Il bello delle celebrazioni del settantesimo anniversario dei bombardamenti è che piano piano stanno portando alla luce nuovi documenti, nuove testimonianze sui fatti e si misfatti di quella tragica estate. Buona parte di queste nuove conoscenze si deve ad internet, che consente di mettere in rete e condividere archivi, diffondendo conoscenza in un modo che fino a qualche anno fa era semplicemente impensabile.
Il che sta a dimostrare che: primo, non tutto è stato ancora conosciuto e scritto a proposito di questa pagina fondamentale della storia pugliese e italiana; secondo, a partire dalla valorizzazione della memoria dei bombardamenti (ma anche, se non soprattutto, della successiva ricostruzione, che ha scritto pagine indelebili di storia civile e di solidarietà) è possibile e necessario cercare di scrivere una public history del capoluogo dauno.
Non è una prospettiva facile e neanche qualcosa che possa essere interamente delegata alle istituzioni scientifiche ed accademiche, che pure sono una essenziale parte in causa: una public history serve, prima di tutto, a riconoscersi in quella storia. Postula partecipazione. L’ingrediente base è la memoria condivisa. E l’altra faccia della medaglia (il brutto delle celebrazioni del settantesimo anniversario) sta nelle polemiche mai sopite, nei distinguo, in nuove ferite che probabilmente rimandano a piaghe antiche, mai del tutto rimarginate.
Ma abbiamo il dovere di provarci.
Così come, tenacemente, meravigliosamente, sta cercando di fare Tommaso Palermo, instancabile cercatore – come tanti altri – di tracce disperse, di fili da riannodare.
Si deve a Tommaso una chicca tanto deliziosa quanto struggente, che ha regalato al sempre più ricco archivio del gruppo fb del Comitato per la costruzione del monumento alle vittime dei bombardamenti. Tommaso ha rinvenuto negli archivi digitali del college di Gettysburg, una località della Pennsylvania, una collezione di foto che riguardano i bombardamenti di Foggia.
La biblioteca del college, la Musselman Library, ha promosso un programma per digitalizzare materiali e documenti d’interesse per la community del Gettysburg College.
La maggior parte degli archivi riguarda fotografie, filmati o poster. Tra queste, c’è la Albert Chance World War II Collection che, come si spiega nel sito, è una raccolta digitale di fotografie scattate da Albert Chance che durante la Seconda guerra mondiale prestò servizio nell’esercito degli Stati Uniti d’America in Nord Africa e quindi in Italia.
Fu a Foggia all’indomani dei pesanti bombardamenti strategici che rasero al suolo la città. Come si intuisce sfogliando la voluminosa collezione di Chance, questi dovette essere qualcosa di più di un fotoamatore: forse fu un vero e proprio fotografo di guerra, impressione che viene confermata anche dalle molte località ritratte, il che fa supporre che godesse di una certa libertà di movimento, come si addice a qualcuno che fosse incaricato proprio di documentare fotograficamente quanto accadeva. Ma non si tratta soltanto di immagini di guerra. Molti scatti, tra i più interessanti, riguardano la vita civile e quotidiana.
Tommaso Palermo ha selezionato quindici fotografie che ritraggono il capoluogo dauno, tutte inedite. Seppure assimilabili alle immagini già note della città bombardata, quelle di Albert Chanche offrono un tocco in più: non c’è solo il punto di vista della documentazione di guerra vera e propria, ma anche il desiderio di mostrare le condizioni di vita della popolazione.
Le foto sono state scattate in un arco di tempo compreso tra il 9 giugno e il 10 ottobre del 1944, quindi precisamente un anno dopo i bombardamenti, in piena occupazione americana. Il 20 ottobre, come documenta una delle ultime foto, Albert Chanche lascerà il Tavoliere per trasferirsi con il resto della truppa a Firenze.
Le immagini che riguardano strettamente il capoluogo dauno sono dodici. Due documentano in modo particolare i danni prodotti dagli attacchi alleati sullo scalo ferroviario. Impressionante quella che ritrae un cannone tedesco da 88mm, praticamente circondato dalle macerie. L’altra è probabilmente l’immagine più completa e importante che si sia mai vista sulla distruzione totale della stazione, essendo stata scattata dalla prospettiva dei binari più esterni.
Un’altra immagine, scattata nei pressi del cinema Flagella, mostra invece i danni pesanti subiti dal quartiere circostante la ferrovia.
Di particolare interesse una fotografia scattata dal tetto della sede della Croce Rossa che (come conferma un’altra foto) coincideva con il municipio attuale. L’immagine mostra la parte dell’abitato meno coinvolta dai bombardamenti, dimostrando che i danni maggiori interessarono le aree adiacenti la stazione ferroviaria.
Bellissime, come si è già detto, le immagini che riguardano la vita quotidiana: una ritrae il mercato Arpi, la seconda venne scattata in via Garofalo, una traversa di piazza Giordano (*) . È il 10 ottobre del 1944, e l’immagine racconta di una città che faticosamente cercava di tornare alla normalità. La strada, piena di ragazzi e donne, ferve di attività, e racconta di una Foggia che si sta lasciando alle spalle l’orrore della guerra e imbocca la strada della ricostruzione.
Davvero bravo, Tommaso Palermo, che prosegue nella sua tenace opera di ricostruzione della storia cittadina.
(*) Avevo scritto inizialmente che la fotografia sembrava scattata a Borgo Croci. Devo invece la preziosa puntualizzazione, postata a tempo di record, a Giuseppe d’Angelo)
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Grande Tommaso! Continua così!!!
Tommaso Palermo e Marco Scarpiello sono due grandi ricercatori storici foggiani. Meritano tutti i complimenti e le attenzioni della nostra cittá
Complimenti, complimenti, complimenti!!!!
Onore e lode al merito di Tommaso Palermo.Grazie
GRAZIE TOMMASO, GRAZIE DI CUORE