L’apertura, seppur parziale e provvisoria, dell’aeroporto militare di Amendola ai voli civili rappresenta un banco di prova fondamentale per tutto il territorio. Perché adesso l’aeroporto c’è, e costituirà un test severo, per verificare la qualità e la quantità della domanda di quei voli turistici che dovranno poi costituire il core business del Gino Lisa, una volta che la pista verrà allungata.
Si fa sul serio, adesso. E sarebbe il caso, anziché indugiare sulle polemiche, di darsi tutti da fare affinché il test abbia successo e perché questa opportunità non venga bruciata. Bisognerà trovare infatti prima di tutto tour operator e vettori interessati alla possibilità, poi offrire loro un prodotto di qualità.
Per la verità, il dibattito sta imboccando proprio questa direzione. E non mancano inviti a considerare anche l’altra faccia della medaglia, che riguarda il miglioramento della qualità dell’offerta turistica del Gargano. Sarebbe un paradosso se la disponibilità di voli non dovesse poi tradursi in un consolidamento degli arrivi e delle presenze (in crisi, lo scorso anno) per via di prezzi troppo alti, o di servizi di discutibile qualità.
Il territorio sembra maturo, come dimostrano il successo di gruppi spuntati dopo l’annuncio del ministro Mauro sulla apertura al traffico civile dello scalo di Amendola come Da Amendola si può volare, fondato da Raffaele Vigilante o l’interessante dibattito che riporto di seguito, sviluppatosi sul post di Lettere Meridiane di ieri .
Il primo ad intervenire è stato Michele Lauriola: “Il Direttore di Compagnia delle opere Massimo Mezzina, va nella mia stessa direzione, dice sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 2 febbraio 2014 :”ora rimbocchiamoci le maniche per il Lisa. Il rilancio del Gino Lisa e i voli charter dell’aeroporto militare di Amendola sono facce della stessa medaglia. Ma questo è soltanto <un primo tassello che si va a posizionare nel percorso di rinascita non solo economica, della Daunia. Occorrerà ora massimizzare gli sforzi da parte di tutti perché questa chance non vada persa e che si possa tutti insieme rendere percorribile la strada del cambiamento strutturale della nostra terra.”
“È giunta l’ora – conclude Lauriola – che la Provincia, tutti i Sindaci dei territori della Capitanata, tutte le Organizzazioni professionali e di categoria, rispolveriamo i SAC (Sistema Ambiente Cultura), progetti per promuovere percorsi turistici, finanziati dalla Puglia con i fondi Comunitari.”
Anche Alfre de Martino riflette sulla necessità di preparasi adeguatamente, anche sotto il profilo organizzativo: “L’operazione Amendola darà sicuramente ottimi risultati – afferma – se si eviteranno grossolani errori organizzativi, tipo aerostazione al Gino Lisa e volo da Amendola, basterà questo a non invogliare i passeggeri a partire o atterrare da noi anziché Bari, Napoli o Pescara, pensate al fastidio di dover raggiungere prima il Gino Lisa e poi spostarsi su Amendola o viceversa per chi atterra e già si vede sul Gargano, doversi sobbarcare un’altra ora per raggiungere Foggia e poi se mai ritornare sulla statale 89 ripassare avanti Amendola e raggiungere poco dopo San Giovanni. Un fallimento annunciato e da qualcuno agognato.”
Fabio Marino avanza un suggerimento interessante: “Potranno prendere come modello le attività svolte a Sigonella, quando fu chiuso l’aeroporto di Catania.”
Antonello Di Leo si sofferma infine sugli aspetti più i rettamente turistici: “Il territorio dovrebbe offrire non poche opportunità, da parte di imprenditori che investono, appunto, sul turismo, dal turismo religioso di San Giovanni Rotondo e di Monte S. Angelo, a quello più commerciale che va da Vieste, Manfredonia, Isole Tremiti…ecc.ecc., ma un dubbio mi sorge…è presente in loco,una classe imprenditoriale, pronta a saper cogliere questa opportunità in maniera intelligente, oppure si farà cogliere impreparata dal punto di vista delle adeguate strutture ricettive? Esistono imprenditori capaci di non “spennare” i turisti, tanto da costringerli successivamente a non riprendere più l’aereo per Foggia”.
L’interrogativo è formulato con una vis polemica forse eccessiva, ma non è privo di fondamento.
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