A dare un chiaro indirizzo sulla strategia da porre in essere affinché il Lisa possa venire ricompreso tra gli scali nazionali è stato, a margine dell’incontro con il il viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini, il sottosegretario alle Riforme del Governo Renzi e parlamentare pugliese del Partito Democratico, Ivan Scalfarotto, che ha partecipato al summit romano assieme al sindaco del capoluogo dauno, Franco Landella, e al presidente della Camera di Commercio di Foggia, Fabio Porreca.
Queste le testuali parole di Scalfarotto: “C’è la concreta possibilità che venga evitato il declassamento dello scalo foggiano, e che esso torni ad essere considerato aeroporto di interesse nazionale; la premessa per cogliere questa opportunità è che un’istanza ufficiale in tal senso venga presentata dalla Regione Puglia e dalla società Aeroporti di Puglia.”
Il sottosegretario evita accuratamente ogni tono polemico (ma è significativo che il sindaco aveva invitato a Roma anche l’assessore regionale ai trasporti, che non c’è andato) ma mette all’angolo la Regione, aggiungendo: “Non dubito che questa istanza verrà presentata tempestivamente, in quanto il Lisa è considerato uno scalo strategico nel piano regionale degli aeroporti.”
Fuor di diplomazia, visto che il Lisa viene considerato uno scalo strategico da parte della Regione (almeno a parole e nelle dichiarazioni di principio) Bari poteva e doveva muoversi prima e senza pressioni.
Il fatto nuovo dell’incontro romano è comunque rappresentato dall’intesa istituzionale e politica che si sta profilando tra il sottosegretario e parlamentare foggiano, il primo cittadino del capoluogo e il presidente della camera di commercio. Un’intesa tra istituzioni e mondo dell’economia che, pure in un contesto complicatissimo qual è quello dell’aeroporto foggiano, potrebbe effettivamente accendere una buona prassi, utilissima per il territorio.
Ancora una volta, però, il convitato di pietra è la Regione Puglia. Porre in essere tutte le iniziative necessario per evitare il declassamento del Lisa doveva essere un obiettivo direttamente perseguito dalla Regione e da Adp, senza che venisse invocato dal territorio, anche perché – come ha fatto rilevare Fabio Porreca – tra gli aeroporti riconosciuti d’interesse nazionali figurano scali assai meno importanti di quello foggiano: “La bozza che abbiamo avuto modo di visionare nei mesi scorsi catalogava come aeroporti di “interesse nazionale” scali come Cuneo, Crotone, Comiso, Taranto, Salerno, Parma. Aeroporti non caratterizzati da volumi di traffico storici rilevanti né collocati in aree con un potenziale di traffico, un numero residenti e dei flussi turistici superiori a quello di Foggia, né distanti da altri scali più di quanto Foggia lo sia da Bari.”
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