Non amo molto le petizioni on line, ma mi ha fatto rivedere il mio giudizio una bella, struggente iniziativa partita da Foggia a sostegno della clownterapia. A segnalarmela, l’amico Adolfo Lo Storto. A promuoverla, Massimiliano Arena, avvocato di strada a Foggia e vivente testimonianza di impegno sociale e solidarietà (per dirvela tutta, uno dei pochi miei concittadini che mi fanno sentire orgoglioso di vivere a Foggia).
L’obiettivo della petizione, che una volta raggiunto il traguardo verrà inviata al ministro della salute Lorenzin e al governatore regionale Nichi Vendola è il finanziamento della clownterapia quotidiana in tutti i reparti di pediatria, con legge dello Stato e della Regione.
Colpisce soprattutto il testo. Struggente. Importante, perché con poche righe che sembrano scolpite nel marmo, tratteggia l’importanza fondamentale della clownterapia. Per sottoscrivere la petizione, cliccate qui (e fatelo, mi raccomando). Di seguito il testo.
comprovato scientificamente che la presenza di clowndottori nei reparti
di pediatria, i quali si occupano della parte sana dei bambini e della
bambine ricoverati, migliora la qualità della vita dei piccoli pazienti e dei loro familiari, con notevoli benefici anche sul piano terapeutico (e quindi dei costi della Sanità).
Non è possibile che il bilancio sociale e il bilancio della sanità regionale non riescano a finanziare uno strumento così efficace e così low cost a favore dei bambini in ospedale e ci si debba sempre affidare al volontariato.
Ho conosciuto genitori che si sono affezionati ai clown dottori, che sono diventati il loro sostegno durante la degenza del figlio o della figlia. Ho conosciuto bambini che hanno saputo ridere, giocare e gioire anche in un momento difficile della loro vita. Ho conosciuto medici e infermieri che hanno pianto e riso con i clown e i piccoli pazienti. Ho conosciuto clowndottori che hanno già un posto in Paradiso!
Quando ciò avverrà, il luogo della sofferenza si trasformerà in luogo ludico e creativo, con due immensi benefici: miglioramento della qualità della vita ospedaliera e quindi abbassamento dei costi di gestione (meno soffriamo, meno graviamo sul bilancio della Sanità); e poi, soprattutto, insegneremmo ai bambini a ridere e giocare e creare anche nei momenti difficili della Vita…immaginarsi che adulti saranno.”
Views: 3