Parafrasando il titolo di un articolo di Lettere Meridiane sul rapporto Svimez, Michele Lauriola, fondatore ed animatore della rete Pro Capitanata, mi invia un’approfondita e lucida riflessione sullo stato di Foggia e sull’opportunità offerta dalle ormai prossime elezioni per il sindaco e il consiglio comunale. Un utile contributo, per cercare di spostare il focus della competizione sui programmi e sulle cose da fare, piuttosto che sui personalismi. Eccone il testo.
Tutti i partiti, tutti i movimenti politici, alcuni gruppi, alcune persone pongono al centro dell’attenzione il “politico”. Parlano, discutono, intrecciano relazioni nelle “segrete stanze delle segreterie” per individuare il Sindaco, i consiglieri, i partiti, i movimenti politici, le coalizioni possibili, per stabilire regole per le primarie, etc; altri stanno ascoltando, parlando, discutendo e intrecciando relazioni nelle “piazze virtuali e reali” per costruire il progetto “possibile” per il territorio di Foggia.
Si avverte sempre più forte l’esigenza di bandire il “confronto tra pochi soggetti, uomini e donne per impedire ad essi di curare il proprio orticello, da trasformare in feudo personale”, e di allargare il confronto a tutti i soggetti facendo prevalere quelle donne e quegli uomini, che hanno merito, cultura e capacità per far si che tutti coltiviamo lo stesso orto per una crescita intelligente, sostenibile e solidale. Occorre fare rete per contrapporre alla strategia politica fatta in modo manageriale quella fatta in modo sociale e partecipata. E’ sicuro che se prevalgono nella scelta delle persone per il governo dei territori le dette qualità si potrà sperare in un presente e in un futuro dove la qualità della vita potrà essere “dignitosa” per tutti, diversamente prevarranno sempre le logiche del “feudo personale” che non portano ne chi lo pretende ne chi lo sostiene da nessuna parte, rendendo la qualità della vita ne dignitosa per se ne per gli altri.
Per il riscatto di Foggia serve “una forte azione di policy che proceda attraverso azioni di emergenza anticiclica da un lato e di strategie di medio e lungo periodo dall’altro.
Si deve svegliare nella collettività di Foggia l’orgoglio di appartenenza a questo territorio affinché la risposta alla domanda Fuggi da Foggia? siano sempre di più a dire no, resto, come tanti altri “Foggiani che restano e volano alto”, o che ritengono opportuno e interessante restare”
Quale donna/uomo è quella/quello, che con merito, cultura e capacità potrebbe far si che tutti coltiviamo lo stesso orto, attuando per il riscatto di Foggia, più policy e meno politica: Mongelli, Landella; Frattarolo, Lambresa, Saraò, Di Gioia, Volpe, Miranda o chi altro?
Giovanni Longo, oggi, sulla Gazzetta del Mezzogiorno dice:”stop alle autocandidature a sindaco bisogna creare prima l’alleanza politica”, ovviamente, quella di Centro Destra. “Nelle città chiamate al rinnovo dei consigli comunali per la prossima primavera, la confusione è totale: è il frutto di una mala politica che, in modo angusto, peraltro condannato dai tempi, egoisticamente antepone la sete di potere e le proprie ambizioni personali, al volere e al superiore interesse della collettività che, invece e sempre più, sente il bisogno di essere coinvolta nel processo di crescita del territorio, nella speranza che possa finalmente nascere quella società nuova e diversa, solidale, moderata ed efficiente … per raggiungere obiettivi comuni … senza cancellare la rappresentanza politica, a tutti i livelli, condividendo le ragioni dello stare insieme, i programmi e le azioni comuni da intraprendere. ”. Una coalizione che deve tracciare l’identikit del sindaco “ideale”, da poter scegliere.
Filippo Santigliano, oggi, sulla Gazzetta del Mezzogiorno: Mongelli non unisce manca l’alternativa. Il centrosinistra vara solo una commissione per il programma”
Il segretario Mariano Rauseo traccia un quadro diverso:”il centrosinistra apre ad un Mongelli – bis. Credeva di dover passare attraverso le forche caudine dei partners di coalizione. Ed invece il tavolo si risolve in una convergenza quasi totale sulla proposta messa sul tavolo dalla nuova segreteria di via Isonzo: ripartire dal sindaco uscente, “analizzando senza pregiudizi il buon lavoro svolto a favore del risanamento della città”. Quindi da lì, eventualmente, valutare la necessità delle primarie (ma solo di coalizione, ha chiarito ieri il Pd).”
Michele Sisbarra, al riguardo, riferisce di ben altro scenario:”Oggi mi è parso di aver vissuto una scena kafkiana nella quale chi era contro si mostrava inspiegabilmente a favore. Tra i “voglio capire” e i “ho capito tutto” tutti ragionavano come se nulla fosse successo in questi anni. … Mentre fuori sono in tanti che si chiedono “perché?”
Lo scenario che ne viene fuori è: due possibili coalizioni, una gran confusione sulla loro costituzione, e alcuni vaghi proponimenti sugli obiettivi da perseguire, nessun programma strategico e sostenibile.
La collettività, in contrapposizione, sostiene che “forse si è realmente maturato il desiderio di cambiamento … si vuol dare una vera svolta a tutto … Chiudendo una volta per tutte alle elucubrazioni del passato.”. “Ci vuole un forte ricambio, in generale”.
Il progetto possibile per il “governo della città/territorio” è Tutti Pro Foggia
Per far sì che la politica sia a servizio del territorio è indispensabile la collaborazione di tutti non la competizione. Per costruire il progetto di “governo della città/territorio”, innovativo, integrato, strategico, sostenibile e solidale occorre una crescita, principalmente, culturale. Dove c’è cultura ci sono le condizioni essenziali per lo sviluppo e la crescita. Dove c’è cultura ci sono le condizioni essenziali per recuperare e riqualificare tutto il potenziale energetico ancora presente nel territorio e renderlo produttivo per tutti e funzionale ad una più “dignitosa” qualità della vita.
Se faremo prevalere il merito, sia per la gestione della politica sia per l’uso del territorio, è sicuro che il “progetto territorio” sarà innovativo, integrato, strategico e sostenibile e, quindi, capace di “mettere a reddito il territorio” mediante un processo virtuoso di recupero e riqualificazione delle infrastrutture esistenti per i servizi socio sanitari, per la scuola e la cultura, per l’ambiente e per l’utilizzo delle fonti rinnovabili nel rispetto del sistema natura, per la mobilità lenta e veloce, per l’innovazione e la ricerca, per lo sviluppo e la crescita, per la qualità della vita, per resistere alla “globalizzazione”. Tutto questo vuol dire “lavoro” per tutti senza competere, vuol dire per il territorio anche:
1. internazionalizzazione;
2. governance innovativa e integrata di pianificazione e programmazione strategica e sostenibile;
3. agricoltura, volano dello sviluppo economico, strategico e sostenibile;
4. solidarietà e integrazione.
Il progetto si sta delineando grazie al contributo di tanti.
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