguardato solo marginalmente la provincia di Foggia che era una volta la provincia turistica pugliese per eccellenza (e comunque molto diversa da quel deserto dipinto da Rocco Rampino).
Scelte sbagliate, la fisiologica difficoltà a far sistema, i ben noti gap infrastrutturali (primo tra tutti la mancanza di un aeroporto che consenta il traffico dei voli charter turistici stanno vanificando una importante risorsa per il futuro della Capitanata che ovviamente non potrà vivere di soli turismo e cultura, ma che dal turismo e dalla cultura potrebbe trarre nuovi stimoli per innescare un diverso modello di sviluppo, maggiormente orientato alla risorse del territorio.
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