“L’ambiente è pasoliniano. Palazzine di periferia stanno a braccetto con cantieri esfolianti in questo parco che non è più Pantano, che non è più dimora imperiale, non è più neppure se stesso.” Ho parlato già altre volte della rara capacità di sguardo di Antonio Fortarezza, della sua abilità di cogliere ciò che è, discernendolo da ciò che appare. E di raccontarlo, con una fotografia che conquista e lenti movimenti di macchina che coinvolgono e che catturano.
Ma Antonio non smette mai di stupirmi, e appena qualche minuto dopo la pubblicazione del post che raccoglie la denuncia del blog di storia dell’arte Kunst, sul pietoso stato di degrado in cui versa a Foggia la Regia Masseria del Pantano, ecco che Fortarezza mi linka un suo cortometraggio sulla Masseria.
Le immagini, di rara suggestione, raccontano da sole lo splendore di quel che dovette essere un gioiello di ingegneria intralcia e di bellezza architettonica. Il sapiente commento musicale accompagna poi lo sguardo di Antonio che dalla Masseria arretra ed amplia la prospettiva, rivolgendosi al pasolinano contesto della periferia cementificata che ormai assedia la Masseria Regia.
Un piccolo capolavoro di cinema militante. Bello. E anche struggente, se teniamo presente che tra un po’ della Masseria Regia potrebbero sopravvivere solo immagini come queste. Ecco il video. Guardatelo, amatelo, condividetelo.
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Geppe, mi permetto di fare una precisazione sulla zona della masseria. Il complesso, ridotto a rudere, è un edificio d'uso rurale che non ha niente a che vedere con Federico II: è una masseria del Sei-Settecento. I resti della domus sono poco distanti, già studiati dall'Università di Foggia; conviene fare un po' di chiarezza per sfatare miti ormai troppo consolidati. Ho notato, comunque, che l'autore del video si è già corretto a commento del proprio video.