È l’ora dell’ottimismo per il Gino Lisa di Foggia. La società aeroportuale regionale pugliese, Aeroporti di Puglia è stata di parola: il bando per l’allungamento della pista dell’aeroporto Gino Lisa di Foggia è stato varato come da cronoprogramma, scongiurando la revoca del finanziamento comunitario. Più precisamente, non si tratta di uno ma di due avvisi. Il primo riguarda i lavori come tali (compresi gli oneri per la sicurezza), l’altro l’affidamento delle procedure di esproprio e i relativi indennizzi. Stando alle previsioni, dei 14 milioni stanziati, dieci serviranno per l’esecuzione dei lavori, quattro per il pagamento dell’indennità di esproprio agli aventi diritto.
Se nei gruppi del social si festeggia, il sindaco Mongelli preferisce mantenere una linea di maggior prudenza. Il primo cittadino ha sottolineato in una dichiarazione, che l’allungamento della pista “si sta progressivamente concretizzando – aggiungendo quindi, non senza una vena polemica – risolvendo positivamente tutti i dubbi che hanno inutilmente appesantito il dibattito in città”.
Buone notizie giungono anche dal fronte di Ali Sospese, il monumento dello scultore e accademico foggiano Gianfranco Rizzi, rimosso dal piazzale dell’aeroporto nel corso dei lavori di realizzazione del parcheggio e gettato tra i rifiuti. Adp e Comune di Foggia avrebbero raggiunto un accordo che prevederebbe il trasferimento del gruppo scultoreo in un’altra sede che l’amministrazione avrebbe già definito e proposto alla società aeroportuale. Che si vada alla collocazione del monumento in un’altra sede è più di una ipotesi, visto il diretto coinvolgimento della civica amministrazione. Qualora Adp avesse voluto rimettere il monumento al posto dov’era originariamente, non avrebbe avuto bisogno di alcuna concertazione con il Comune.
La pubblicazione dei due bandi rappresenta un oggettivo passo avanti dell’iter tormentato della riqualificazione dell’aeroporto Gino Lisa, se non altro perché certifica che non c’è un difetto di volontà politica e che una volta tanto gli enti interessati procedono di comune accordo. Da qui a lasciarsi andare all’ottimismo e ad abbassare la guardia però ce ne passa, perché restano almeno un paio di questioni ancora aperte.
La prima è quella che riguarda la valutazione d’impatto ambientale da parte della commissione tecnica ministeriale. L’Enac ha depositato il progetto nello scorso mese di marzo, ma fino ad oggi non c’è stato ancora l’atteso disco verde. Adp ha dovuto accelerare i tempi della indizione dell’appalto per scongiurare il rischio di una revoca dei finanziamenti del Cipe, ma l’incognita di una possibile valutazione d’impatto non positiva permane.
Che succederebbe qualora dal ministero non dovesse arrivare un parere positivo per quanto riguarda l’impatto ambientale? Il rischio è che l’iter potrebbe bloccarsi ancora prima che i lavori siano cantierizzati.
Un altro aspetto spinoso riguarda le procedure di esproprio, anche queste preliminari e propedeutiche all’avvio dei lavori vero e proprio. Il Comune ha cancellato in oltre duecento i proprietari dei suoli interessati, che devono essere indennizzati. Non tutti, però, potrebbero essere d’accordo sull’entità del risarcimento, il che potrebbe ingenerare conflitti. Che non bloccherebbero i lavori, operò potrebbero far lievitare i costi.
Insomma, il tempo dell’attesa è finito, si entra finalmente nel vivo per quanto riguarda la riqualificazione dell’aeroporto foggiano. Ma non è ancora il caso di stappare lo spumante e di brindare.
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