Con la lucidità e il rigore storico che sempre lo contraddistinguono, Tommaso Palermo ha depositato due commenti molto interessanti alle Lettere Meridiane in cui ho parlato della prima pagina e del titolo a nove colonne che il quotidiano indipendente americano, Arizona Republic, dedicò alla caduta di Foggia, dopo i micidiali bombardamenti che lo rasero al suolo nella estate del 1943. [Qui il link al primo articolo, in cui ho cercato di disegnare il contesto in cui si verificarono quei tragici eventi, qui il link al secondo, che si sofferma sulla copertina del quotidiano e sul risalto dato ai fatti foggiani].
Palermo è autore di un saggio, Foggia dalle tenebre del ’43 alla rinascita, che rappresenta il libro più completo ed esaustivo sulla tragica estate del 1943, avendo il grandissimo merito di aver finalmente collocato quella tragedia nel contesto internazionale che la determinò. Alle tesi portanti del libro sono ispirati anche i due commenti.
“Le ventuno incursioni aeree su Foggia – scrive Tommaso nel primo commento – , ebbero luogo perché la città possedeva, assieme a Gerbini, uno dei più grandi complessi aeroportuali d’Italia. Il suo controllo avrebbe garantito una copertura tale che i soli complessi di Londra e Foggia sarebbero bastati per coprire la quasi totalità dei cieli d’Europa. Le decisioni vennero prese principalmente nelle conferenze ufficiali internazionali anglo-americane e in quelle private tenutesi, per esempio, nella Qasbah di Algeri. Il nodo ferroviario di Foggia garantiva anche l’afflusso di forniture militari verso importanti zone dell’Italia Meridionale: il porto di Taranto, la Sicilia. Nessuna vendetta, quindi, ma la conseguenza prevedibile e ben calcolata conseguente la nostra decisione di entrata in guerra. Le prime bombe colpirono, infatti, l’Italia meno di 24 ore dopo la Dichiarazione di Guerra. A farne le spese per prima fu Torino, i cui stabilimenti Fiat Mirafiori incassarono i primi ordigni. Per Foggia era solo questione di tempo. Le prime bombe cadono, infatti, il 28 maggio, a tre giorni dalla conclusione dell’Operazione Trident a Washington…”
Nel secondo commento, Palermo si sofferma su alcuni aspetti del clamore mediatico suscitato dalla conquista del capoluogo dauno ad opera degli alleati.
“La conferenza stampa di Roosevelt in cui venne esternata la piena soddisfazione del Presidente – scrive – venne citata in molti quotidiani dell’epoca, per esempio dal Canberra Times del 30 settembre. Le testate dell’epoca riportavano con grande enfasi ogni passo della campagna verso Foggia, spesso con qualche pizzico di calcolata esagerazione o alcune imprecisioni. Nel testo riportato sull’Arizona Republic, infatti viene citato un orario sbagliato in riferimento all’ingresso degli Alleati a Foggia. L’ingresso si attuò, come i diari ufficiali dei reggimenti coinvolti riportano, (cito la fonte nel mio libro “Foggia dalle tenebre del ’43 alla rinascita”)alle ore 8:00. I vari corpi diretti verso Foggia, raggiunsero la città in varie ondate. I tredici aeroporti (di cui riporto la lista completa nel mio succitato libro), vennero vigilati subito dal personale militare, come scrive lo stesso Montgomery, il quale dispose che due divisioni neozelandesi garantissero la sicurezza dei campi d’aviazione conquistati.”
Nell’immagine sotto il titolo, un’altro esempio del risalto con cui la stampa statunitense salutò la presa di Foggia. La copertina del The Port Arthur News del 30 settembre. La mappa mostra il raggio di azione dell’aviazione alleata, sensibilmente accresciuto, dopo la conquista del sistema aeroportuale di Foggia.
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IL 28 MAGGIO O IL 22 MAGGIO 1943?
Una persona anziana che abitava nella vicina campagna e che ha buona memoria, ricorda che le prime bombe caddero sul Gino Lisa, allora detto il campo vecchio, il 22 Maggio del 1943. Erano le 10,30 del mattino.