Foggia. Piazza Sgaramella dopo l’operazione di bonifica (sic) dell’isola ecologica che era stata eruttata dal sottosuolo, qualche mese fa. Come rileva Tony Dembech, autore della foto, il buco lasciato dall’isola che non c’è (più) è stato colmato utilizzato materiali di risulta di cantieri edili. Come a dire che quella risorsa che doveva servire a promuovere e gestire con intelligenza la raccolta differenziata non solo non è stata mai utilizzata, ma è stata malinconicamente sostituita da… rifiuti.
In un certo senso, è il degno epilogo di una vicenda a suo modo simbolica della crisi che la città sta vivendo, della sua incapacità di progettare il futuro, ma anche della ricaduta pressoché nulla di tanti finanziamenti pubblici. Con i bilanci sempre più asfittici, gli enti locali devono oggi imparare utilizzare con la massima solerzia e la massima intelligenza i cospicui fondi messi a disposizione dall’Unione Europea.
A Foggia accade invece il contrario e le isole ecologiche ne sono una prova evidente. Sono costate un sacco di quattrini pubblici. Sono state pomposamente inaugurate per ben due volte, e salutare come l’avvio di una stagione nuova nella politica di gestioni dei rifiuti. Non sono mai entrate concretamente in funzione perché né l’Amica né il Comune di Foggia sono riusciti ad organizzare conveniente la distribuzione della card che avrebbero consentito alle famiglie di utilizzare il servizio.
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