Marco Cavallo è un simbolo della lotta contro il disagio psichico e contro i manicomi. È una statua di legno e cartapesta alta quattro metri, ma anche una macchina teatrale, per il vissuto che si porta dentro e attorno.
Fu costruito nel 1973 dagli ospiti dell’ospedale psichiatrico di Trieste diretto da Franco Basaglia, sotto la supervisione di Vittorio Basaglia, cugino dello psichiatra promotore della legge 180, che riformò in modo radicale il sistema psichiatrico nazionale.
Gli autori trassero ispirazione da un cavallo in carne ed ossa, adibito al trasporto della biancheria e delle vettovaglie nell’ospedale triestino. Da allora è diventato un’icona dell’impegno contro l’isolamento dei malati mentali.
L’ultimo suo tour di sensibilizzazione risale soltanto a qualche settimana fa. Marco Cavallo ha girato per i manicomi giudiziari sparsi nel Paese chiedendone la chiusura, che dovrebbe avvenire tra qualche mese. C’è una legge che lo stabilisce, ma il termine potrebbe essere prorogato.
Per la prima volta, Marco Cavallo è sbarcato in Puglia. È a Foggia, a sottolineare l’importanza del convegno Guarire si può promosso dalla Consulta per la salute mentale della Provincia di Foggia.
Lo vedete nella foto, insieme al suo gemello, realizzato dall’Art Village di San Severo.
Oggi Marco Cavallo sfilerà per le vie della città, per sensibilizzare il territorio sull’importanza e sulla necessità di servizi psichiatrici aperti e di qualità.
Perché la battaglia contro la malattia mentale si vince soprattutto e prima di tutto sul territorio.
Perché vincere questa battaglia fa stare meglio tutti, i matti e i sani.
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