Alla fine si sono ritrovati tutti d’accordo. Quelli che guardavano un po’ di sghimbescio l’iniziativa, quelli che ci hanno creduto fin dall’inizio e perfino quelli che erano considerati la controparte.
I fanatici di facebook hanno avuto ragione. Marciando su Bari – più precisamente a Palese, davanti alla sede di Aeroporti di Puglia – hanno incassato un paio di risultati importanti. Il primo è che hanno dimostrato che il social network, quando si mobilita attorno a temi nevralgici per la comunità, riesce a produrre non soltanto male parole e polemiche, ma anche opinione pubblica. E dal basso, senza che a menare le danze siano opinionisti o leader politici.
Il secondo è che sono riusciti a saldare attorno alla riqualificazione del Lisa un fronte ampio che comprende anche (era ora) la società di gestione degli aeroporti pugliesi. Quel che non era riuscito alle istituzioni locali, lo ha ottenuta la società civile. Sì, è veramente un giorno importante, per Foggia e la Capitanata.
L’impressione è che la manifestazione “apartitica e pacifica”, formalmente promossa dal comitato “Vola Gino Lisa” abbia segnato un momento molto significativo. Forse una svolta.
Per il futuro dello scalo foggiano sembra essere scoccata l’ora dell’ottimismo. Basta chiacchiere aeroporto, gruppo facebook storico che comprende tutte le diverse componenti della società civile che si stanno battendo per l’allungamento della lista e per la pari dignità del Lisa rispetto agli altri aeroporti pugliesi, pullula di commenti.
Andrea Casto, dirigente dell’associazione Mondo Gino Lisa, ha seguito sul gruppo minuto per minuto l’andamento della manifestazione e dell’incontro con i vertici di Aeroporti di Puglia. E’ tanto contento da sbilanciarsi: “Esito molto positivo per la manifestazione. Trovata intesa persino con Aeroporti di Puglia che confida nella conclusione della VIA entro i primi di giugno. Unica grave assenza la Regione Puglia.”
Ottimismo trasuda anche dalla dichiarazione di Maurizio Antonio Gargiulo, un altro leader del movimento pro Gino Lisa nonché esponente del Comitato Vola Gino Lisa: “Mi sento, in queste prime ore di ritorno dalla manifestazione, di ringraziare tutti i presenti di oggi, che hanno lasciato i propri impegni personali e familiari, per abbracciare questa lotta pro Gino Lisa. La partita iniziata nel lontano 19 novembre 2011 è ancora aperta, chiaramente. Ma oggi esserci di nuovo riuniti sotto l’unica bandiera del “VOLO” ha dato, a noi del Comitato Vola Gino Lisa, l’ennesimo spunto per continuare, con ancora più energia, in questa battaglia. Non ci sentiamo più soli grazie a voi. Le nostre porte restano aperte anche agli assenti di oggi. Non intendiamo fermarci e non lo faremo. Prossima scadenza 8 giugno 2014, con nuovo tavolo tecnico e con la speranza, anzi la convinzione, che in quella data avremo in mano la sospirata VIA da Roma.”
Il laborioso processo che ha portato alla manifestazione sembra aver veramente prodotto un fronte unitario, di una compattezza e di una lucidità senza precedenti.
Particolarmente significativo è il commento a caldo di Raffaele Vigilante, leader di movimenti d’opinione del Gargano (Gargano Libero) e fondatore del gruppo Da Amendola si può volare, favorevole alla possibilità (che sembra tuttavia essere ormai sfumata) di una utilizzazione parziale e limitata dello scalo militare per il decollo e l’atterraggio dei voli turistici. “Dalla riunione con aeroporti di Puglia è emersa la ferma volontà dell’AD (di Aeroporti di Puglia, n.d.r.) Dott Franchini di investire sul Gino Lisa anche da subito. Rimangono le solite perplessità. -il dialogo anche se costruttivo è stato duro ma civile -appuntamento al 9 giugno per un nuovo incontro -questa volta in Regione Puglia. Oggi grande assente l’assessore ai trasporti Giannini.”
L’adesione del movimento di Vigilante alla manifestazione barese sgombra il campo una volta per tutte dalle perplessità di quanti ritengono che l’eventuale utilizzazione di Amendola possa significare un passo indietro per il Lisa.
I commenti rimarcano l’assenza di rappresentati del governo regionale, ma in un certo senso è giusto così. Che Aeroporti di Puglia abbia incontrato una folta delegazione dei manifestanti è un apprezzabile atto di cortesia e una dimostrazione di sensibilità. La Regione è un’istituzione, ed è giusto che si segga ai tavoli istituzionali.
Il tavolo tecnico convocato per il 9 giugno testimonia in ogni caso la volontà di confronto e di dialogo. E conferma che i fanatici di facebook hanno aperto più di una breccia.
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Vediamo un po': ricavo da Foggia Today l'idea che alla manifestazione barese fossero presenti "una sessantina di persone", stima che dalle foto appare corretta o approssimata per eccesso. Di questa sessantina ho contato una quota variabile da un terzo alla metà di candidati sindaci e consiglieri in questa campagna elettorale amministrativa. È il tuo concetto di mobilitazione riuscita, Geppe? È vero, rispetto a precedenti chiamate alle armi questa ha avuto un'adesione che si può definire oceanica, ma in cifra assoluta e considerando che l'iniziativa aveva il sostegno di Camera di Commercio, Assindustria, non so più quante associazioni, la totalità o quasi dei partiti, dei movimenti, delle liste civiche, mi pare sinceramente pochino. L'impressione che ho è che si sia trattato dell'innocua scampagnata di un po' di brave persone, molte della quali in cerca di una comprensibile visibilità, che hanno oltretutto palesato -sembrerebbe- una drammatica ignoranza della lingua inglese. Relata refero, perché non conosco l'Inglese, ma persone fededegne mi garantiscono che la frase che campeggiava sulle t-shirt era maccheronica. Direi che questo territorio muore anche di bolle (e palle) mediatiche e di ubriachezza molesta da social network. Ma capisco che sia molto più comodo e facile seguire il coro. "Scusate, non mi lego a questa schiera, morrò pecora nera" (cit.)
PECORA NERA O BASTIAN CONTRARIO?
Quì, si contrappongono idealismo e dogmatismo.
Nell'idealismo l'essere è ricondotto al pensiero mentre nel dogmatismo il soggetto trae la propria esistenza dall'oggetto.
Gli Idealisti nel caso in questione sono certamente coloro che, prendendo parte alla manifestazione di Bari, non si sono contati, traendo forza dall'ideale mentre qualcuno, li vorrebbe sulla base dei numeri, ricondurli all'oggetto per ridurne la carica ideale, per sostenere la supremazia dell'oggetto rispetto al soggetto, della realtà sull'idea.
Se è vero che per Bertrand Russell, "'La matematica non possiede soltanto la verità, ma anche la bellezza suprema, una bellezza fredda…", è anche vero che mentre la matematica si serve dei numeri per svolgere espressioni, equazioni, sistemi e quant'altro , la filosofia si chiede se i numeri esistano o meno.
Così, per Platone, "I Numeri ideali sono le essenze stesse dei numeri (il numero ideale tre é l' essenza del tre , e così di seguito ). In quanto tali , essi non sono sottoponibili ad operazioni aritmetiche . Il loro status metafisico é ben differente da quello aritmetico , appunto perchè non rappresentano semplicemente numeri , ma l' essenza stessa dei numeri . In effetti , non avrebbe senso sommare l' essenza del due all' essenza del tre e così via .
Ma viene spontaneo chiedersi : e se nessuno contasse più , i numeri continuerebbero a esistere ?
Si narra che Ezzelino da Romano, che soffriva d'insonnia, per riempire le ore di veglia avesse assunto un suo narratore personale, che però tendeva ad addormentarsi con grande facilità. Una sera il narratore raccontò di un pastore che era arrivato con il suo gregge con la sua pecora nera, sulla riva di un fiume, e dopo lunghe contrattazioni aveva convinto il proprietario di una piccola barca a traghettare lui e le sue bestie, una alla volta date le dimensioni dell'imbarcazione. Nel racconto il barcaiolo caricò una pecora e la portò all'altra sponda, poi tornò indietro a caricarne un'altra fino a quando non le ebbe trasportate tutte, compresa la nera.
A quel punto il narratore tacque e, alle proteste di Ezzelino che lo sollecitava a continuare rispose: “Signore, dobbiamo prima far passare tutte le pecore, compresa quella nera!".
Secondo la favola, gli fu concesso di dormire.
E il bastian contrario? Di lui scriveremo un'altra volta.
Tutto molto interessante, Concilio. Il problema è che in democrazia i numeri contano eccome. Geppe scrive di "opinione pubblica", di "fronte ampio", di "mobilitazioni dal basso" in cui non menano la danza opinionisti e leader politici. Io dico che mi pare un classico caso di rana che si gonfia per sembrare un bue: perché il "fronte ampio" mi pare sul piano della partecipazione del tutto inconsistente, perché menano la danza gli stakeholder della campagna elettorale in cerca di visibilità a buon mercato, perché mi è sfuggito, certo per mia disattenzione, qualsiasi addentellato pratico di questa scampagnata. Penso cioè che si tratti dell'ennesimo rito autoconsolatorio e miserrimo della danza menata da opinionisti e leader (?) politici. Mi saluti caramente Ezzelino (ma non era da Verona? Sono due?).
Gentile Ciccarelli,
se la sua “preoccupazione” fosse soltanto quella degli “stakeholder” che “menano le danze in cerca di visibilità a buon mercato”, io lo capirei.
Ma, ahimè, la sua contrarietà costituisce la realtà del mondo dove ogni cosa ha al suo interno una continua lotta di cui non può fare a meno poiché il tutto continua a vivere proprio per l'opposizione delle parti che lo costituiscono.
E, non vorrei perciò trovarmi nella condizione di contraddittorietà in cui due termini, ad esempio “A e non-A” si escludano nettamente a vicenda.
La storia racconta di un armaiolo che si vantava della sua lancia indistruttibile e del suo scudo imperforabile. Un uomo lì presente chiese allora cosa sarebbe successo se avesse provato a conficcare la lancia nello scudo. L'armaiolo fu preso alla sprovvista e colpito nell'orgoglio. Il risultato dello scontro fu che entrambi gli arnesi si ruppero.
A proposito della “Rana e il bue” di Fedro, io non credo che il Comitato o i suoi aderenti vogliano imitare i potenti per poi “crepare”.
Sono invece convinto che emerga una grande idealità e dignità, che si contrappongono alla fredda legge dei numeri.
Ma, questo la rana non lo sa.
E gli ezzelini?
Mi risulta che siano stata una importante famiglia medioevale veneta di probabile origine tedesca che si stabilì nel castello di Onara dal 1035 al 1199. Dopo la sua distruzione la famiglia si trasferì in quello di Romano dal quale, i discendenti presero il nome.
Così, l'arcano è spiegato anche se rimangono molte le contraddizioni.