Ringrazio di cuore tutti gli amici che sono intervenuti nel dibattito sollevato dal sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi e da Enrico Ciccarelli sul problematico rapporto tra la provincia di Foggia e la Regione Puglia, con l’impegno di pubblicare nei prossimi giorni tutti gli interessanti interventi.
Uno dei limiti della discussione sui social network è che ci si confronta su bacheche diverse, e non sempre è facile ricucire e rendere organico tutto il materiale che viene postato.
L’intensità degli interventi, la passione civile e la tensione intellettuale che li sorregge testimoniano, tuttavia, che una parte sempre più consistente dell’opinione pubblica cittadina e provinciale non vuole più stare alla finestra. Vuole confrontarsi seriamente.
Occorrerebbe che la stessa passione e la stessa partecipazione animassero il confronto “a bocce ferme”, ovvero prima che maturino le decisioni che poi determinano (o non determinano) il futuro della comunità.
Al di là delle opinioni divergenti, quando non contrapposte, venite fuori dal dibattito mi sembra di poter rintracciare un dato comune, che è appunto il desiderio di non stare più alla finestra, di impegnarsi in prima persona.
Come? L’interrogativo non è di poco conto, se pensiamo che è ormai scattato il conto alle rovescia per le elezioni che nella prossima primavera interesseranno i maggiori consessi amministrativi. Come trasformare questo desiderio di contare, di partecipare in scelte che pesano, che determinano un futuro diverso, migliore?
Migliorando la politica, producendo della buona politica, ciascuno all’interno del proprio partito, o movimento, o associazione.
La vivace e corale partecipazione al dibattito dice che forse il tempo dell’antipolitica è già finito. E, d’altra parte, essere contro e basta non produce futuro. Il futuro si può costruirlo soltanto “essendo per” qualcosa, qualcuno, con responsabilità e coraggio.
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Questo vento nuovo, a volte anche impetuoso, ha scompaginato molte posizioni arroccate da decenni sullo stesso strapuntino. E' visibile, anzi, si sente, sia a livello nazionale che locale. Con la dovute differenze. L'antico modo di incedere del foggiano non è pressocchè cambiato. Ci sono solo più persone che si interessano, vogliono partecipare,vogliono contare, come accennavi Tu, Geppe.Ma, frequentando sia per diletto ma anche per professione, i social ed i forum cittadini, si nota, anche ad un occhio non particolarmente attento, che l'incedere è ancora quello. E' ancora aggrappato al lamento sterile, alle solite frasi fatte sulla nostra cittadinanza, allo scoramento ed all'indolenza che ci ha caratterizzato negli ultimi decenni. Portare il livello della discussione che coinvolge il 10% al 15% non sposta di molto l'ago della bilancia. E' pur vero che è, comunque, un gran risulatto. E' su questo "sentimento" che si dovrà lavorare negli anni. Ma chi crede che questo nuovo vento spazzerà di colpo tutto il marcio, tutta l'apatia, beh……si sbaglia di grosso. Con questo "nuovo scenario" di super-crisi i "nuovi ricatti" sul lavoro faranno, come sempre, il loro sporco dovere. Ognuno non deve mai sentirsi escluso dalla vita cittadina, dal cambiamento, dalla buona politica. Ma la strada è lunga. Ed irta. Perchè dico così? Perchè sento in giro un'aria di "la vecchia politica foggiana ha i giorni contati". Sarebbe l'errore più grande. Si può e si deve tornare al confronto, all'interesse sincero ed unico per il bene della città, lavorando, facendo partecipare,informando. Ma, anche, non abbassando mai la guardi verso gli squali in doppiopetto.