La metafora del titolo è pressoché scontata. Però ha un valore simbolico, una carica morale del tutto particolare, l’appassionato commento che Antonella Bevilacqua, la foggiana che ha volato più in alto di ogni altro foggiano, ha depositato sotto l’articolo Fuggi da Foggia? No, sono in tanti a voler restare…
Più che un commento è una risposta al titolo stesso. Sono in tanti a voler restare… “Io tra questi – scrive la campionessa-. Non solo restare a Foggia, ma finalmente viverci senza veder chi vuole andare via (ma non può) distruggerla giorno dopo giorno con piccoli/grandi gesti di inciviltà.”
Per potersi mantenere agli altissimi livelli agonistici che hanno accompagnato tutta la sua lunga e radiosa carriera (due volte olimpionica, a Barcellona nel 1992 e ad Atlanta nel 1996, 13 titoli italiani, 29 presenze in nazionale, medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo di Bari), Antonella – cresciuta dal punto di vista sportivo nell’Atletica Daunia Foggia – ha dovuto peregrinare, è stata quasi sempre tesserata con società del Centro e del Nord.
Ma a Foggia è sempre ritornata. Ha scelto di restare. E la vis polemica del suo commento, la gridata speranza di una città non più turbata dalla quotidiana inciviltà che l’ammorba, stanno a testimoniare una genuina, splendida passione civile.
Nel sito internet della campionessa, d’altra parte, il suo amore profondo, quasi viscerale verso Foggia è più volte ribadito. È molto bello il racconto della serata del 6 gennaio 2006, quando la fiaccola olimpica fece tappa a Foggia e ad Antonella toccò l’onore di essere l’ultima tedofora, incaricata di accendere il braciere in una piazza Cavour gremita come non mai.
Davanti alla fiamma, Antonella pronuncia poche e commosse parola rivolte “a quanti praticano sport con passione, umiltà e determinazione…anche senza necessariamente vincere ma lottando per non far spegnere la fiamma della passione agonistica pura.”
“Ho parlato – racconta – pensando e sperando che nella piazza, da qualche parte nascosto, ci fosse un cuore capace di essere tanto grande e tanto forte quanto il mito di Olimpia. Magari, forse, qualche bambino in piazza Cavour quel giorno ha pensato “anche io un giorno farò le olimpiadi e vada come vada lotterò per esprimere me stesso, e sarò tanto forte da superare le avversità”.
Vi sembra forse eccessivo? Posso comprenderlo ma bisogna vivere a Foggia per capire cosa voglia dire quella giornata, quell’affluenza in piazza.
Poi la fiaccola il giorno dopo ha ripreso il suo tour verso Torino e sembra essersi portata via un sogno, ma così non è. Foggia è ai blocchi di partenza da una vita…sta solamente aspettando il via. Il fuoco è pronto a riaccendersi; la passione, la voglia di vivere e di divertirsi è dentro di noi. Nessuno potrà mai togliercela! Io come Foggia, sono viva ed ho voglia di lottare, di rinascere per quel che posso e per quel che Dio mi concederà. Nulla finisce finché nel cuore si ha dentro quella fiamma!”
La specialità di Antonella era il salto in alto, una delle più insidiose dell’atletica. Per praticarla con successo occorrono condizione fisica, concentrazione, un impegno che deve sfiorare la dedizione. Insomma tanta passione. Solo così si riesce a spiccare il volo.
Lei ci è riuscita.
Se tutti noi foggiani avessimo la stessa passione civile di Antonella, allora sì, che la città potrebbe volare. Per questo non possiamo, non dobbiamo arrenderci.
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Grazie GEppe per questi articoli. E' quasi commovente il tuo amore per la nostra città. E la determinazione giornaliera, costante, nel cercare di raccontare………. Di raccontarci…………
Il tuo blog è una preziosa testimonianza. Complimenti davvero.