Per sprigionarsi, la creatività non ha bisogno di contenitori. Anzi, forse, meno è costretta da spazi, limiti, posti più o meno deputati, più si libera. Sgargiante. Ineffabile.
Non è dunque un paradosso se, in un momento di crisi senza precedenti dei contenitori culturali foggiani e della spesa culturale pubblica, il capoluogo dauno abbia vissuto in questi giorni un piccolo grande miracolo.
Le piazze sono tornate ad essere agorà nel senso classico della parola: spazi di incontro, di ricreazione, si socializzazione.
Tutto questo grazie all’ingegno creativo di chi ha promosso ed animato iniziative come il Foggia Teatro Festival e il concerto Classic in pop che dal 29 agosto al 2 settembre hanno letteralmente illuminato le notti dei foggiani, in un riuscito concentrato di artisti da strada, reading letterari, parate di giocolieri, equilibristi, poeti, danze urbane, teatranti e musica.
I foggiani hanno risposto con una partecipazione che non si vedeva da tempo, dimostrando di aver ritrovato il gusto e il fascino della piazza, dello stare insieme.
Foggia Teatro Festival è stato proCerchio di Gesso, mentre Classic in pop è una iniziativa dell’Apulia Symphonic Pop Orchestra.
mosso e coordinato dal
Pur occupandosi di arti diverse tra di loro – il teatro in un caso, la musica classica nell’altro – le due iniziative declinano la medesima idea di cultura e di spettacolo. Una cultura che si apre alla strada, alla città, che esce dai suoi luoghi deputati e si mette a parlare il linguaggio comune.
Non è una novità per il Cerchio di Gesso, che da anni ha messo al centro della sua missione la divulgazione culturale alla periferia. Ma è degno di nota che nonostante la chiusura del contenitore che ospitava la compagnia, l’Oda Teatro, Mario Pierrotti e i suoi non si siano persi d’animo e stiano creando altri importanti e qualificati punti di riferimento nelle politiche culturali foggiani.
Conoscendo Agostino Ruscillo per serissimo musicista e musicologo, è stata per me invece una novità il concerto Classic in pop, che propone una formula tanto ardua quanto innovativa: musiche di autori classici (tanto per dire, si va da Vivaldi a Puccini, e con un omaggio alle musiche da film di Morricone e Rota) vengono assemblate in medley e trasformate con ritmi e sonorità pop e rock: la musica colta si lascia contaminare da quella leggera con l’obiettivo di avvicinare soprattutto i giovani, attraverso un procedimento inverso rispetto a quello che, tradizionalmente, vuole sia il pop a lasciarsi influenzare dall’orchestrazione tipica della tradizione musicale classica.
Gli scroscianti applausi del folto pubblico presente hanno premiato il coraggio degli organizzatori: bravissimo a governare un’orchestra così atipica Agostino Ruscillo, suggestivi gli arrangiamenti di Matteo Trimigno, grandi i solisti Ripalta Bufo (soprano lirico) e Marcello De Francesco, violino elettrico.
La morale è che si può produrre cultura anche senza dissanguare le casse della pubblica amministrazione, se la si progetta con intelligenza e con capacità creativa, se si fa leva sui (tanti e meritevoli) talenti locali.
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