È un Marco Franchini che non t’aspetti, quello che parla ai microfoni di Studio 9 Tv.Com e Teleblu. Il direttore di Aeroporti di Puglia chiarisce in che termini sta la questione della Via al Ministero dell’Ambiente, non nasconde che quello che attende lo scalo foggiano è un percorso ad ostacoli, invoca un confronto partecipato e indica nel Comitato Vola Gino Lisa un partner in un certo senso privilegiato. (Potete guardare l’intervista integrale a questo link.)
La procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto di allungamento della pista al momento è sospesa. Non c’è un blocco “perché il blocco sarebbe stata l’emissione di un parere negativo: piuttosto che un parere negativo è meglio una sospensione, sulla quale è possibile fare un ragionamento, c’è la speranza di poter riprendere il cammino e di riuscire a portare a casa un parere positivo.”
Franchini ricostruisce quindi l’iter del procedimento: “C’è una commissione che [al ministero dell’ambiente analizza il tema Foggia e non trova elementi sufficienti dal punto di vista operativo per potersi esprimere positivamente, e quindi si esprime negativamente. A questo punto, siccome l’espressione “negativa” potrebbe inficiare un progetto che abbiamo fatto noi, Aeroporti di Puglia, gli unici qui che hanno messo 200.000 euro, è preferibile la sospensione.”
Parlando del progetto Franchini non si nasconde dietro il dito: lo sviluppo dell’aeroporto è stato condizionato da fattori esterni: “Il progetto è stato fatto per prolungare al massimo quella infrastruttura purtroppo devastata non certo da Aeroporti di Puglia… Dovete andare a casa di qualcun altro a chiedere conto di questa cosa… All’epoca con il Comune di Foggia e l’allora sindaco Mongelli avevamo fatto un ragionamento per lo meno per blindare tutte le aree, per cui quanto meno salvaguardiamo quei 1800/1990 metri che possono servire per far atterrare macchine da 100 posti. Mi piacerebbe salvare anche l’investimento e la provvista che ci ha messo la Regione. L’unica spada di Damocle è quella della Unione Europea con questo processo che si è innescato circa gli aiuti di stato. Aggiudicherò i lavori all’impresa in maniera provvisoria nella speranza che la Comunità Europea mi possa dare green light per poter fare i lavori.”
Insomma tra la Via sospesa e quella che lo stesso esponente della società aeroportuale regionale definisce “spada di Damocle” delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato, c’è poco di che essere allegri.
E anche sulle prospettive di traffico del Gino Lisa Franchini manifesta più d’una perplessità. “L’infrastruttura non mi sposta più di tanto la situazione attuale – vorrei sempre ricordare che Firenze ha più o meno la stessa pista che abbiamo noi a Foggia -, la parte fondamentale della vicenda secondo me è come passare da una situazione di contrapposizione che finora si è avuta tra questa splendida comunità , la Regione e il Ministero, ad una situazione costruttiva rispetto ad un progetto che ci veda tutti quanti metterci qualcosa per rilanciare questa stupenda provincia”.
È sintomatico che Franchini colleghi la questione dell’Aeroporto alle più generali istanze di rilancio del territorio provinciale. Se non c’è un progetto condiviso – sembra voler dire il direttore di Aeroporti di Puglia – difficile che si azioni il meccanismo virtuoso che potrebbe far cogliere due piccioni con una fava: la riqualificazione del Lisa, volano del più generale sviluppo del territorio.
“Dobbiamo passare da una situazione per cui tu non hai fatto questo e tu non hai fatto quello, ad una in cui diciamo questo è il progetto, portiamolo avanti tutti insieme… Se puta caso quei 14 milioni la Comunità Europea me li boccia, possiamo organizzare comunque un progetto per cui non spendiamo 14 ma magari 30 per il rilancio di tutto il Gargano, della Provincia, sistemiamo le strade. Io questa perniciosa fossilizzazione sul Gino Lisa sinceramente la vivo quasi come se fosse un falso problema… Il problema è che bisogna rilanciare un’area che ha bisogno di interventi strutturali forti. L’infrastruttura è tale perché poi si distribuisce sul territorio perché ha industrie, turismo… Non esiste un aeroporto stagionale che funziona un mese all’anno, non esiste…”
Alla domanda se il territorio sia pronto a meno a raccogliere la sfida Franchini risponde: “Io non sto dicendo che non sia pronto dobbiamo fare un lavoro forte tutti insieme. Smettiamola di dire è colpa di quello là, oppure aspettiamo questo. Io so solo lavorare, non sono uno stratega, un politico. La mia storia in Puglia sono 480 milioni di euro di lavori conclusi in anticipo, con il pagamento dei premi di anticipazione. Io sui lavori voglio misurarmi, però in un contesto in cui insieme si raggiungono gli obiettivi. Finora il territorio ha detto dateci l’aeroporto che poi facciamo lo sviluppo, ma non è così. Io sto ragionando adesso per voli su Brindisi del 2017. Non è che domani mattina, quando è finita l’infrastruttura partiamo e arrivano i voli. O cominciamo adesso per un’operazione o non andiamo da nessuna parte.
Ho trovato una situazione di un aeroporto fatto col Giubileo completamente difforme dalle norme. L’abbiamo sistemato. Però partiamo sempre con un handicap, se avessimo cinquemila metri di pista sarebbe un’altra cosa.”
Franchini si concede alla telecamera poco prima che abbiamo inizio, alla Camera di Commercio, la presentazione dello studio commissionato dall’ente camerale alla Bocconi per studiare il posizionamento del Lisa nel sistema aeroportuale nazionale. Ed anche sui costi il direttore non manca di manifestare perplessità.
“Non ho visto la studio, ma sono curioso di vedere come affronterà il problema dell’equilibrio finanziario. Al momento Aeroporti di Puglia con le perdite di Foggia riesce a mantenere un equilibrio risicato, non mi si chieda di perdere ancora di più, perché non avrebbe senso.”
Proprio per questo è necessario allargare il confronto, e Franchini non si tira indietro: “Ho chiesto io di lavorare insieme al Comitato Gino Lisa e di costruire un tavolo tecnico. Un confronto serio non è una cosa da una botta e via, ma una cosa che si costruisce giorno per giorno, però con un lavoro comune ed una strategia un po’ diversa da quella che è stata adottata finora.”
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puro buon senso.
condivisibile parola per parola.
mi sarebbe piaciuto poter leggere espressioni analoghe tra i tanti attori con responsabilità istituzionali importanti intervenuti.