C’è una cosa francamente intollerabile nella storia dello stop alla gara d’appalto per l’allungamento della pista del Lisa: il silenzio “ufficiale” in primis di Aeroporti di Puglia, che ha bloccato l’iter del procedimento, e quindi della Regione Puglia, che è socio di maggioranza della società aeroportuale pugliese.
Perché consentire che prendesse corpo una ridda di voci, di ipotesi, di rumor, quando la cosa più ovvia e più trasparente da fare sarebbe stata quella di dire subito come stanno veramente le cose?
Tanto più che si è rivelata una bufala bell’e buona la notizia dell’apertura di un procedimento di infrazione della Comunità Europea che sempre stando ai si dice avrebbe motivato il brusco stop alla gara. Niente di che. Neanche il rischio che da parte dell’Ue vi siano iniziative in tal senso.
Come ha fatto sapere Michele Bordo, deputato del Pd e presidente della Commissione Politiche UE, “l’Unione Europea non ha mai aperto una procedura d’infrazione nei confronti dello Stato italiano” per gli interventi infrastrutturali negli aeroporti di Bari, Brindisi e Foggia; quindi “non c’è nessun ostacolo all’espletamento della gara per l’allungamento della pista dello scalo foggiano, e Aeroporti di Puglia farebbe bene a riaprire il bando e procedere con la realizzazione di un’opera strategica per l’economia territoriale e pugliese”.
Bordo parla con le carte in mano, dopo aver effettuato “con il dipartimento Politiche Europee una verifica puntuale della documentazione prodotta a livello regionale, statale e comunitario, da cui risulta l’inesistenza di alcuna procedura formale contro l’Italia per l’allungamento della pista dell’aeroporto di Foggia. D’altronde, gli interventi infrastrutturali in favore dello scalo foggiano furono autorizzati nel 2007 proprio dalla commissione europea. Insomma, non è l’Europa che blocca il programma di investimenti, occupazione e sviluppo” finanziato con 14 milioni degli ex Fondi FAS.
Come qualche giorno fa ha scritto Lettere Meridiane, il problema potrebbe essere altrove (l’istanza al Ministero per la valutazione di impatto ambientale è ferma da marzo, e si parla di problemi tecnici interni al progetto). E, se le cose stanno così, deve trattarsi di un problema così grave da indurre Adp, in quanto stazione appaltante dei lavori, a sospendere la procedura quando mancavano soltanto pochi giorni al termine prescritto per la presentazione delle buste.
Che cosa è successo, allora, o più precisamente, che cosa non è stato valutata con la necessaria ponderazione, prima di dare il via alla gara? È necessario che Adp e Regione Puglia lo facciano sapere, come chiede a gran voce Michele Bordo.
“Due burocrati regionali e qualche tecnico o dirigente di AdP – aggiunge il parlamentare – non possono decidere se realizzare o meno un investimento così complesso e importante, a meno di non voler pensare che questa della mancanza dell’autorizzazione europea sia l’ultima scusa utilizzata da chi, per le ragioni più disparate, vuole determinare la chiusura dell’aeroporto di Foggia. Anche a costo di buttare al vento decine di milioni di euro già investiti nel miglioramento e nel potenziamento dell’infrastruttura.”
Inevitabile un appello al governatore regionale pugliese, rimasto stranamente in silenzio sulla vicenda: “Invito il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ad assumere personalmente e direttamente l’iniziativa di chiarire questa oscura vicenda e i vertici di Aeroporti di Puglia a riattivare la procedura della gara d’appalto. Altrimenti – conclude Michele Bordo – tanto l’uno che gli altri si assumeranno la piena responsabilità della perdita dei finanziamenti e l’inevitabile marginalizzazione e chiusura dell’aeroporto di Foggia”.
Views: 0
Se le cose stanno così' non mi spiego il silenzio assordante che impera.
Foggiani e' tempo di svegliarsi!!!!!!!!!
Anche un piccolo intervento può' dare un segnale di attenzione alle Autorita' preposte