Fa discutere e parecchio, il post di Lettere Meridiane sul “pareggio” tra Foggia e Bari nella classifica delle qualità della vita nelle province italiane stilata dal quotidiano Il Sole 24 Ore [Quanti non avessero letto i precedenti articoli sull’argomento, trovano i relativi collegamenti in calce a questo articolo].
Tra i diversi parametri utilizzati dal quotidiano economico finanziario per stilare la classifica, c’era la percentuale di giovani laureati sul totale della popolazione. Questo indicatore vede in vantaggio la provincia di Foggia su quella di Bari, e l’abbiamo sottolineato con particolare fervore, rilevando come un giovane ateneo come quello foggiano sia riuscito ad ottenere più significativi effetti di ricaduta sul territorio, rispetto a quello barese.
Esalta l’importanza del dato, a sua volta, l’ex rettore della università di Foggia, Giuliano Volpe che scrive in un commento su Facebook: “Ancora una volta è l’Università ad avere risultati positivi e a far salire la città nelle graduatorie. Tutti gli indicatori dimostrano come è cresciuta la nostra Università in questi ultimi anni, anche se c’è chi non vuole ammetterlo ed anzi fa di tutto per nascondere questi meriti.”
Se Volpe non nasconde una certa amarezza per la scarsa percezione che il territorio manifesta verso l’importanza dell’università, un altro attento lettore del blog, Rocco Rampino (foggiano, ma da qualche anno emigrato al nord, invita a guardare più in alto, ed è proprio il suo commento ad accendere la discussione: “Cominciate a fare paragoni con città come Trento o Bolzano – scrive Rampino – se volete migliorare, altrimenti continuerete a crogiolarvi in un brodo ormai marcio che negli anni sta marcendo sempre più.E non trovate scuse col fatto che sono città in regioni autonome e quindi hanno più fondi a disposizione, perché anche la Sicilia è autonoma e guarda come vivono….
La differenza non la fanno i soldi, ma le persone. Auguri.”
Le riflessioni di Rampino sono interessanti, pur se provocatorie. Ma, per guardare in alto, tuttavia, il problema è accrescere la stima di sé, che fa purtroppo difetto ai nostri concittadini.
Chi sembra ben decisa a non buttarsi giù è Alessandra Benvenuto, che scrive: “Foggia piano piano piano può riprendersi. L’unica certezza è l’inutilità penosa e pervicace di vomitarsi fango addosso. W Geppe (grazie di cuore, n.d.r.).”
Ad Alessandra risponde ancora Rocco Rampino: “Non basta sperare, bisogna agire! ….e non basta agire da soli, ma bisogna agire in gruppo! Cosa che a Foggia non si riesce a fare, oppure dopo un po’ che lo fai ti tagliano le gambe. “Foggia pian piano può riprendersi”: certo, ma deve succedere a tutti i livelli, perché se questo motto lo applicano solo i cittadini o solo le Istituzioni, capirai che è solo tempo perso, perché l’altra parte continua a bivaccare, viver di stenti e sostegni esterni, ritardare, raggirare gli ostacoli anziché affrontarli.”
L’invito ad agire in gruppo lanciato da Rampino, viene raccolto nell’intervento di Michele Lauriola, fondatore di ProCapitanara, una rete che ha proprio la mission di collegare cittadini, imprese e territorio: “Rocco Rampino, dici bene “bisogna agire in gruppo”. Dici, altresì, il vero quando affermi “a Foggia non si riesce a fare ……” Alcuni giorni fa uno studente locale pose alcuni interrogativi circa il suo futuro. Non vedeva nei corsi formativi previsti dalla Università di Foggia la possibilità, a prescindere dalla qualità dei corsi, di poter portare avanti la formazione culturale a lui più congeniale. Si metteva in discussione la qualità dell’Università di Foggia e, anticipando l’indagine del Sole 24 ore, tutti ci affrettiamo a dire che l’Università di Foggia è una eccellenza. Lo stesso ragazzo si ricredette, tanto che si affrettò a dire che le sue rimostranze non erano riferite al corso di laurea che mancava ma all’impossibilità di poter trovare sbocchi . La qualità della formazione, in sostanza, non fa la qualità della vita, ma è quest’ultima che eleva la prima. Questo, però, significa cultura.”
Conclude la discussione, che mi è parsa veramente interessante Alessandra Benvenuto con alcune riflessioni che chiudono il cerchio perché in fondo riconducono alla tesi che attraversa e pervade un po’ tutti gli interventi: per costruire il futuro bisogna darsi da fare, come comunità, ritrovare la dimensione comunitaria della cittadinanza.
“La qualità della vita – chiosa Benvenuto – fino al cinquanta per cento, o più, è competenza e responsabilità di ciascuno. Ho sentito foggiani lamentare che in questa città non ci fosse nulla e scoprire un attimo dopo che non sapevano che fosse stato qui in concerto Bob Dylan, che esistessero il Moody jazz cafè e le mostre della Fondazione Banca del Monte o che la libreria Ubik fosse non frequentata ma frequentatissima. Ho ascoltato foggiani inorriditi raccontando di concittadini che buttano carte o immondizia varia sui marciapiedi e loro però zitti zitti e vigliacchi a non rimproverare alcuno …che è bene sempre che ognuno si faccia gli affari suoi. Non è così che deve funzionare. Quegli affari sono i nostri come le strade sporcate da cafoni occasionali e se zitti zitti rimaniamo cafoni assai siamo pure noi. Provate tutti a dirlo al cafone che ” attenzione Le è caduta una carta per terra” e vedrete che proverà vergogna e la raccoglierà. E voi sarete più felici per aver resistito alla malata indifferenza dei foggiani e per aver ripulito coscienze e marciapiedi almeno un po’. E poi avviate il passaparola. Proviamo insomma a far funzionare Il senso civico come un vaccino contro il contagio dell’ignavia colpevole. Poi tutti magari allegramente e senza “qua qua ra qua” ne riparliamo.”
La foto che illustra il servizio è di Antonio Cibelli, ed è coperta da licenza Creative Commons
I tre articoli dedicati da Lettere Meridiane alla classifica della qualità della vita del Sole 24 Ore (in ordine cronologico di pubblicazione):
- Foggia raggiunge Bari, ma i foggiani piangono
- Tutte le cifre del derby economico-sociale tra Foggia e Bari
- Sole 24 Ore, Università: Foggia meglio di Bari
Views: 9