Niente più quotidiani nel Subappennino

Il Subappennino si allontana ancora di più dalla Puglia. I cittadini di quindici piccoli comuni ricadenti in questo territorio (Alberona, Anzano, Biccari, Candela, Carlantino, Castelluccio dei Sauri, Casalnuovo Monterotaro,  Casalvecchio di Puglia, Castelluccio Valmaggiore,  Faeto,  Monteleone di Puglia, Panni, Roseto Valfortore, Volturara Appula e Volturino) da qualche giorno non possono più leggere i giornali, salvo a non andarseli a comprare in qualche centro più grande. L’agenzia di distribuzione che serve le edicole in tali comuni ha infatti sospeso unilateralmente il servizio, ritenendolo antieconomico.
Lo fa sapere Il Quotidiano di Foggia che all’evento dedica la copertina del numero oggi in edicola (qui il post del sito web del giornale cittadino). È appena il caso di rilevare che nell’elenco non figurano alcuni centri – come Celle San Vito – i cui abitanti già fa tempo non possono leggere più i giornali, perché non hanno neanche l’edicola.
Il problema si era già posto negli scorsi mesi. Il 21 dicembre scorso la decisione definitiva dell’agenzia che si occupa della distribuzione dei quotidiani, che ha comunicato agli edicolanti la decisione di sospendere la fornitura a partire dal 6 gennaio scorso.
Immediata la reazione dei sindaci, che hanno protestato e chiesto alla Regione l’apertura di un tavolo di concertazione in modo che si trovi una soluzione.
Il diritto all’informazione è un bene sacrosanto, un valore sancito dalla Costituzione. Privare quindici comunità municipali della possibilità di tenersi aggiornate e informate significa praticamente emarginarle dal mondo, isolandole ancora di più dal resto della regione. E pensare che la Puglia ricade tra le regioni dell’obiettivo 1 (che godono degli incentivi più alti da parte dell’Unione Europea) proprio “grazie” ai comuni dei Monti Dauni che presentano indicatori economici e sociali particolarmente svantaggiati. Il paradosso è che mentre dei contributi comunitari possono giovarsi anche le aree più ricche della Puglia, al Subappennino vengono oggi negate perfino le briciole.

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Author: Geppe Inserra

3 thoughts on “Niente più quotidiani nel Subappennino

  1. Con l'avvento della rete, la carta stampata è destinata a scomparire, come con l'avvento della robotica il lavoro manuale. Facciamocene una ragione e, invece di piangerci addosso, operiamo scelte consone che assicurino l'accesso all'informazione tramite le nuove tecnologie; per il lavoro è la stessa cosa, occorrono nuove regole per la distribuzione della ricchezza prodotta. Il canale lavoro non è più sufficiente.

  2. Negli USA, dopo l'ubriacatura della webpress, molti quotidiani sono tornati alla versione cartacea e, in Italia, nascono ogni anno diversi nuovi quotidiani, sintomo che lo spazio c'è. Il problema, piuttosto, è che la gente non è molto abituata a comprare i giornali (non lo era nemmeno prima) ma ha la pessima abitudine di leggerli… a scrocco.
    Non solo: va anche detto che sono fatti molto male, privi di una funzione di servizio, poco "anima" del territorio.
    Domani invierò a Geppe Inserra un mio intervento che contiene un minimo di proposte. Lagnarsi senza mai controbattere con qualcosa che somigli vagamente ad una proposta serve a poco. Naturalmente non ce l'ho con chi mi ha preceduto, che leggo con piacere e che stimo.
    Maurizio De Tullio – Foggia

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