Caro Geppe,
in questi giorni di vacanze i post del tuo blog, molto interessanti, sono sempre più frequenti ed interessanti. Spaziano su tutte le questioni che interessano i territori della Capitanata. Li leggo tutti e a mia volta cerco di fare qualche commento, per quanto riesco non essendo un giornalista ed uno esperto della comunicazione.
Sai mi interesso ad un progetto, che faccio molta fatica a far partire proprio per la mia incapacità comunicativa. Sono un tecnico e mi riesce difficile cogliere quelle giuste sfumature o opportunità che i social media offrono con i loro post o commenti.
Non mi sfuggono, tuttavia, quei commenti di natura politica e culturale, quelli che riguardano lo sviluppo e l’economia sostenibile dei nostri territori, quelli riguardanti il patrimonio delle infrastrutture e dei servizi. Ci sono molti che tramite i social media riferiscono e spronano affinché i territori della Capitanata escano dai bassi fondi delle classifiche per qualità della vita.
Mi sono permesso, tramite Pro Capitanata il social media delle piazze virtuali (da te ritenute oramai reali) dei territori della Capitanata, di mettere due commenti ad un post di Marialuisa del Fai e a uno di un utente facebook a proposito dei finanziamenti POIN per il recupero del patrimonio culturale di Monte Sant’Angelo e di Lucera.
Ho posto un quesito in merito alla capacità/incapacità delle amministrazioni di attrarre finanziamenti e di incapacità di uscire dai bassi fondi. Vorrei che tu recuperassi questi due commenti per cercare di inquadrare il contesto per indurre quanti frequentano i social media a dare una risposta.
Si potrebbe dalle risposte vedere se ci sono i presupposti per dare concretezza al progetto strategico Pro Capitanata che ha come principio fondante la nuova economia social co-creazione di valore, basata sulla collaborazione orizzontale, conviviale. Collaborazioni che presuppongono, sicuramente, maggiore biunivocità, modelli organizzativi dinamici che aumentano il tasso d’incertezza, quindi di complessità, ma che sono forse l’unica speranza per riemergere. Sai www.procapitanata.it, una piattaforma tecnologica open source (non sicuramente la migliore) che cerco di alimentare per dare sfogo alla mia idea di sviluppo sostenibile riporta anche lo spazio Geppe Inserra che riporta al tuo blog ed un mio commento nel forum aperto sulla necessita’ di creare la comunità Pro Capitanata e di dare avvio allo start up. So che saprai cogliere da queste riflessioni, piuttosto confusionarie, le giuste considerazioni per stimolare questo percorso.
Saluti
Michele Lauriola
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Caro Michele,
ti ringrazio per i tuoi apprezzamenti. E soprattutto per la continuità con cui segui le pubblicazioni di Lettere Meridiane.
Il progetto Pro Capitanata che stai cercando di sostenere con passione e con tenacia è in effetti affascinante. Spiego in due parola agli amici di Lettere Meridiane di che si tratta: è una piattaforma open source, essa stessa di social network, più orientata, rispetto a facebook, a contenuti tipicamente web (ovvero articoli, post, commenti) che consentono una migliore articolazione delle riflessioni e del confronto.
Michele Lauriola ha specializzato la piattaforma nella riflessione e nella discussione dei temi che riguardano il nostro territorio, le sue immense potenzialità, che restano inespresse.
Il problema delle piazze virtuali è che – per fare in modo che producano pensiero – debbono essere popolate. Il problema del dibattito sullo sviluppo di Capitanata è che esso è ormai arenato da anni. Dopo la grande stagione della concertazione che portò al contratto di area di Manfredonia e a un autentico fiorire di patti territoriali c’è stato praticamente il vuoto.
L’ultimo prodotto di quella stagione è stato rappresentato da Capitanata 2020, il progetto con cui le istituzioni, le imprese, le forze sociali hanno cercato di far convergere i finanziamenti comunitari verso obiettivi strategici di futuro. Capitanata 2020 era, a sua volta, il risultato di un grande sforzo di programmazione operato dalla Provincia guidata da Stallone e dal suo vicepresidente Franco Parisi, culminato nel patto interistituzionale tra la Provincia di Foggia e la Regione Puglia.
Lo stato di attuazione di Capitanata 2020 è tutt’altro che soddisfacente, ma la responsabilità non va evidentemente addossata ai soggetti che l’hanno promossa. Probabilmente, non ha funzionato la formula dell’area vasta, e questo è un altro argomento su cui varrebbe la pena riflettere, da parte dei sostenitori della soppressione dell’Ente Provincia.
Un ente intermedio ci vuole. È necessario, se non si vuole perdere, com’è probabilmente accaduto per quanto riguarda l’esperimento dell’area vasta, la governance del territorio.
L’ultimo tentativo di proporre un organico progetto di futuro della Capitanata è della Cgil, e resterà tra le cose più belle della segreteria di Mara De Felice. Lo scarso interesse che la coraggiosa iniziativa sindacale ha suscitato negli addetti ai lavori la dice tuttavia lunga sul livello di attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulle questioni che riguardano l’economia e il lavoro.
Abbiamo questa tendenza (tutta meridionale, ahimè) di aspettarci che le cose calino dall’alto e restiamo inerti, quando si tratta invece di produrre comportamenti attivi, di partecipare in prima persona alle scelte di futuro.
La tua bella iniziativa, caro Michele, si colloca in questo contesto. È un oasi in mezzo al deserto. Ma, come ho spesso ripetuto in questi giorni, non è il caso di scoraggiarti e di scoraggiarci.
Rinunciare a discutere di futuro significherebbe rinunciare al futuro.
Geppe Inserra
[P.S. : Accolgo l’invito a riprendere e a commentare i materiali pubblicati su Pro Capitanata, lo farò nei prossimi giorni.]
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