Quella di giovedì è una sfida importante per l’economia provinciale, chiamata a cimentarsi con il Progetto AMVA, destinato ai giovani NEET laureati. Alle 10.00, nell’aula consiliare di via Telesforo, si parlerà infatti dell’iniziativa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali curata da Italia Lavoro, con l’intervento di un pezzo da novanta dell’agenzia ministeriale, Cosimo Prisciano, Responsabile Macroarea Sud Adriatica di Italia Lavoro.
L’acronimo NEET sta per Not in Education, Employment or Training (giovani dunque che non studiano, né lavorano né svolgono attività formative). La definizione è stata coniata dalla Comunità Europea per mettere in evidenza una condizione che, se prolungata nel tempo, compromette seriamente le possibilità di questi giovani di inserirsi sul mercato del lavoro, anche quando l’economia sarà in fase di ripresa.
L’intervento è cospicuo: curato da Italia Lavoro e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Progetto è parte del più vasto programma AMVA (altro acronimo che sta per Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale), e mira ad offrire a 3.000 di questi giovani un percorso di tirocinio di durata semestrale. L’obiettivo è quello di riavvicinarli al mercato del lavoro e supportarli nella ricerca attiva di un’occupazione, attraverso una concreta esperienza in azienda.
L’aspettativa tra i giovani è intensa. Possono candidarsi al tirocinio i giovani laureati nelle discipline che secondo i promotori dell’iniziativa comportano maggiori difficoltà per l’inserimento nel mercato del lavoro (ovvero i seguenti “gruppi”: geo-biologico, letterario, psicologico, giuridico, linguistico, agrario e politico-sociale). La condizione è che siano, appunto, NEET: ovvero siano disoccupati e non stiano frequentando percorsi formativi di acuì genere, sia universitari che di altro tipo.
Per il Mezzogiorno è una buona opportunità in quanto il progetto è essenzialmente destinato alle quattro regioni convergenza (Campania, Sicilia, Puglia e Calabria). Perché abbia successo nei territori interessati è necessario però che a muovere il primo passo siano i soggetti che possono erogare i tirocini (non solo le imprese in senso stretto, come vedremo).
I giovani, infatti, non possono fare altro che candidarsi. Spetta poi altri altri attori del processo diventarne protagonisti. Le aziende che desiderano ospitare un tirocinante nell’ambito del Progetto NEET, devono infatti candidarsi iscrivendosi al portale Cliclavoro, nell’apposita sezione riservata alle aziende, inserendo le informazioni relative al tirocinio offerto (vacancy). Il termine aziende va inteso nel senso più ampio possibile. Il bando ammette alla possibilità di ospitare i tirocini tutti i soggetti con forma giuridica disciplinata dal diritto privato, il che – come spiegano le FAQ sul portale Cliclavoro,- significa per esempio anche associazioni, professionisti, studi professionali, perfino parrocchie, anche se non in possesso di partita IVA.
Se da parte di tali soggetti non vi sarà interesse all’iniziativa, la ricaduta territoriale del progetto in provincia di Foggia sarà modesta, se non nulla, ed è per questo che il seminario promosso dalla Provincia e da Italia Lavoro ha il sapore di una sfida. Il tirocinio non costa nulla alle aziende, in quanto la borsa è totalmente a carico del finanziamento ministeriale.
Purtroppo, in altre circostante la parte del mondo dell’economia interessata all’utilizzazione di questo tipo di opportunità non è stata abbastanza solerte. Tanto per dire, la Provincia di Foggia ha promosso altre misure del genere che prevedono l’erogazione di cospicui contributi ad aziende che ospitano giovani per tirocini. Buona parte dei finanziamenti previsti è ancora in attesa di essere erogata per mancanza d’interesse da parte delle aziende.
Òccupati, la pagina facebook dei Centri per l’Impiego della Provincia di Foggia raccoglie la sfida e la rilancia, invitando i giovani disoccupati fans della pagina a invitare le imprese e gli enti interessati all’evento.
Il Progetto AMVA-NEET rappresenta dunque un banco di prova interessante, e non è un caso che sia anche una delle prime misure attuative del “patto per il lavoro” che qualche anno fa la Provincia ha stipulato con tutti gli attori dello sviluppo provinciale. Potrebbe essere il primo passo per la nascita di una rete per il lavoro, per riuscire a fare finalmente sistema attorno alla più grande emergenza del momento.
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Caro Geppe, penso che uno dei problemi per ciò che attiene le possibilità che vengono promosse per l'occupazione e quindi per le aziende chiamate a "creare" lavoro sia da sempre la burocrazia e i tanti troppi vincoli che si pongono alle stesse, con effettivamente pochi vantaggi. Volevo dare un dato che è' allo stesso tempo entusiasmante e preoccupante. 4 aziende del gruppo che rappresento hanno promosso solo giovedì scorso alcuni percorsi formativi. Hanno ad oggi manifestato la propria candidatura oltre 200 giovani. "Entusiasmante" perché evidentemente abbiamo promosso qualcosa di accattivante e che comunque i siti del ministero o di Italia lavoro vengono seguiti. Preoccupante perché stiamo parlando di giovani laureati ma anche trentenni che sono disponibili ad accontentarsi di 500€ al mese. Ps considerando che oramai inviare mail non costa nulla, perché i centri per l'impiego non creano una "banca" dati delle imprese locali alle quali segnalare le varie agevolazioni che si presentano?