Il vento di Renzi non soffia su Foggia

L’analisi del triplice voto delle ultime due settimane mette in evidenza a Foggia flussi elettorali piuttosto inconsueti. Il comportamento dei cittadini chiamati alle urne, prima per le elezioni europee e per il primo turno di quelle comunali, quindi per il ballottaggio, non è stato omogeneo, e forse la notizia è proprio questa. Il voto è divenuto quanto mai volatile.
Per capire cosa è successo, più che le percentuali, è il caso di prendere in esame i voti assoluti, che consentono di disegnare meglio i flussi, e di ipotizzare più chiaramente chi ha mantenuto un atteggiamento lineare tra un voto e l’altro, chi ha cambiato idea, chi non è andato a votare.
Alle Europee avevano votato in 88.043 foggiani, che avevano manifestato una certa preferenza per le liste di sinistra e di centrosinistra. Aggregando i voti del PD (24.346) e della Lista Tsipras (2.834), abbiamo 27.180 voti, che corrispondono al 34% degli elettori. Il centrodestra si era fermato poco sotto, a 26.974 voti (circa il 33,5%) che è il risultato che si ottiene sommando i consensi ottenuti da Forza Italia (18.697), Nuovo Centro Destra-Udc (4.812) e Fratelli d’Italia-Alleanza (Nazionale). Il M5S alle Europee era il secondo partito, dopo il PD: 22.219 voti pari al 27,9%. Praticamente assenti dal risultato europeo i centristi, con i soli 648 voti (0.81%) toccati a Scelta Europea.
La griglia di partenza delle Comunali (per le quali si è votato lo stesso giorno) si presentava assai più articolata e lasciava presagire, com’è poi accaduto, un risultato assai più frammentato. La differenza più significativa rispetto alle Europee, era la presenza di una forte coalizione di Centro.
Fin dal primo turno, comunque, l’esito del voto comunale capovolgeva quello europeo, portando in testa il centrodestra. Sommando i voti ottenuti da Landella 27.075), Miranda (6.391) e Lambresa (1.482) abbiamo 34.948 voti, pari a circa il 42%.

Centrosinistra e sinistra si fermavano invece a 26.208 voti (Marasco, 24.974; Piemontese 1.234), pari a poco più del 31%.
Le fluttuazioni più consistenti riguardavano, tuttavia, il M5S , che con Rizzi conquistava 5.925 voti (7,09) facendo registrare una pesante flessione rispetto al risultato europeo e l’area centrista che con Leonardo Di Gioia conquistava 15.493 voti, ovvero il 18,54%.
Raffrontando i dati delle Europee e del primo turno delle Comunali abbiamo le seguenti fluttuazioni, in ordine di consistenza (nella prima colonna l’area o il partito, nella seconda i voti ottenuti alle Europee, nella terza quello alle Comunali, nella quarta il saldo, attivo o negativo):

Centrosinistra/sinistra 27.180 26.208 -972
Centrodestra/destra 26.974 34.948 +7.974
Centro 648 15.493 +14.845
M5S 22.219 5.925 -16.294

I flussi che emergono dalla tabella sono evidenti e con una direzione precisa. Se le Europee avevano premiato l’area di centrosinistra e il M5S quelle Comunali hanno avvantaggiato sensibilmente le aree del centrodestra e del centro. A fare la differenza sono stati soprattutto gli elettori che alle Europee hanno votato per il partito di Beppe Grillo: alle comunali non hanno riversato il loro voto sul centrosinistra, ma hanno preferito farlo verso il centro e il centrodestra. E sembra essere stata questa la chiave di volta del voto comunale.
Il Pd e l’area di centrosinistra in generale non hanno confermato la performance delle Europee, né sono stati in grado ti intercettare i flussi in libera uscita. Di qui, forse, anche  la mancata rimonta:  il saldo negativo tra Europee e Comunali, per il Pd e l’area di centrosinistra, si è rivelato esiziale, visto che la differenza al ballottaggio è stata di meno di 400 voti.
Il voto del secondo turno rappresenta un caso di difficile analisi, non essendo stati conclusi apparentamenti veri e propri tra i candidati ammessi al ballottaggio, ma semplici accordi politici.
Ma anche in questo caso, l’analisi dei voti assoluti  permette di farsi un’idea su come possono essere andate le cose. Riprendiamo la tabella di prima, aggiungendo il dato del ballottaggio. Nella prima colonna l’area e il candidato, nella seconda il dato del primo turno delle comunali, nella terza quello del ballottaggio, nella quarta il saldo.

Centrodestra/destra 34.948 27.839 – 7.109
Centrosinistra/sinistra 26.208 27.473 + 1.265
Centrosx/ Sx / centro 41.701 27.473 – 14.228

Per una corretta interpretazione del dato, va detto che il numero dei votanti è crollato dal primo al secondo turno, passando da 88.054 a 56.950 elettori (con un saldo negativo di ben 31.104 elettori) e che l’area di centrosinistra e sinistra poteva giovarsi dell’accordo politico con quella di centro. Nella seconda riga c’è il dato relativo alla sola area di centrosinistra e di sinistra, nella terza il dato riferimento anche all’allargamento di questa area al centro.
Da rilevare che l’area di centrodestra e centro ha perso molti voti rispetto al primo turno, per effetto dell’astensionismo. L’area di centrosinistra e sinistra guadagna nella prima ipotesi rispetto al primo turno, ma perde vistosamente nella seconda ipotesi in cui abbiamo calcolato anche il voto centrista.
Che conclusioni è possibile trarre? Che il fenomeno dell’assenteismo ha colpito in modo pesante tutti i contendenti e che l’accordo politico tra centrosinistra e centro si è tradotto fino a un certo punto in voti. Non quanto sarebbe stato necessario per contrastare la vittoria del centrodestra. Al Pd sembra essere mancato quell’effetto Renzi che lo aveva portato a un buon risultato alle Europee.

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Author: Geppe Inserra

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