Le foto in bianco e nero hanno un potere ipnotico, quando a scattarle è Giovanni Rinaldi. Sono stato a vedere la sua mostra alla Fondazione Banca del Monte (via Arpi 152 a Foggia, fino al 18 marzo, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 20, dal lunedì al sabato). È stata un’esperienza profonda. Starei per dire mistica.
Giovanni Rinaldi è un intellettuale difficile da definire. È un impareggiabile studioso di quella cultura immateriale che rappresenta per la Puglia e per la Capitanata un patrimonio di valore straordinario, ma a rischio perché la memoria è materia per sua natura volatile, che a non farla sedimentare si disperde. È un protagonista di quella public history pugliese (e la mostra della Fondazione e Banca del Monte lo conferma in modo esemplare) che andrebbe riconosciuta e incoraggiata. È soprattutto uno che si sporca le mani, esplorando territori diversi ma contermini che vanno dalla fotografia all’audiovisivo, dal teatro alle riprese sonore, mettendoci sempre la faccia e il cuore.
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