Qualcosa comincia a muoversi per il recupero e il rilancio della straordinaria eredità culturale, scientifica, morale e politica di Danilo Dolci, tra i più grandi e rimossi intellettuali italiani del XX secolo.
Dopo i due libri pubblicati dalla casa editrice foggiana Il Rosone, anche il mondo della musica riscopre la vis poetica del pensatore non violento che spese la sua vita per difendere i diritti dei più deboli.
Entrambi i volumi sono disponibili gratuitamente on line, in versione digitale. Per scaricarli o per leggere la recensione di Geppe Inserra, cliccare sui relativi collegamenti:
- Michele Ragone, Le parole di Danilo Dolci. Dizionario lessicale-concettuale, presentazione di Antonio Vigilante, Biblioteca di Educazione Democratica, I, Edizioni del Rosone, Foggia 2011, pp. 305.
- La recensione di Geppe Inserra – Quando un libro ti cambia la vita. Le parole di Danilo Dolci
- Antonio Vigilante, Ecologia del potere. Studio su Danilo Dolci, Biblioteca di Educazione Democratica, II, Edizioni del Rosone, Foggia 2012, pp. 520. Isbn 978-88-97220-53-4
Venendo al fronte musicale, Cesare Basile, cantautore duro e puro (noto tra l’altro per aver rifiutato di andare al Premio Tenco, in polemica con la Siae) ha pubblicato nel suo ultimo album Sotto i colpi di mezzi favori, canzone ispirata alle poesie di Danilo Dolci,. Una gemma preziosa, un pezzo di straordinaria bellezza che è anche un autentico manifesto della vita, del pensiero e delle opere di Danilo Dolci.
Ascoltate la canzone, amatela, diffondetela, condividetela. Ecco il video e ancora più sotto il testo.
Sotto i colpi di mezzi favori
A guardare
non si vedono polvere e ossa
le terrazze ti cavano gli occhi
i cortili ti prendono il fiato
dentro coppe di luce
luminarie e reliquie di sante
divorate nel sole
qui le offese
sono offerte di pane
e nel pane
si nasconde l’offesa
non lo vedi a guardare
dall’alto
A guardare dall’alto
non si pensa che altrove
se arrivava qualcuno da qui
preferiva tacere il suo nome
la terra inventava gli accenti
ingoiando bestemmie
come a chiedere scusa
ai cirnechi e la sabbia
se i mandanti
sono fatti ministri
e i ministri
si fanno mandanti
non ci pensi a guardare
dall’alto
A guardare
questa strada dall’alto
non lo vedi il mestiere dei servi
chiusi nelle botteghe a forgiare
il ricatto e la democrazia
inchiodare le bare
tatuare i presagi
di un piano regolatore
i pezzenti
allevati a padrone
son la guardia migliore
sono guardie da sempre
non li vedi
a guardare dall’alto
A guardare dall’alto
non le vedi le schiene spezzate
sotto i colpi di mezzi favori
i signori seduti al caffè
consumare il diritto di pochi
a marchiare le carni
con un ferro di riconoscenza
e una stretta di mano
ma nel buio
di ogni seme c’è il segno
di una sorte rappresa
nei canestri dei boia
non lo vedi dall’alto
ma nel buio
di ogni seme c’è il segno
di una sorte rappresa
nei canestri dei boia
non lo vedi
a guardare dall’alto
In un’intervista rilasciata a Outsidermusica, Cesare Basile ha così raccontato la genesi di Sotto i colpi di mezzi favori: “la canzone è stata ispirata dalla lettura di una poesia di Danilo Dolci che raccontava in qualche modo la sua esperienza negli anni 50 nelle zone di Partinico e Trappeto, tra Palermo e Trapani, esperienza di lavoro diretto con gli ultimi della terra, contadini, disoccupati, criminali, pescatori di frodo, tombaroli, persone con le quali divideva le giornate cercando di capire insieme a loro come potevano autogestire il loro disagio e farlo diventare ricchezza tramite l’azione quotidiana. Quella poesia, scritta originariamente pensando a questa Sicilia di disperati, mi ha ispirato una canzone che vuole essere una considerazione in generale, non solamente siciliana, su quello che è il rapporto tra sfruttatori e sfruttati.”
Ultima annotazione: i cirnechi di cui Basile parla nella canzone sono dei cani originari dell’Etna, di una razza antichissima.
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