Renzo Arbore ha “studiato” al Conservatorio musicale Giordano di Foggia. A dare l’inedita notizia è stato proprio il popolare showman l’altro giorno, nel corso di una breve intervista al Tg Uno del mattino.
La frequenza al corso di clarinetto è stata tuttavia breve, anzi brevissima: un giorno soltanto. L’insegnante si accorse che Arbore sapeva già suonare lo strumento e gli consigliò di investire meglio il suo tempo, dedicandosi allo spettacolo.
Nel raccontare la storia in televisione, Arbore è incappato in un lapsus dal sapore quasi freudiano, che rilancia l’antica querelle sul rapporto con la sua città natale.
“Ho studiato al Conservatorio Musicale Umberto Giordano della mia città”, ha detto infatti il musicista, omettendo che la sua città è Foggia. Vivaci polemiche aveva suscitato la sua recente esibizione sanremese quando Arbore (in risposta – c’è da sottolineare – ad alcune considerazioni poco carine della Litizzetto su Napoli) si era lasciato andare ad una dichiarazione d’amore verso la città partenopea, senza nemmeno in questo caso far cenno alle sue origini foggiane.
Credo però che proprio il lapsus dell’altra mattina testimoni che il legame tra Arbore e Foggia è ed è stato sempre saldo. Da buon jazzista, Arbore è abituato ad improvvisare, e nella improvvisazione possono scapparci “dimenticanze” come quella dell’intervista a Rai Uno, peraltro ampiamente compensate dalla citazione, con tanto di nome e cognome dell’altro illustre concittadino cui è intitolato, del conservatorio musicale Umberto Giordano.
Anzi, è profondamente e irrimediabilmente foggiano proprio questo senso di estemporaneità che fa di Renzo Arbore un personaggio più unico che raro sulla scena dello spettacolo. È intrinsecamente foggianala sua comicità che soprattutto in passato ha attinto a piene mani a contesti e personaggi foggiani.
Il leggendario professor Aristogitone, cui prestava la voce Mario Marenco, era la copia radiofonica di un notissimo professore del Liceo Classico Lanza. E pieni di foggianità erano i personaggi, le battute, le situazioni inventate da Arnaldo Santoro (altra straordinaria figura che la città farebbe bene a ricordare e valorizzare) che affiancò Arbore in tante trasmissioni di successo.
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Caro Geppe non è stato un lapsus quello di San Remo. Renzo Arbore ha trascorso gran parte della sua infanzia accanto a mia madre e lui ha sempre avuto e dichiarato un doppio amore per Foggia e Napoli. Napoli artisticamente è stata la città che lo ha fatto crescere e lo ha consacrato e guai a chi la tocca. La casa romana di Renzo è sempre aperta per i foggiani. Approfitto per farti i complimenti per Lettere Meridiane tra le eccellenze informative del nostro territorio
Certo che tutti noi volessimo che parlasse di più delle sue origini foggiane,ma in una intervista dice :“Foggia è piccola e io sono un personaggio. Tutti identificano tutto e poi diventa una leggenda della città. Per questo me ne sono andato da Foggia”.Però io lo ricordo ospite in tv a domenica in. Trepidava x l'esito della partita promozione del Foggia in A e già prevedeva la grande festa dei foggiani.
Non è necessario che Arbore debba ribadire sempre di essere Foggiano. Lo sanno tutti!
Basta con queste inutili rimostranze che deludono e feriscono anche il più affezionato concittadino!