Il Gargano ha perduto il primato turistico in Puglia a vantaggio del Salento, le cui politiche di marketing territoriale sono risultate evidentemente più efficaci rispetto a quelle della Montagna del Sole. Ma la notizia era nell’aria, anzi il sorpasso era stato in un certo senso annunciato, come Lettere Meridiane ha scritto qualche giorno fa.
L’argomento suscita riflessioni e discussioni soprattutto nel gruppo Basta chiacchiere aeroporto, confermando che le prospettive dell’economia turistica provinciale e quelle dello scalo aeroportuale del capoluogo sono strettamente connesse le une alle altre.
Ivan Cincione non è d’accordo con la tesi sostenuta nell’articolo di un sorpasso dovuto ad una certa stanchezza del Gargano: “Voglio evidenziare e sollevare una riflessione su una frase dell’articolo: ” quando una destinazione turistica raggiunge la fase di maturità, ” mi chiedo e vi chiedo, si può affermare che il Gargano abbia mai raggiunto una fase di maturità ? Io penso di no … anzi tutt’altro: infatti le croniche carenze infrastrutturali unitamente alla mancanza di una vera cultura del fare turismo da parte degli operatori locali hanno reso il Gargano non già maturo ma, usando un termine onnicomprensivo, impraticabile.
La discussione denota una notevole, diffusa maturità e soprattutto il superamento della (deteriore) filosofia che tende ad attribuire gli insuccessi provinciali a fattori esogeni. Osserva in proposito Natale Ruggieri: “E tanto altro ci sarebbe da dire e scrivere invece di evocare teorie “complottistiche” Qui siamo all’anno zero, e la cosa più triste è la supponenza di una supposta classe imprenditoriale di seconda generazione.”
Chi non si arrende è invece un buon conoscitore delle cose del promontorio, come Alfio Hazzard che scrive: “Non condivido! Il Gargano ha ancora molto da offrire in termini di “sorpresa”, sempre che si decida di andare oltre i modelli stereotipati, che il turismo di massa ha imposto e che oggi, in un periodo di crisi economica diffusa, non sono più quelli vincenti a differenza del turismo “esperenziale”, nuova frontiera e nuovo mercato in fortissima ascesa.”
Alessandro Marchesiello torna su un argomento che sta particolarmente a cuore a quelli del gruppo Basta Chiacchiere Aeroporto. Il turismo garganico paga lo scotto alla difficile situazione logistica: “in un’epoca di crisi economica imperante, in cui il periodo di giorni di ferie si è ridotto sempre di più, per il turista è obbligatorio scegliere destinazioni facilmente raggiungibili. Se uno ha una settimana di ferie e per arrivare a Peschici o Vieste da Torino o Milano deve buttare via un giorno a venire e un giorno a tornare, è chiaro che il Gargano non diventa più così appetibile. Oggi si prenota un volo low cost dall’aeroporto più vicino è in massimo due ore si è in Spagna, Grecia o Croazia. Territori che non hanno nulla da invidiare al nostro, ma che probabilmente sanno fare turismo meglio e con risultati migliori.”
Luca Marinacci invita a confrontarsi con altri, possibili modelli: “Se il Gargano ha mai raggiunto la maturità turistica, allora sarebbe il caso di guardare al Trentino. La costruzione dell’A22 ha portato il turismo di massa e lo sviluppo edilizio incontrollato. A quel punto si è deciso, raggiunta la quantità, di puntare sulla qualità. Ecco il Trentino di oggi: strade con ottima manutenzione, ferrovie moderne, cura maniacale dell’ambiente (boschi, prati, pannelli solari ovunque…), riconversione delle pensioni e alberghi in resort con SPA, tassa di soggiorno legata a sconti su musei, funivie, mezzi di trasporto… il Gargano? Medioevo!”
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