Non solo un secco “no” al ritorno di fiamma dell’ipotesi di bypassare la stazione di Foggia nel progetto dell’alta capacità ferroviaria Napoli-Bari, ma il rilancio della vertenza trasporti in Capitanata. Una vertenza decisiva per affrontare quella crisi che nella Puglia settentrionale si sta presentando molto più dura che nel resto della Puglia.
Questo il senso della dura denuncia dei sindacali confederali dei trasporti, Filt-Fit-Uil. Nella nota che la contiene, il sindacato chiarisce innanzitutto il mistero della bretella già realizzata. Esiste. Ma dovrà essere utilizzata esclusivamente per il traffico merci e non anche per quello viaggiatori, così come previsto dal Contratto di Sviluppo firmato dal Ministro
Barca nell´Agosto del 2012 con i Governatori delle Regioni del Sud.
“La possibilità ventilata di utilizzare quell´infrastruttura per il
transito di treni viaggiatori sulla direttrice Bari-Foggia-Napoli-Roma,
evitando la fermata nella stazione di Foggia – scrivono ancora i sindacati-, produrrebbe un´economia di
tempi di percorrenza valutabile in 8-10 minuti sull´intera tratta.
Un´inezia, tenuto conto che stiamo parlando di un collegamento di
Alta-Capacità e non di Alta-Velocità a fronte di un danno irreversibile e
non sostenibile a carico del diritto alla mobilità di centinaia di
migliaia di cittadini della Capitanata e dei bacini limitrofi di utenza
del Molise e della Basilicata che fanno riferimento alla stazione di
Foggia.”
Secondo il sindacato, vanno invece stretti i tempi percé l’intera opera proceda secondo la tempiestiva. Il cuore del progetto è rappresentato dalla tratta Apice/Orsara (completamente in variante rispetto alla vecchia linea, con una nuova stazione in area irpina nei pressi di Grottaminarda e 14 km di linea in galleria). Il costo iniziale stimato è di 2,2 miliardi di
euro ma l’opera è ancora nella fase di progettazione e i tratti cantierizzati tra
Foggia/Cervaro/Bovino sono o bloccati per fallimento della Ditta
aggiudicatrice dei lavori e conseguente cassa integrazione per 230
lavoratori.
Il progetto procede insomma a rilento. Secondo il sindacato “sostenere che “shuntare” Foggia dai collegamenti,
rappresenterebbe un´effettiva modernizzazione della linea” risponde a “una logica mistificatrice e punitiva verso
un territorio, quello di Capitanata, che già paga pesantemente
condizioni di arretratezza sul versante delle infrastrutture di
trasporto e pensiamo in questo caso al mancato allungamento della pista
dell´aeroporto Gino Lisa, al sempre più lontano raddoppio della linea
Lesina-Termoli, ai ritardi nella realizzazione del casello autostradale
Foggia Sud, al pietoso stato in cui versa la SS 16 nel tratto Foggia-San
Severo, all´intollerabile degrado della viabilità interna del
sub-appenino e del Gargano, alla recente chiusura della biglietteria FS
di San Severo.”
Secondo Filt-Fit-Uil la stazione di Foggia “non può essere considerata “una strozzatura” al
pari di un tratto di linea a semplice binario dimenticando, che il nodo
ferroviario foggiano rappresenta una risorsa centrale per l´intero
territorio dell´alto Tavoliere e delle aree del sub-Appennino a sostegno
dell´intero sistema socio-economico del territorio.”
Se il progetto del bypass ventilato dalle Ferrovie dello Stato dovesse andare avanti, il sindacato preannuncia “una vasta mobilitazione per
contrastare certe scelte aberranti operate sulle spalle del nostro
territorio”
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