Che i foggiani non godano di grande stima e simpatia, nell’immaginario collettivo nazionale, è cosa risaputa, ma che in alcune parti d’Italia dire foggiano a qualcuno significhi più o meno insultarlo, davvero non l’immaginavo.
Calmatevi: questa volta non c’entrano affatto i baresi e nemmeno la trita querelle sul foggianesimo, neologismo coniato dal governatore pugliese Nichi Vendola per bollare la tendenza dei dauni all’autocommiserazione.
La questione viene da ben più lontano. Il posto d’Italia dove il termine foggiano è quasi una parolaccia è infatti quella parte di Toscana compresa tra le province di Pisa e Livorno. L’ho scoperto quasi casualmente, imbattendomi in un curioso commento sul blog di pensieri pisani Fai Ammodino, segnalatomi da mio figlio che a Pisa vive per ragioni di studio. Il commento riguarda un argomento che non riguarda affatto l’essere foggiano, ma una festa pisana, La Luminara, che si svolge il 16 giugno, vigilia di San Ranieri, patrono della città che nella circostanza viene illuminata con lampade ad olio. Chi l’ha visto dice che si tratta di uno spettacolo di assoluta bellezza, come viene confermato dalla foto.
Dando notizia dell’edizione 2013 della festa, in un articolo molto garbato e puntuale, l’autrice del blog, Eleonora Lollini, lamenta il ricorso a fari fluorescenti e accompagnamenti musicali che, a suo giudizio, non sono compatibili con la tradizionale atmosfera della festa il cui fascino “sta nella luce tremolante e instabile dei lumini che crea un’atmosfera antica e magica.” Bello e giusto.
Il post ha suscitato una vivace discussione nel corso della quale Valerio, dando ragione alla tesi dell’autrice letteralmente sostiene “si…per dirla alla pisana…sono stati parecchio foggiani quest’anno.”
Eleonora risponde a sua volta: “Poveri foggiani ;)”
Per dirla alla pisana, insomma, foggiano sarebbe sinonimo di grezzo, per usare un eufemismo. Il sospetto che in queste plaghe toscane non si abbia una grande opinione degli abitanti del capoluogo dauno viene confermato scorrendo la voce di Nonciclopedia dedicata al “truzzo”, termine gergale con il quale si indica una persona rozza e non degna di stima.
L’enciclopedia della non cultura elenca con certosino scrupolo varianti e sinonimi in tutt’Italia chiarendo che nelle province di Pisa e di Livorno il sinonimo di “truzzo” è, appunto, foggiano. Per i livornesi, in particolare, il “foggiano” (ovvero truzzo, o tamarro o – alla foggiana – zanniero) è colui che “ indossa soprattutto jeans con le rimbocche fermate con le spille, occhialoni giganteschi con la montatura rosa/bianca e un giaccone di pelle anche alle temperature più elevate.”
L’anzidetta voce di Nonciclopedia compendia altri simili forme di “discriminazione territoriale atipica” (usare un aggettivo di provenienza in termini dispregiativi): a Modena, il truzzo viene definito anche Marocco, a La Spezia è Massese (insulto riferito ai confinanti abitanti della provincia di Massa), gli abitanti di Latina definiscono i truzzi, borgatari o pariolini, con evidente riferimento ai quartieri della Capitale. Per ascolani e fermani si tratta invece di “teramani” mentre baresi e foggiani se la prendono con gli Indiani d’America bollando i tamarri come Cheyenne.
Se si può capire, nel paese dei cento campanili, il ricorso a sfottò tra abitanti di città vicine, che ci sarà mai dietro al “foggiano” che pisani e livornesi rivolgono a truzzi e tamarri delle loro contrade, visti i quasi settecento chilometri che dividono i rispettivi territori?
Mi piacerebbe scoprirlo. Chiederò lumi, in proposito, ad Eleonora Lollini e ad Enrico Ciccarelli, impareggiabile investigatore del fenomeno del foggianesimo.
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Per quanto ne sapevo io, a parte il deprimente fuggi foggia ecc. la connotazione spregiativa della nostra appartenenza geografica era limitata a Napoli e al celebre detto "è arrivate 'o trene 'a Foggie" di fronte ad una manifestazione di grossolanità o di stupidità. L'irrisione però era legata soprattutto al percorso "montanaro" che il treno da Foggia, per l'appunto, doveva fare per giungere a Napoli. Era quindi lo sprezzo dei raffinati cittadini ai rustici campagnoli. Faccio sinceramente fatica a comprendere "che ci azzecca" con noi la plaga pisan-livornese del documentatissimo articolo di Geppe. Mi pare comunque il caso di ribattere che "gli è meglio un morto in casa che un Pisano all'uscio". 🙂
Gentilissimo Geppe, prima di tutto grazie per i complimenti e la garbatissima citazione e complimenti anche a lei per il blog e questo post in particolare.
Sfortunatamente così su due piedi non posso esservi molto utile. Confesso di aver pensato che il termine "foggiano" in quest'accezione fosse usato in tutta Italia, anche perché mi sembra molto strano che sia arrivato fino qua. Mi sembra anche strano che le due città, che hanno decisamente un approccio diverso alla "truzzaggine", abbiamo tale definizione in comune. Inoltre non credo neppure che, studenti a parte, ci sia una vasta presenza di immagrati di Foggia nella zona.
Insomma, non ho risposte e quelle che cerco di darmi non mi convincono. Ma mi sono incuriosita e quindi farò delle indagini (non appena avrò il tempo di farlo con la giusta attenzione) e vi farò sapere.
Quello che vi chiedo è di non offendervi, non era mia intenzione (e nemmeno di Valerio, per quel che lo conosco) offendere nessuno, tantomeno i foggiani che conosco veramente troppo poco per sbilanciarmi (ho convissuto con due meravigliose e coccolose ragazze di Foggia quando ero a Roma ed è stato un bel periodo).
Vi chiedo anzi di unirvi a noi poveri pisani che, come giustamente fa notare Enrico, siamo ormai abituati a essere bistrattati da ogni parte d'Italia… Ma non fatemi dire la risposta che è veramente poco carina e un luogo di così piacevole discussione non la merita 😉
Mentre mi rilassavo scorrendo la mia home di facebook mi sono soffermato su un post e da foggiano doc sono stato rapito dalla lettura dei vari commenti; sinceramente avendo viaggiato molto ho sempre distinto i proverbi storicamente universali dai "detti" anche inventati e senza nessun fondamento come quello in questione.
Naturalmente tutta la responsabilita' alla fine la deve assumere chi parla o scrive pronunciandosi a suo nome e
purtroppo non siamo tutti intelligenti nel capire che prima di esporre una terminologia si dovrebbe anche un po' pensare al significato e soprattutto al significante del termine, perche' pronunciare la parola "foggiano" gia' a livello di fonia riporta a Foggia e quindi i suoi cittadini.
Un saluto ai miei cari concittadini !!!
Che io sappia anche a Chieti usare l'aggettivo "foggiano" denota negatività.. 🙁
Pensavo che trovandomi a Firenze,ora so cosa potrebbero pensare i toscani… 🙂 Tutti questi post mi lasciano un solo pensiero ma ribadiscono un'eterna conferma: che noi italiani siamo destinati ad essere un popolo decisamente "unico" nel suo genere e forse è proprio questo che non ci fará mai decollare…e qui mi fermo!
Tempo fa, invece, avevo trovato questo detto, diffuso in una cerchia ristretta di persone, credo, e limitata al solo àmbito militare:
"Fai il turco, fai l'indiano, ma non fare mai il foggiano!"…
A ricordarcelo, nelle sue memorie di gioventù, è un trentino di Bolzano che a Foggia visse al tempo dell'addestramento da pilota.
Cordialmente (e senza molta stima per i miei concittadini foggiani di oggi).
Maurizio De Tullio
La non stima é reciproca
Io credo che la frase "sei proprio un foggiano" non si riferisca al foggiano che vive a Foggia ma a "la Foggia" termine che che si usa per indicare abbigliamento e acconciature…quindi un "foggiano" è colui che si veste in maniera eccessiva…..niente offese al popolo Foggiano secondo il mio modesto parere…bisogna pensare cmq questi detti provengono da tempi antichi medioevo,rinascimento ecc dove alcuni termini ormai desueti si usavano…a volte parliamo senza sapere cosa diciamo. ..ciao
Un aggiornamento sul 'diffusore' di quel detto ed una precisazione.
Il signore in questione (personaggio davvero singolare) si chiama Roman Gasser che, se vivente, sfiorerà almeno il secolo di vita.
La precisazione è sul detto, che, più correttamente, così recitava:
"Fatti turco, fatti indiano, ma non farti mai foggiano".
(Maurizio De Tullio)
Trovo triste e anche un "tantino" vergognoso sprecare anche del tempo a trovare significati,proverbi e quant'altro su noi foggiani….oltretutto,al mio "paese" è considerato poco educato chi offende gli altri.Vi siete chiesti mai perché le peggiori offese provengono sempre dal nord?????
Un saluto a tutti i miei concittadini
Foggiana Doc
io Amo Foggia !!!!!!!
Ho abitato a Pisa per ca. diciotto anni e conosco più che bene la questione. "massese" è detto anche a Pisa per la stessa questione. Più che altro, da un punto di vista modaiolo, i massesi (in generale) non è che vestano con molto stile, ma questo non fa di loro una fetta di popolazione truzza. Così come i foggiani, autocommiseranti sì, anche (troppo spesso) monopensanti o nonpensanti, non sono tutti uguali. A Pisa non sanno quanto spendano i foggiani per tenersi aggiornati sugli stili. Se i pisani assistessero alle cerimonie nelle ex masserie, quelle che si tengono per banchettare dopo un matrimonio ad esempio, cambierebbero idea. Se i foggiani partecipassero a un banchetto pisano, offenderebbero i festeggiati.
Nella mia storia personale mi sono trovato a fare regali di nozze a Foggia e a Pisa. Ho speso sempre gli stessi importi ma… A Foggia è consuetudine partire dai 150 euro. A Pisa, se sei solo "amico", te la cavi con 80.
Nei compleanni poi… A Foggia si parte da 10 euro. A Pisa raramente si arriva a 5. Si gioca sulla quantità e meno sul gesto economico.
La cosa migliore sarebbe una via di mezzo.
A Foggia se festeggi gli anni paghi tutto tu, gli invitati al massimo ti fanno il regalo. Se a casa non hai stipendi robusti, fai feste con gli invitati più stretti ai tuoi affetti.
A Pisa (come a Bologna, Firenze, Milano…) compi gli anni, inviti pure gli sconosciuti, festeggi in un ristorante dove gli invitati pagano per sé e per te e tu ti limiti a torta e bottiglia. Così risparmi e ti eviti di fare scremature imbarazzanti.
Per giunta, ho lavorato a sei luminarie, di cui un paio su una gru. Ho illuminato Palazzo Gambacorti, Palazzo Reale, l'Inail, Palazzo Lanfranchi… Quattro ore di lavoro ogni volta in cambio di una cinquantina di euro il mese successivo. L'ho sempre fatto più che volentieri.
La grande pecca della Luminaria di San Ranieri è la scarsezza di bagni chimici. I vicoli diventano fiumi acidi, ogni anno. Non che per questo la parola "pisano" possa diventare attributo squalificante, non sono solo pisani i barbari. Ma è il Comune di Pisa a non spendere qualcosa in più in bagni chimici e qualcosa in meno in biancherie e lumini (cinesi, quelli supercancerogeni).
E poi, prima di dire foggiani… Parlate con il livornese medio, o andate in una delle cento frazioni che circondano Pisa, troverete facilmente a Nodica, Pontasserchio, Pappiana, Rigoli, Molina di Quosa, Avane, Filettole, perfino Asciano, Agnano, Campo, Caprona, Zambra, S. Lorenzo alle Corti, Titignano, Casciavola, Oratoio, Putignano, S. Prospero, Calcinaia, Marina, Tirrenia, Coltano, o nei quartieri popolari come il Cep, i Passi, la circoscrizione 5 Ina Casa, Pisanova, Cisanello, massaie, operai, scolari, professori di scuola a cui scapperà sempre un "foggiano" riferito al vicino scostumato anche solo perchè avrà parcheggiato male l'auto o avuto un accento troppo esotico.
D'altronde, a quanti di noi, almeno una volta nella vita, non è sfuggito un "rabbino" di fronte al parco gesto di una persona ritenuta micragnosa?
Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra… Giovanni 8. 7. Tanto per gradire.
Questa è una delle due definizioni di "foggia" (sostantivo) date dalla Treccani:
"A Firenze, nel sec. 14° era detto foggia l’intero cappuccio (per distinguerlo dal cappuccio a gote): portava una f. altissima, con un becchetto corto da lato, e largo che vi sarebbe entrato mezzo staio di grano (Sacchetti)"
Mi chiedo e vi chiedo: "foggiano" non potrebbe essere il contadino che indossava questo copricapo? In questo caso non avrebbe nulla a che vedere con Foggia ed i foggiani (cittadini della suddetta città).
fonte:
http://www.treccani.it/vocabolario/foggia/
gli esempi televisivi foggiani conosciuti, son degni della definizione che avete dato….
cioè Pio e Amedeo delle Iene foggiani doc lo dimostrano…
Senza voler imbarazzare nessuno, rispondo in breve all'anonimo (al solito, un vero anonimo: io mi sono firmato e lo faccio sempre quando ho da dire qualcosa, pro o contro qualcuno)che ha risposto al mio saluto polemico precisando: "La non stima è reciproca".
Visto che non mi conosce, come fa a esprimere questo giudizio? E se, viceversa, mi conosce può tranquillarmente presentarsi con nome e cognome e motivare la 'non stima', che sarà sicuramente giustificata. Non sono, del resto, una persona che si offende per così poco.
Io, fra l'altro, ho parlato di "non molta stima" e per di più per "i concittadini foggiani di oggi". Quindi, limitavo il giudizio a una fetta particolare di persone.
L'anonimo ignora, probabilmente, che ho speso 3 anni della mia vita privata per curare un "Dizionario Biografico di Capitanata" nel quale, nella quasi totalità delle persone censite, ho individuato i pregi, le capacità, il coraggio e la tenacia, compresi naturalmente molti personaggi dei nostri tempi.
Ma la mia "non stima" per una parte dei foggiani è presto spiegata: non stimo il 'familismo amorale' sempre più dilagante, non stimo i giovani che si propongono come il nuovo (in politica come nell'imprenditoria) ma sono più vecchi dei loro padri che almeno avevano più coraggio e cultura, non stimo la totale assenza di 'fare sistema' degli imprenditori, non stimo l'80% di chi guida l'auto (sul punto chiederò a Geppe Inserra di ospitare un mio intervento), non stimo gli anonimi in generale, come l'autore del post che ha (giustamente) reso necessaria la moderazione di questo civile spazio di confronto e discussione.
Cordialmente
Maurizio De Tullio
..porca miseria, durante il corso che ho seguito al Sant'Anna…ho dimenticato di indossare il mio giubbotto di pelle ed i miei occhiali rosa/bianchi..la mia ignoranza è imperdonabile!!ma non preoccupatevi,la prossima volta a Pisa, rendero' onore al mio popolo e mi rendero' immediatamente riconoscibile!! Brutte bestie ignoranza e presunzione!! P.s. Mescolando diversi stili,potrei confondere l'illuminato popolo pisano: massese o foggiana? Rossella da Foggia
Non mi fa tanta tristezza la grossolanità delle espressioni pisane, di cui mi frega poco quanto niente. Mi fa enorme tristezza invece leggere certi commenti di certi miei concittadini foggiani: ormai la autodisistima e il volersi svincolare dalla propria gente è diventato uno sport estremamente alla moda, dove chi concorre però potrà aspirare a una sola "medaglia": quella della dabbenaggine, della superficialità e soprattutto della sudditanza ai forestieri di turno (baresi, toscani o nordici che siano); insomma, il miglior modo per attendere in posizione prona le stoccate e le fregature di cui questa città e la sua gente è fatta bersaglia da tempo da chicchessia. Col vostro atteggiamento voi gli spalancate le porte: complimenti, siete gli ascari 2.0!
Quanto a ciò che leggo nel pezzo di Geppe, che cita la discussione sull'articolo di Eleonora, da "foggiano" mi limito a dire quanto segue: Pisa, città che ho visitato svariate volte, soggiornandovi per fortuna solo da "turista" (avevo amici che studiavano in loco) è città di grande bellezza e pari tristezza; le sue feste, altrettanto: suggestive quanto mosce. Do you know "mosce"??
Per fare un paragone: con chi passereste più volentieri una serata? con una ragazza bellissima,fine, elegante e di grande “impatto” su chi la osserva (insomma, di quelle che fanno fare “bella figura”) ma anche moscia, noiosa, con la puzzetta sotto al naso, magari pure un pò gretta e di certo non simpaticissima, insomma, in una sola espressione, "bella che non balla"? o con una magari meno signorile, magari anche molto meno carina, ma più "alla mano", allegra, rumorosa… vitale (nel bene e nel male)??
Bene, la mia scelta appartiene alla seconda categoria, mille e mille volte, con tutti i "pro" e nonostante i diversi "contro". Con buona pace degli amici pisani (e di certi loro "sodali" foggiani) verso cui non nutro alcun rancore, anzi di cui invito a non curarci affatto…
Foggia è una città inesorabilmente destinata a implodere. Non sono i miei (pre)giudizi a minarla, non è la disoccupazione a trascinarla nel baratro. Parlo di una situazione che viene da lontano e che oggi occorre saper leggere con i numeri e non solo con le impressioni, anche se qualcuno potrebbe accusarmi di parlare usando proprio il metro delle sensazioni e non della realtà.
Invece sono convinto che queste mie sensazioni coincidano sempre più con dei dati di fatto plastici ed eloquenti, che solo certa miopia culturale può negare. E mi spiego.
Quando parlo di numeri, mi riferisco al fatto che sempre più foggiani dimostrano scarso o nullo "senso di appartenenza" (da non confondere con quello che una volta era definito "senso civico").
Se non sai chi sei, cosa vuoi, come vivi, come devi rapportarti, come devi organizzarti e, soprattutto, se non ami e non difendi realmente la città che ti accoglie (per nascita, lavoro, studio o altro) ma – viceversa – ti limiti a vantarti di essere un suo concittadino e di sventolare il rosso e il nero dei colori calcistici, fai pure amico concittadino.
Le "peggiori offese" – come scrive qualcuno – vengono solo dal Nord? Al contrario! Siamo noi ad offendere questa città con i nostri comportamenti (o con i NON comportamenti). Sono i nostri sguardi volti altrove, il non saper far valere i nostri diritti ma limitarci a pretenderli, che dimostrano il nostro autolesionismo civile.
Certo, non mancano virtuosismi, eccellenze culturali, imprenditoriali e artistiche. Ma dove vivono? A Foggia?
Dai post e dalle mail che leggo qua e là, non mi pare, e non da oggi.
Giordano, Arbore, Pazienza, Luxuria, Placido, Campagna non sono diventati quelli che sono diventati operando a Foggia. Se avessero scelto di vivere qui, si sarebbero chiamati Umberto, Renzo, Andrea, Vladimiro, Michele, Pino.
Ci sarà pure un motivo per cui siamo capaci di far nascere degli autentici geni ma non di portare questa città (e questa provincia) all'altezza del loro genio.
Da molti anni la stessa squadra di calcio si esprime meglio quando gioca fuori casa…
Ecco, probabilmente è la "cultura ultras" (in senso ampio) a disorientare questa città, a impedirle di crescere in maniera armonica, autocritica e cosciente: perché ogni volta vediamo solo un "nemico" dall'altra parte, e ci prepariamo ad assaltarlo, a negarne valori e soggettività, a far prevalere l'istinto rancoroso e la forza dei muscoli. E alla fine cosa resta? Niente.
Foggia abbaia ma non morde. Foggia c'è ma non risulta. Foggia si esprime senza farsi comprendere. Foggia sublima la 'controra' estremizzandone i tempi.
Foggia non c'è più e cercarla è più faticoso (e inutile) che costruirla daccapo (e non in senso… edilizio).
E non ho (molta) stima dei foggiani perché non capiscono quanto sia importante la parola stima, che non può essere usata come un "mi piace" qualunque.
Le parole pesano, sempre, e a volte più di un macigno.
E i commenti di Giancarlo la dicono tutta sul livello di "foggianità".
Cordialmente
Maurizio De Tullio
De Tullio, lei non offre soluzioni, ma solo commiserazioni ed estreme banalità. Sia pur ammantate da un certo sforzo nel ricorso a espressioni dialettiche che tendono vagamente a volersi nobilitare con pur vacui estetismi.
Dato che, a fronte dei tali e tanti problemi che viviamo a Foggia, il tempo delle parole sarebbe ormai da archiviare e mettersi alle spalle, affrontando il territorio delle proposte e della fattività, sarebbe forse opportuno che per condurre una discussione utile in tal senso e non vuota espressione di ritritezza faccia allora intendere ai suoi interlocutori: Qual dunque sia il suo livello di "foggianità"? come esso si rapporta rispetto all'analisi e alla propositività in merito ai problemi della nostra città? In cosa si pone aldisopra degli atteggiamenti che stigmatizza? nella fattispecie, in cosa ritiene che il suo atteggiamento si riveli più "adatto" a contribuire a una svolta nell'affrontare i problemi di Foggia rispetto al (a ciò che imputa del) mio, così come desumato da quanto scritto?
Ritiene peraltro che il mio sia acritico atteggiamento da "ultrà"? (non lo sono mai stato, ma fa lo stesso…)
Dato che detesto i pregiudizi eviterò di commentare quelli che a me appaiono i suoi perchè sarebbe…pregiudiziale.
La invito perciò a rispondere con la necessaria dovizia ed evitando assunti generici, astratti e, mi permetta, estremamente banali, ritriti, già sentiti. Troppo semplici, non trova? questo, non per polemica, ma per favorire una discussione costruttiva sulle cose concrete. Non sulle chiacchiere, perchè quelle se le porta il vento e, da foggiano, dovrebbe sapere che questa è la città del vento. Evidentemente non a caso. E che, almeno, fa un pò di pulizia ogni tanto.
Gentile Giancarlo (che continua a restare anonimo…), se Geppe Inserra avrà, un giorno, la pazienza di ospitare una mia più circostanziata risposta a questo suo ultimo post, potrà capire meglio il senso di qualche mia 'esternazione' sui nostri concittadini.
Per ora mi limito a dirle che non me la sento proprio di rispondere a una persona che, nel momento topico in cui valeva la pena confrontare Foggia e Pisa, non ha trovato di meglio che dire, a proposito della città di Pisa e dei pisani: "… le sue feste, altrettanto: suggestive quanto mosce. Do you know "mosce"??
Per fare un paragone: con chi passereste più volentieri una serata? con una ragazza bellissima,fine, elegante e di grande “impatto” su chi la osserva (insomma, di quelle che fanno fare “bella figura”) ma anche moscia, noiosa, con la puzzetta sotto al naso, magari pure un pò gretta e di certo non simpaticissima, insomma, in una sola espressione, "bella che non balla"? o con una magari meno signorile, magari anche molto meno carina, ma più "alla mano", allegra, rumorosa… vitale (nel bene e nel male)??
Bene, la mia scelta appartiene alla seconda categoria, mille e mille volte, con tutti i "pro" e nonostante i diversi "contro"….".
Ma davvero lei crede che io possa gettare tutti i foggiani nel cestone dei rifiuti? C'è tanta, tantissima gente bella dentro, che stimo, amo, che appartiene ad entrambe le "categorie" alle quali lei faceva riferimento.
Ma lei, almeno, si sforzi di aprire di più gli occhi. Per esempio, si fermi 10 minuti la mattina e 10 la sera ad un incrocio semaforico qualunque di Foggia, e su un taccuino segni quante e quali infrazioni noterà (ammesso che le conosca e che onesto con se stesso). Se vuole gliele anticipo: passare col rosso, fermarsi in doppia fila, bloccare gli scivoli, non dare le precedenze, non rispettare i pedoni che impegnano le strisce, guidare con un solo faro o con i fanali sollevati, assenza di cinghie (io in città non le indosso quasi mai, lo ammetto!), tenere il volume della musica a livello da discoteca, (e questi solo quelli che ricordo più agevolmente…). Per non parlare di motociclisti, ciclisti e pedoni!
In un mio post parlavo di numeri. Bene, monitorando questi aspetti ho notato che Foggia va progressivamente peggiorando e siccome queste "irregolarità" che le citavo non le ho riscontrate – in particolare – in rioni "disagiati" (Candelaro per capirci, visto che vi passo 4 volte al giorno) ma nelle zone centrali e in quartieri "nobili", credo che ciò la dica lunga sulla coscienza sporca di tutti gli altri foggiani.
C'è voluto un documentato reportage del mensile "Quattroruote" per denunciare la vergogna degli automobilisti (=cittadini) e dei Vigili Urbani foggiani! Così come fu necessario far scendere nelle nostre campagne il giornalista Fabrizio Gatti dell'"Espresso", perché aprissimo gli occhi sull'incredibile livello di sfruttamento nelle nostre campagne (da parte di proprietari foggiani e non pisani) ai danni dei lavoratori extracomunitari, sfruttamento regolarmente proseguito.
Allora, Giancarlo, nel frattempo che lei apra gli occhi su Foggia e sui nostri concittadini, le dico solo questo: quando i numeri torneranno ad andare in controtendenza, forse si potrà sperare in un miglioramento, che ovviamente dovrà passare anche attraverso un rinnovato benessere economico e sociale. Ma quello, come sa, dipende da molti fattori mentre la lucidità morale, abbinata alla capacità di guardare il mondo, le persone (tra una festa foggiana "tosta" e un'altra, ha per caso visto il film "Still life" alla Sala Farina?) e di fare piccoli gesti quotidiani che migliorano poi la vita di tutti, beh, per quello non ci vuole molto.
Basta volerlo. Come sempre, in questi casi, è solo una questione di scelte.
Cordialmente, Maurizio De Tullio (cittadino foggiano dal 1966)
Avevo chiesto cosa ci fosse di propositivo in quanto lei intendeva asserire, perchè "le chiacchiere – specie se banali ritritezze – se le porta il vento".
Ho ottenuto una risposta che la dice lunga sul suo livello in quanto a disponibilità al dibattito: anzitutto nello "sfoggiare" (termine quantomai appropriato dato l'argomento di discussione) l'arroganza e la superbia borghese che, mi creda, sarebbe indegna di peggior causa; poi, ancora, altre banalità; anche grottesche: mi sembra di risentire le battute di quel film di Benigni in cui il suo interlocutore dichiarava quale maggior problema di Palermo…il traffico!
Partendo da questi presupposti (che,è pacifico, analizzano ovviamente ciò che è appena a valle dei guasti di Foggia), va da sè che non dimostra di avere ben chiari i problemi che invece restano "a monte". Dunque, stringendo i termini del discorso, lei la mette su un piano di decadenza di civiltà ed educazione di una generica etnia foggiana. Non vedo come questa analisi possa portare a proposte e soluzioni concrete, fattive, praticabili. A meno che, per conseguenza logica, non voglia proporre una deportazione di massa della popolazione come fece Stalin coi Ceceni per debellare terrorismi e delinquenze "endemiche" di quelle caucasiche terre!
Io intendevo semplicemente affermare, se lei ha la bontà di aprirsi a una normale discussione su punti di vista non affini al suo, due cose, una diretta e una indiretta.
La prima: città "belle, civili come Pisa sono "mosce": ovvero, poco ospitali, poco allegre, poco aggreganti, dunque poco socialmente "vivibili". Anche questo è pacifico, almeno giudicando (è questo il punto!) coi nostri parametri, sia pure di foggiani "ineducati", "incivili" e quant'altro.
Questi, per me, sono dei disvalori. Punto. Se non lo sono invece per lei è, per carità, del tutto legittimo: e io sarò indotto a pensare che lei ha di queste analoghe peculiarità (il che la rende dal mio punto di vista molto poco interessante discutere con lei, ma ovviamente questa è una mia altrettanto legittima idea).
Va da sè che io parlavo anche di un'altra cosa, ovvero delle indubbie doti e virtù, generalmente riconosciute, che sono un patrimonio di Foggia e dei Foggiani che rappresentano invece degli innegabili valori: non è questione di chiudere gli occhi di fronte alle brutture, alle storture e alle inciviltà, occorre piuttosto trovare le armi e i mezzi per combatterle e migliorare le cose, e sottrarsi all'abitudine inveterata alla lamentazione e all'autoflagellazione fini a sè stesse, che di per sè rappresentanto la maniera migliore per rinviare all'infinito la lotta per risolvere i problemi, procrastinando il più subdolo e ridicolo dei circoli viziosi. E' invece da quei valori, e dal riconoscimento di quei valori, che occorre ripartire, unitamente a un'analisi corretta, particolareggiata, completa, impietosa sulle origini delle nostre problematiche, che, semplicemente, non è quella che sta facendo lei qui, su questo blog.
La seconda cosa, quella indiretta, dovrebbe leggerla fra le righe: solo chi viaggia, tanto e bene, e che sa guardare i luoghi e le persone che li abitano non solo con gli occhi del turista frettoloso e superficiale, può farsi un'idea più precisa, critica, completa anche del posto in cui vive. Chi fissa la piramide di Cheope da due passi, non ne coglierà che qualche dettaglio anche parziale, mentre per comprenderne la forma, il contesto dove si staglia e la completezza delle sue sfaccettature dovrà (ANCHE) porsi a una certa distanza. E' questo che io posso invitarla a fare, perchè forse lei non ha viaggiato abbastanza o non nel modo sufficientemente corretto.
Basta volerlo. Come sempre, in questi casi, è solo una questione di scelte.
Cordialmente, Giancarlo Pugliese (cittadino foggiano dal 1977, residente in provincia di Macerata)
Ho iniziato a leggere i commenti,ma mi sono fermata,prima di tutto,per chi ha scritto di Pio e Amedeo,hanno fatto una canzone che piu' vera non poteva essere,fuggi da foggia,non per foggia ma per i foggiani,non c'è cosa piu' brutta di odiare la propria citta' e vergognarsene e vi posso assicurare,che non sono l'unica;chi ha avuto la fortuna di andare via,ha fatto la cosa migliore.
Ho letto questi post quasi per caso, con i miei amici pisani si cercava di capire da cosa derivasse il detto ' guarda quanto è foggiano quello la…' . Intanto vorrei dire che in molti avete preso troppo sul serio la cosa come fosse un insulto, non è così. Da ragazzo si usava dire cosi di quelli che addobbavano le automobili in modo eccessivo con risultati pacchiani (pendagli vari, copertine pelose, adedivi vari, spoiler, ciabatte ed altri accessori) ma non si diceva per offendere, era per riassumere tante cose in una parola sola, in un concetto. Da cosa abbia origine non lo so. Ma arrabbiarsi per questo termine è eccessivo…