Tra le cose da salvare di questa campagna elettorale dai toni piuttosto bassi, c’è il ritrovato interesse per la cultura. Tanti i candidati che hanno dedicato all’argomento incontri e riflessioni pubbliche.
Quello organizzato da Michele Salatto – che mi ha voluto tra i relatori assieme a Maria Pia Tavano – ha avuto il merito particolare di focalizzare un aspetto della questione che tocca molto da vicino il Comune di Foggia, ma di cui fino ad oggi si è parlato poco o nulla.
Il Comune sta per ricevere in eredità dalla Provincia un enorme patrimonio culturale: due teatri (il Teatro del Fuoco e l’ODA), tre musei (Museo del Territorio, Museo di Scienze Naturali, Museo Interattivo delle Scienze), la Galleria d’Arte moderna e contamporanea. La Biblioteca Provinciale dovrebbe invece finire alla Regione.
Come si prepara la civica amministrazione del comune capoluogo a gestire una dote così importante? La serata promossa da Salatto ha avviato la riflessione. La gestione di un patrimonio così imponente pone non pochi problemi anche di natura finanziaria, perché la spendig review ha praticamente azzerato i capitaoli di spesa riservati alla cultura nel bilancio provinciale.
L’ente di Palazzo Dogana cederà insomma soltanto i contenitori, nudi e crudi. Spetterà al Comune cercare di riempirli di contenuti – così come ha auspicato Salatto – ma anche trovare le risorse finanziarie necessarie per la manutenzione.
Un modello potrebbe essere rappresentato dall’ODA Teatro, recentemente affidato in concessione onerosa dalla Provincia alla compagnia Cerchio di Gesso che si sobbarcherà non soltanto le spese di manutenzione ordinaria ma anche quelle necessarie per l’adeguamento della struttura.
Tutti d’accordo sulla necessità di coinvolgere nella gestione dei contenitori anche i produttori di contenuti: autori, compagnie, associazioni, intellettuali, imprese. Bella la sottolineatura di Maria Pia Tavano sul ruolo prezioso che le compagnie teatrali svolgono in città sia in quanto collante tra “cultura alta” e “cultura bassa” sia come animatori di una periferia che diversamente sarebbe un deserto culturale. I teatri parrocchiali sono sempre pieni.
Le conclusioni sono state svolte da Augusto Marasco candidato sindaco per il centrosinistra: “È necessario partire da un’accurata mappatura delle imprese e delle associazioni culturali operanti a Foggia per evitare di andare avanti a spot com’è accaduto fino a oggi.” Marasco ha auspicato un approccio di tipo industriale ed economico alla valorizzazione delle risorse culturali che “vanno messe a sistema per fare sistema”. “La cultura – ha chiosato – può e deve produrre occupazione. Anzi buona occupazione.”
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