Certe volte gli amici di Lettere Meridiane, con i loro commenti, riescono ad essere più efficaci e a produrre più opinione di quanti più o meno professionalmente esercitato il mestiere della scrittura.
Eccovi una serie di commenti all’articolo su Nicola Ugo Stame, il tenore foggiano ucciso dai nazisti nell’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Mi limito a virgolettarli, uno dopo l’altro, senza citare il nome di chi li abbia postati, proprio per dare il senso di una riflessione collettiva, di una opinione comune, e condivisa.
“Come tanti …anche io ignoravo che tra i martiri ci fosse un giovane concittadino…perché la città non lo commemora?” “Sinceramente non lo sapevo che tra le vittime c’era anche Lui, che era di Foggia. Una pagina crudele della nostra storia, la cattiveria umana non ha limiti ieri come oggi. Onore al nostro concittadino Nicola Stame.” “Non lo sapevo.” “Peccato, sinceramente non lo sapevo che c’era anche Lui e che era di Foggia, Una pagina crudele della nostra storia, la cattiveria umana non ha limiti ieri come oggi. Onore al nostro concittadino Nicola Stame.” “Grazie, ignoravo molti particolari.”
“Nulla di lui ho mai sentito a scuola… dalle elementari alle superiori …nessun professore lo ha mai citato….e questo non lo capisco!”
Questo desiderio di memoria è qualcosa di molto positivo, che si sta riscoprendo in città – come ho avuto modo di sottolineare già in una precedente lettera meridiana – soprattutto grazie ai tanti gruppi del social network che, attraverso fotografie e documenti, si stanno sforzando di far conoscere e amare il passato della città.
Devo però ammettere che questi commenti hanno colto di sorpresa anche me. Non mi aspettavo che fossero in tanti a non conoscere la storia di questo grande foggiano dall’ugola d’oro, che avrebbe potuto sfondare nei teatri lirici dell’epoca e che invece preferì morire per la libertà e per la democrazia.
Venne arrestato proprio alla vigilia dell’esibizione alle Terme di Caracalla che avrebbe dovuto consacrarlo. Alla polizia che gli chiedeva se fosse iscritto al partito fascista, rispose semplicemente: “Naturalmente no”.
Dei tanti commenti, è particolarmente significativo l’ultimo, che sottolinea come nella scuola foggiana si parli poco o nulla di Stame. Naturalmente non si può generalizzare, ma la denuncia è sintomatica di un certo modo con cui a scuola si insegna (si insegna?) il Novecento.
Da anni il cugino ancora vivente di Nicola Stame, Mario Napolitano, la Cgil, l’Anpi e un folto gruppo di cittadini che vogliono ricordare, si battono inutilmente per ottenere l’intitolazione del Teatro del Fuoco a Stame, cui la città non è fino ad oggi riuscita a dedicare che un vicolo a Rione Martucci.
Bisogna ricordare infine che Nicola Ugo Stame non è stato il solo nostro conterraneo ucciso in quell’eccidio.
Tra le vittime, quindici erano di origine pugliese, tutte figure di grande rilievo nella storia dell’antifascismo e della resistenza italiana; quattro native della Capitanata. Come già detto, il foggiano Nicola Stame, partigiano del Movimento Comunisti d’Italia e tenore lirico, insignito della Medaglia d’argento al valor militare; i lucerini Umberto e Bruno Bucci, attivi collaboratori del Partito d´Azione, il cerignolano Teodato Albanese, militante del Movimento Unione Nazionale.
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