L’argomento maggiormente dibattuto nelle ultime settimane, dai lettori e dagli amici di Lettere Meridiane, è Foggia, e il rapporto dei foggiani con la loro città.
Il confronto è appassionato, e non esistono mezze misure. Foggia la si ama o la si odia. E forse questo tutto o niente è fatale: sta nel dna più profondo della città.
Senonché qualche giorno fa ho letto un commento che mi ha particolarmente colpito per il suo equilibrio e per la sua positività. È di un lettore che si è firmato solo parzialmente (come Raff64fg, e dovrebbe quindi essere Raffaele, foggiano, da quanto si intuisce dal testo, 50enne).
Scrive Raffaele: “faccio parte di quel 1 % (che ama Foggia, n.d.r.) e che va avanti nei problemi che si affacciano ogni giorno alla mia vita, da quello che mi presenta come conto ogni giorno, e che con tutte le mie forze cerco di “pagare, compresi naturalmente i problemi che affliggono anche la mia famiglia, moglie e figli.”
L’incipit del commento rivela che la vita di Raffaele non è delle più facili, anzi deve fare i conti giorno per giorno con problemi piccoli e grandi.
Però Raffaele non si arrende. Anzi, ai suo figli dice “di non mollare mai, di resistere” e – adesso viene il bello – per convincerli, sapete che fa?
“Parlo di quella che è stata la storia della nostra città, di quella attuale logicamente. Ne discutiamo in generale. È difficile veramente anche sperare che il tutto si sistemi per il meglio, ma di certo appartenendo a questa bassa percentuale di cittadini che amano Foggia, cerchiamo di far capire a chi ci circonda di fare in modo di non peggiorare le cose.”
Un bell’esempio di impegno civico e di senso civico, quello che ci offre Raffaele, anche se la conclusione del suo commento è decisamente amara. Quando Raffaele invita i concittadini a impegnarsi per migliorare le cose, “la risposta è una sola: ci sentiamo abbandonati dallo Stato. Io non fuggirei da Foggia, ma dall’Italia.”
“Non ho la vostra “penna” – conclude Raffaele – ma ho cercato di spiegare un po’ il mio stato d’animo e quello che qualche cittadino avverte… molti comunque non smetteranno mai di amarla, nonostante tutto…”
Davvero bella la testimonianza di Raffaele così com’è davvero bello il sentimento di quanti amano Foggia, nonostante tutto. Solo così si può sperare in un futuro diverso e migliore.
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Gentile Raff64fg, la sua testimonianza è molto bella e avverto il disagio che prova. Quel che non capisco è in quale modo ritiene di appartenere a quell'1% a cui mi riferivo, e non lo dico perché dubiti delle sue ragioni ma forse perché credo di essermi espresso male; e mi spiace che anche Geppe Inserra non ne abbia colto lo spirito di fondo (sono andato a leggere il suo vecchio articolo del 2012 sul dramma dei rifiuti a Foggia e mi pare che ragionassimo alla medesima maniera…).
In ogni caso, una sola cosa mi sento intimamente di chiederle: perché mai vorrebbe andarsene dall'Italia e non da Foggia? Naturalmente mi sbaglierò, ma quando l'Europa CI METTE A DISPOSIZIONE decine di milioni di euro per progetti di lavoro e i NOSTRI amministratori e, soprattutto, i NOSTRI tecnici NON SANNO come trasformarli in occasioni di lavoro, è colpa nostra o dell'Italia?
I vari Contratti d'Area per lo sviluppo industriale, sono nati con fondi pubblici ma i beneficiari, anche solo dopo pochi mesi dal loro insediamento hanno chiuso e abbandonato i lavoratori al loro destino, fuggendo con i denari ottenuti e con le attrezzature! E' sempre colpa di quell'Italia da cui vorremmo fuggire?
A noi manca 'costituzionalmente' il rispetto delle regole. Viviamo in un perenne far-west, mentale e fisico. Domanda: tra un foggiano e un extracomunitario – entrambi venditori illegali di CD nel pieno centro di Foggia – secondo lei, i Vigili Urbani chi arrestano? La legge è una sola ma i solerti Vigili se la prendono solo con l'extracomunitario, ricamandoci sopra con patetici comunicati-stampa, come se avessero arrestato Totò Riina, mentre il foggianissimo venditore di CD contraffatti sta sempre lì!
Guardi che non si va da nessuna parte se continuiamo a dirci che è sempre colpa degli altri.
Certo, anche lo Stato ha le sue colpe, e tante, ma fino a quando alla maggioranza (assente) degli italiani andava bene non c'era ragione di protestare, perché se crisi c'era (e c'era!) riguardava gli altri e non noi. Come se fino a 3 o 4 anni fa non c'erano milioni di disoccupati! Non c'era la corruzione? E "Mani pulite" è stato solo un ammonimento per politici o non doveva esserlo per tutti? La corruzione (come l'evasione e l'elusione fiscale) non è solo una pratica unilaterale: è un concetto, una filosofia di vita, e come tale sta nelle teste e nei comportamenti delle persone.
E tutti quelli che fino a ieri riempivano i partiti di destra, di centro e in parte anche di sinistra e poi sono andati a santificare Grillo, mi chiedo davvero dove stessero e in quale modo reagissero alla crisi e ai "cattivi comportamenti" che – ripeto – già c'erano, evidenti e drammatici come un macigno!
Certo, il 'popolo' si aspetta che tutto cada dall'alto, che tutto ci venga servito su un piatto d'argento e a noi tocca solo aspettare e ringraziare.
Geppe Inserra cita Seneca (e fa bene), io scelgo di stare più 'terra-terra': "Aiutati, che Dio t'aiuta", dove l'aiuto non va inteso solo come stimolo psicologico e avvicinamento a Dio, ma soprattutto come capacità di autoriscatto morale e sociale, anche se capisco bene che oggi è la crisi economica ad aver tragicamente sparigliato le persone, alimentando caos e detrattori di professione.
Non c'è bisogno di scappare dall'Italia anche se ne comprendo lo spirito. C'è bisogno invece di cambiare le regole del gioco, qui, in Italia e nelle nostre città, di semplificare la burocrazia, di alzare la voce quando serve e non solo a scoppio ritardato. C'è bisogno di studiare la Storia, di allenare la memoria reale e non solo quella virtuale; c'è bisogno di imporre l'inglese e l'informatica ai nostri imprenditori; c'è bisogno di lavorare il più possibile in sinergia, di recuperare la manualità; c'è bisogno di qualche telefonino e computer in meno e qualche buona lettura in più… E potrei continuare.
Da dove vogliamo cominciare?
(Maurizio De Tullio)
Probabilmente l'amico Raffaele non conosce il vero foggiano,il foggiano di razza.Io mi pregio del titolo di foggiano ed amo la mia città con tutti i suoi difetti(e sono tanti)ma l'amo comunque.
Episcopo Giuseppe