La puzza continua ad appassionare (si far per dire), a dividere e soprattutto a turbare le notti dei foggiani. Il M5S ha incassato un risultato positivo, suonando la sveglia sul problema che – pur percepito e sofferta da gran parte della cittadinanza, e non sa oggi, era stato del tutto ignorato dai partiti convenzionali.
Non sono un iscritto al M5S e credo non lo sarò mai: però è un dato di fatto che se non ci fossero stati i banchetti organizzati dal movimento e la petizione dei cittadini le acque non si sarebbero mosse. Ed è una storia che dovrebbe far riflettere il mondo della politica tradizionale: si dice sempre che “bisogna andare incontro ai problemi della gente”, salvo poi a dimenticarsene, finanche se si tratta di affrontare un problema terra terra quale l’olezzo insopportabile che ha infestato le nottate di quest’amara estate foggiana.
Secondo l’Arpa (agenzia regionale per l’ambiente) l’origine del cattivo odore potrebbe provenire dallo stabilimento della Bio Ecoagrim che presenta “elementi di criticità che permettono di identificare il sito come una sorgente di emissioni odorigene. Inoltre si paventa l’elevata probabilità di sviluppo incontrollato in tali masse di fenomeni fermentativi anossici anaerobici, sicuramente alla base di emissioni odorigene attribuibili a composti dello zolfo, ammoniaca, ammine, acidi grassi volatili, alcoli, aldeidi e chetoni. In approssimazione, per difetto, si può calcolare che la massa in fase bioattiva esposta sia in totale pari 24.000 m3”. Che è un volume parecchio consistente, tale da giustificare le dimensioni collettive del fenomeno.
I grillini, però, non demordono e sollecitano l’intervento delle altre autorità interessate. In un comunicato pubblicato sulla bacheca facebook di Vincenzo Rizzi, esponente del M5S ed ambientalista storico, i promotori della iniziativa si dichiarano “contenti di questi primi dati divulgati dall’ARPA che, sottolineiamo, è stato ad oggi l’unico ente a produrre e comunicare qualcosa circa il fenomeno che da anni ammorba tre comunità del Tavoliere (Lucera, Foggia e Troia), al contempo però riteniamo assurdo che ancora oggi le istituzioni, a partire dalla ASL, non siano state in grado di determinare un rapporto chiaro di causa-effetto. Insomma, dai dati appare che la ditta in questione è una possibile sorgente, ma l’ARPA non afferma che è essa la causa degli odori nauseabondi che investono le tre comunità. Desta preoccupazione il fatto che la composizione di tali miasmi resti incerta e che la ASL non abbia ancora avviato una precisa analisi per capire se tali sostanze volatili presentino criticità per la salute. Ad esempio, nelle conclusioni della relazione dell’ARPA, si parla in maniera generica di una classe di agenti chimici come le Aldeidi che potrebbero avere effetti anche cancerogeni.”
“Questa situazione di incertezza sull’origine di tali miasmi – si legge ancora nel comunicato – è inaccettabile e illogica. Ci preoccupa anche il silenzio della Prefettura, ma anche il fatto che simili indagini vengano effettuate solo di giorno quando, guarda caso, il fenomeno non si avverte.”
Gli attivisti dei meetup www.foggia5stelle.eu, foggia5stelle e del gruppo facebook Risveglio Civile a 5 stelle, chiedono quindi “al Prefetto di farsi garante di una unità di crisi per verificare a quali rischi sono stati sottoposti i cittadini delle tre comunità; all’ARPA e alla ASL di investigare con adeguate attrezzature e nelle ore effettive in cui si verifica il fenomeno e di attivare centraline per verificare la composizione di tali miasmi; alla magistratura di indagare sul perché, dopo tanti anni, ancora non c’è certezza di chi sia il responsabile e sul perché la ASL e le altre istituzioni locali, non abbiano agito secondo il principio di precauzione, monitorando e valutando, in funzione della reale composizione dei miasmi, gli eventuali rischi per la salute dei cittadini.
La pubblicazione dei risultati delle indagini condotte dall’Arpa possono aver risolto almeno in parte il giallo della puzza. Ma la storia è tutt’altro che finita.
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