Andrea Ricciardi segnala sulla mia bacheca di facebook, invitando Pinuccio a visitare il luogo, l’amara situazione in cui versa uno dei posti più belli del Gargano, Bosco Isola del Lago di Lesina. Per quanti non lo sapessero, il popolare comico barese Pinuccio ha dedicato alle Tremiti e al Gargano tre reportage (potete vedere qui il primo, qui il secondo ed infine qui il terzo), suggestivamente intitolati #orotrelemani, a sottolineare che molto spesso la nostra terra possiede straordinarie richezze, che non vengono utilizzate con la dovuta efficacia. Le aree protette possonmo essere purtroppo annoverate tra queste.
“Bosco Isola del lago di Lesina – scrive Ricciardi – 14 KM DI SPIAGGIA ABBANDONATA. L’area SIC e ZPS più bella della costa Adriatica diventata una specie di terra di conquista, un recinto con rete metallica a maglia stretta lungo circa 7 km su 14.”
Condivido l’amarezza di Ricciardi. Troppo spesso le aree protette si trasformano in una sorta di lager, sottraendo alla possibilità di una fruizione pubblica e di una valorizzazione economica (ovviamente compatibile con la qualità ambientale). I due acronimi, SIC e ZPS stanno per Sito d’interesse comunitario e Zone di protezione speciale. Servono a garantire l’incolumità della fauna che vi transita o che vi si stanzia: ma forse più dei recinti sarebbero utili iniziative più profonde di sensibilizzazione dell’uomo verso la natura e l’ecosistema.
Sempre in tema di aree protette, il dott. Fernando Faleo, dirigente in pensione della Guardia Forestale ha commentato la lettera meridiana dedicata allo straordinario film sui Monti Dauni con alcune interessanti riflessioni, che di seguito riporto: “Nel 2003 , quando ero ancora in sevizio presso il comando provinciale del Corpo forestale dello Stato di Foggia, dal ministero chiesero una relazione illustrativa per promuovere l’istituzione del “parco dei Monti Dauni settentrionali” dove esiste il maggiore nucleo boscato di proprietà comunale, con alcune peculiarità floristiche , ma poi nessuna proposta politica . Sarebbe il caso di riaprire il discorso alla luce del vostro filmato. “
Sarebbe veramente bello se il film fungesse da stimolo per riaprire un discorso che sembra effettivamente caduto nel dimenticatoio.
Per amor di verità, c’è da dire che non mancarono iniziative politiche volte alla istituzione del Parco Nazionale dei Monti Dauni.
Nel 2003, l’on. Lello Di Gioia, allora deputato dello Sdi presentò una proposta di legge in tal senso. Nella intenzioni del parlamentare socialista, il parco doveva abbracciare un territorio che comprende 30 comuni. Oltre a Lucera, importante per il “bosco sacro” posto ai piedi del Castello Svevo-Angioino, l’area protetta doveva includere l’enorme patrimonio naturalistico dei Monti Dauni Settentrionali e Meridionali. Una zona vastissima che tocca da un lato il Molise e dall’altro l’Irpinia. I paesi della Comunità Montana del Nord sono 13. L’ente montano meridionale, invece, comprende 16 centri. Insieme, racchiudono un patrimonio naturalistico di inestimabile valore. Migliaia di ettari di bosco, centinaia di specie vegetali e animali, torrenti, sorgenti d’acqua (famose quelle di Alberona, “paese dell’acqua”), e aree umide. Tra queste, ci sono anche le zone del lago Pescara, a Biccari, e quella del grande invaso di Occhito nella valle del Fortore.
Tre anni dopo la presentazione della proposta di legge, la Giunta della Commissione Ambiente della Camera dette il suo parere favorevole alla istituzione del Parco. Ma da allora non si è mosso più niente.
È superfluo sottolineare che una politica più avanzata ed incisiva a favore delle aree protette – già istituite o da istituirsi – potrebbe rappresentare per la Capitanata una grande occasione di futuro. Purché non le si trasformi in recinti.
Views: 0
Non concordo con quanto scritto. L'istmo di Lesina non è assolutamente abbandonato, è semplicemente un luogo selvaggio e la natura gode di questo, i rifiuti sono portati dal mare, i rifiuti sono quelli scaricati in mare e nei nostri corsi d'acqua… Sic e ZPS o aree protette non sono assolutamente recintate, i recinti li mettono i privati per le loro private attivita,e non è assolutamente una prassi legata alla conservazione della natura, anzi. I Monti Dauni non sono diventati parco a causa delle lobby venatorie che hanno condizionato la politica…