Le Confraternite musicali del Gargano sbarcano in Puglia, e il termine sbarcare non è soltanto metaforico. Il Gargano è da sempre considerato un’isola, soprattutto culturale. Nell’era dello globalizzazione, un pizzico di contaminazione non guarda mai. È bello che le antichissime tradizioni musicali e religiose della Montagna del Sole vengano adesso conosciute dal resto della Puglia, anche se lascia un po’ l’amaro in bocca che ancora non siano state adeguatamente valorizzate proprio in Capitanata.
La Messa Pazza di Vico Garganico è uno dei riti della Settimana Santa più espressivi di una religiosità popolare che ha radici profonde e remote, nonché simbolo di una cultura immateriale di straordinario spessore. Non è una messa, né una vera e propria liturgia. È piuttosto, come spiega Francesco Stanzione (al cui bellissimo sito vi rimando, per ogni ulteriore approfondimento) , ”un rituale di profanazione, con rumori e canti a squarciagola, che stanno a indicare lo sconvolgimento dell’ordine naturale a seguito della morte di Cristo. Ad essa seguono le “Tre ore di Agonia” con la predica delle sette parole di Cristo in Croce.”
Riti analoghi venivano celebrati a Sannicandro Garganico, la tradizione è però rimasta viva soprattutto a Vico Garganico.
Sono state le Confraternite di Vico e di Sannicandro ad animare lo sbarco in Puglia di questi monumentali esempi della ricchissima cultura immateriale del Gargano, coronando l’impegno che da anni va sostenendo in questa direzione l’Associazione Carpino Folk Festival. che sta pazientemente ed intelligentemente annodando i tanti fili della tradizione musicale garganica, che vanno dalla tarantella alla messa pazza.
Sono stato diretto testimone dell’inizio di questo processo quando, assieme agli amici del Carpino Folk Festival, quando mi occupavo del Settore Cultura della Provincia di Foggia. organizzamo a Foggia la prima edizione del Festival delle Province, proponendo un menu che a detta degli organizzatori del Festival fu il migliore di tutt’Italia: gli sciamboli dei Monti Dauni, i Cantori di Carpino e le Confraternite di Vico che per la prima volta accettarono di “esibirsi” (il termine è inappropriato perché ascoltarle è prima di tutto una esperienza mistica) insieme, in pubblico.
Da allora le apparizioni delle Confraternite a manifestazioni sacre e profane che si svolgono fuori dei confini di Vico e Sannicandro sono diventate sempre più frequenti, grazie alla tenacia con cui l’Associazione Carpino Folk Festival ha perseguito il suo obiettivo: nel 2007 le portò alla prima edizione di Cantidipassione, quindi nel mese di luglio del 2012 alla festa di Sant’Anna di Lesina, e fu particolarmente significativa un’edizione del Carpino Folk Festival che venne aperta proprio ad una delegazione delle Confraternite.
Il Carpino Folk Festival sta lavorando adesso ad un progetto di rassegna sui canti di passione nel Gargano con protagonisti non a caso le confraternite di Vico e di Sannicandro.
Occorrerebbe un maggior e più diffuso sostegno alla straordinario lavoro che l’associazione sta facendo, ben oltre il Festival di Carpino, per diffondere la tradizione musicale garganica. Nell’era della globalizzazione, l’identità, la cultura immateriale, la musica rappresentano una voce sempre più importante della stessa offerta turistica che un territorio mette in campo. Come a dire che la partita non riguarda solo gli intellettuali garganici illuminati che da anni si battono in questa direzione, ma tutto il territorio, compresa la sua componente economica e produttiva.
Che le Confraternite siano diventano un elemento del marketing territoriale del Gargano è elemento che deve far riflettere. In occasione del Festival delle Province, Matteo Cannarozzi, già sindaco di Vico e amministratore garganico, animatore delle confraternite, mi confidò che si trattava di un evento eccezionale, perché i rapporti tra i diversi gruppi corali erano stati spesso caratterizzati da una certa rivalità, che deve appartenere ormai al passato, visto l’apprezzatissimo tour pugliese delle Confraternite di Vico (che sono state a Otranto, Lecce, Calimera) e di Sannicandro (a Molfetta), grazie anche al buon rapporto stabilito con un cultore sannicandrese della materia, Angelo Diana.
Leggete quanto ha scritto, sul diario Fb di Cannarozzi l’organizzatore della manifestazione di Molfetta, Giovannangelo de Gennaro: “Il Gargano è una terra ricca di storia, tradizioni e memorie tramandate oralmente da padre in figlio. Attraverso questo “gesto” il canto è rimasto puro senza alcuna “contaminazione”.
I confratelli hanno saputo intonare con grande devozione i loro canti e sentire la voce di Gabriele che ha 11 anni anch’esso confratello, è stato un colpo al cuore, gioia e profonda contemplazione.
Qui a Molfetta abbiamo ascoltato melodie e polifonie arcaiche difficilmente ascoltabili se non durante i loro riti. Questo ci ha permesso di conoscere e di confrontare i diversi stili musicali e di iniziare un percorso di collaborazione futura. “
Questo si legge invece nella pagina de I Canti di passione, la Rassegna internazionale di musica legata ai riti della Pasqua, organizzata dalla Fondazione La Notte della Taranta: “La Settimana Santa nel foggiano è un periodo di intensa emozione, soprattutto grazie ai canti delle Confraternite di Vico del Gargano. La stessa emozione si rivive ora a Calimera” (la foto sopra si riferisce a questo evento).
È il segno che lo sbarco in Puglia del Gargano è perfettamente riuscito.
In programma domani a Molfetta un appuntamento da non perdere: le Confraternite di Sannicandro Garganico intoneranno l’Ufficio delle Tenebre e il Miserere.
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